Durante un piovoso pomeriggio milanese eccoci di fronte a Doro Pesch, alle prese con la promozione della sua ultima fatica “Raise Your Fist”. Fatica per modo di dire, perché a giudicare dal suo entusiasmo il lavoro deve essere stato un gran divertimento. La Metal Queen è incontenibile, racconta, divaga, e se il tempo non fosse stato tiranno, sicuramente avrebbe continuato fino a notte inoltrata.

 

di 

 

QUANDO HAI INIZIATO A SCRIVERE I BRANI PER IL NUOVO ALBUM?

Due anni e mezzo fa, anzi, un anno e mezzo fa dopo l'uscita del dvd “25 Years In Rock”. La prima canzone che ho scritto è stata “Hero”, che ho scritto subito dopo che ci ha lasciati Ronnie James Dio. E' una canzone composta per ringraziarlo e per rendergli onore, è nata di getto, un paio di settimane dopo la sua scomparsa avevo in mente la melodia. Per terminare il pezzo ho chiesto aiuto a Joey Balin, che aveva già lavorato con me all'epoca di “Triumph And Agony” e di “Force Majeure”, e aveva poi partecipato al mio primo tour con Dio nel 1987. Tra l'altro la persona che ha mixato il brano aveva mixato il mio primo demo nel 1982. Un paio di canzoni invece sono state mixate in Danimarca, ho visitato parecchi studi in Germania e fuori e penso che il risultato sia soddisfacente. Un'altra delle prime canzoni è “It Still Hurts”, che parla di una conversazione con un mio ex fidanzato. Le cose non funzionarono a causa delle mie continue assenze per concerti, ora lui è sposato, ha un bambino, ed un giorno mi chiese se volevo fargli da madrina; io risposi che forse per me era una responsabilità troppo grande, dato che sono sempre in giro...comunque fu una chiacchierata molto serena, anche se poi mi fece star male per il ricordo della nostra relazione.

Le canzoni migliori sono proprio queste, quando le parole si abbinano subito alla melodia che hai in mente. Sono andata poi ad Amburgo dal mio amico Andreas Bruhn, ex chitarrista dei Sister Of Mercy, mi piace sempre mostrargli le mie prime idee, così stavamo lavorando a questa canzone, lui ha cantato una parte della strofa e ho pensato: “Uauh, ci sta bene una voce maschile”, e Andreas che è un grande fan dei Motorhead mi disse: “Io ci vedrei Lemmy in quella parte”...ed ecco che anche Lemmy si è unito a noi.

 

NOI VEDIAMO LEMMY COME UN VERO ROCKER, UN DURO, NON HAI PAURA DI ROVINARGLI L'IMMAGINE FACENDOLO CANTARE SU DI UN PEZZO LENTO? MAGARI PER LUI ERANO PIU' ADATTE CANZONI COME “ROCK TIL DEATH” O “REVENGE”

Avevamo già fatto due canzoni insieme su “Calling The Wild, “Alone Again” e “Love Me Forever”, che era uscita in origine sul disco dei Motorhead “1916”. Sì è vero, lui è conosciuto per le sue canzoni hard rock, ma è così dolce e coinvolgente...Quando scrisse la ballad “Alone Again” me la suonò sulla chitarra acustica, io rimasi senza fiato, quasi in lacrime. Lemmy è un grande è può fare anche questo.

 

NELLA CANZONE “NO COLDHEARTED LOVER” DICI CHE SEI ALLA RICERCA DI UN “TRUE METAL LOVER”, E' VERO?

Sì…poi per me “true metal” non è riferito solo alla musica, ma ad un cuore puro ed onesto. Diciamo che comunque ho già trovato il vero amore...

AAAH!

Il mio vero amore sono i fan, è quello l'amore che sento più vicino. Come ti ho detto cerco un cuore puro, ma nel nostro mestiere è difficile portare avanti una relazione, quando si è sempre in giro non puoi stare via un anno e poi dire: “Sono tornata, eccomi qua”. Preferisco dedicarmi totalmente alla musica”.

 

HAI LETTO L'AUTOBIOGRAFIA DI DAVE MUSTAINE?

No me ne hanno parlato ma purtroppo non l'ho ancora letta

 

AD UN CERTO PUNTO SI PARLA DI TE, GLI SCRIVESTI UNA LETTERA D'AMORE...

Oh sì, era il mio primo tour americano, Megadeth, Sanctuary e Warlock, ero giovane e si è sempre innamorati del gruppo headliner! Il mio primissimo tour fu di supporto ai Judas Priest, ho sempre amato i Judas Priest ed ogni sera ero lì sotto il palco a guardarli, poi il secondo tour fu di supporto a Ronnie James Dio nel 1987, e anche lì puoi immaginare...Quindi quello fu il mio primo tour americano, suonavamo in piccoli club, e io tutte le sere vedevo questi ragazzi. Tra l'altro una delle mie canzoni preferite di tutti i tempi è “In My Darkest Hour”, non dimenticherò mai quei giorni passati con loro, è stato grande. Ricordo che il primo giorno qualcuno mi diede un grosso mazzo di rose, io pensai fosse da parte della band, invece in seguito scoprii che era stato mandato dal chitarrista (Jeff Young)...ero dispiaciuta perchè non volevo creare problemi. Quando siamo “on the road” ci vogliamo tutti bene, ma più come fratelli e sorelle, c'è molto amore, ma non come fidanzati. Nella mia band siamo una famiglia ma non ci sono rapporti sentimentali, siamo molto professionali su questo, è una cosa che ho imparato velocemente quando formai la mia prima band!

 

TU SEI RICONOSCIUTA COME METAL QUEEN; COME VEDI LE ALTRE DONNE NEL METAL? C'E' QUALCHE CANTANTE CHE APPREZZI PARTICOLARMENTE?

Ora è molto diverso rispetto agli anni '80, quando noi donne eravamo veramente pochissime. Mi piacevano Lee Aron e Judy Turner delle Rock Goddess, e poi le Girlschool, Lita Ford...

Ora ci sono molte più donne, penso che sia una situazione migliore. Stimo molto Angela Gossow, ha una voce molto potente! Poi Tarja, siamo buone amiche, venne appositamente dell'Argentina per partecipare al concerto del mio 25° anniversario...Poi c'è Cristina dei Lacuna Coil, penso sia una delle cantanti più belle della terra! Floor Jansen che era la cantante degli After Forever, andammo anche in tour insieme in Nord America, ero molto dispiaciuta quando si sono sciolti perchè erano un gruppo proprio valido, anche se ora abbiamo Bas, il chitarrista, nella mia band. Anche Liv del Leaves's Eye è una grande, come Liv dei Sister Sin, Kim dei Kripteria, Simone degli Epica...

Ci sono tante donne, è una cosa che mi fa piacere anche perchè vengono apprezzate per la loro bravura e per la loro personalità, non è più come negli anni '80 dove la donna veniva rappresentata come la ragazza sexy ma anche un po' stupida.

 

ALLA COMPOSIZIONE DEI BRANI COLLABORANO ANCHE I RAGAZZI DELLA TUA BAND?

Sì, ogni tanto qualcuno prepara dei demo, oppure io ho in mente i testi e la melodia e loro compongono dei riff, Bas ha scritto “Revenge”, Nick ha scritto una canzone per la “limited edition”...ma ogni canzone nasce in modo differente

 

COME TI TROVI CON UN ITALIANO NELLA BAND?

Ooooh, Luca, è così bravo! Lo conobbi qualche anno fa quando partecipai ad un Flash Party organizzato da Fulvio Trinca, furono delle bellissime serate con Jorn Lande e i Clairvoyants. Quella fu la prima volta che lo incontrai. Qualche tempo dopo, Oliver Palotai, che suona la tastiera nei Kamelot, entrò nella mia band per qualche concerto, poi non essendo più disponibile si unì Luca ...e quindi eccolo qua, è proprio un grande!

 

TRA L'ALTRO NESSUNO DELLA TUA BAND E' TEDESCO, COME MAI?

Perchè cerco di unire le migliori persone che si relazionino bene tra loro. A volte ho avuto solo americani, perchè le audizioni erano in America. Non c'è una ragione specifica, a volte le scelte sono frutto del caso, per esempio una volta cercavo un tastierista, perchè il ragazzo americano che suonava con me faceva anche altre cose come scrivere libri e film, e quindi dopo alcune audizioni scoprii Oliver. Oliver e anche il mio bassista, Nick Douglas, hanno suonato nella band di Blaze Bailey qualche anno fa, con loro c'era Luca e quindi mi consigliarono lui. Per quanto riguarda Bas, avevo bisogno di un chitarrista veramente selvaggio. Dovevamo partecipare ad uno show televisivo con la mia amica Regina Halmisch, una campionessa di boxe femminile...Regina doveva combattere con un uomo e aveva chiesto che durante la trasmissione suonassimo “All We Are”, era una cosa a metà strada tra concerto e spettacolo goliardico, però ci tenevo a proporre un'esibizione veramente forte. Così si unirono Schmier dei Destruction e Bas, e lo show fu veramente rock con fiammate e esplosioni. Da lì siamo sempre rimasti in contatto e quando gli After Forever si sono sciolti gli ho chiesto di unirsi alla band. Il nostro precedente chitarrista era un gran musicista ma mi sembrava sempre depresso e poco entusiasta. Bas invece è pieno di vita, ama i tour e i party, ha i capelli lunghi, è un vero metallaro...E' una formazione internazionale e ne vale la pena, quando si ha la stessa passione nel cuore e come se parlassimo tutti la stessa lingua. Questo per Nick è il ventiduesimo anno nella band, e per Johnny il diciannovesimo, direi che ormai sono la mia famiglia.

 

NELLE TUE CANZONI CI INVITI SPESSO A COMBATTERE E A NON ARRENDERCI; PERO' C'E' QUALCHE MOMENTO IN CUI TU STESSA SENTI DI NON AVER LA FORZA PER COMBATTERE? E COME REAGISCI?

Guarda, a quindici anni, prima di formare la mia prima band, ero gravemente malata e per un anno sono stata in bilico tra vita e morte. E' stata veramente dura, però guardando le cose da un altro punto di vista proprio da questa esperienza ho imparato a sopravvivere, a guardare sempre avanti e a sentirmi forte. Quando mi sento giù cerco di darmi una mossa e di reagire. So che ci sono musicisti, ci sono stati in passato anche nella mia band, che quando le cose non vanno bene si sentono frustrati. Io invece combatto fino alla fine e spero di trasmettere anche alle altre persone questa energia.

 

PER FINIRE, QUEST'ANNO HAI RICEVUTO LA NOMINATION COME “BEST METAL LEGEND” AI METAL HAMMER AWARDS; HAI VINTO?

Ops, non lo so, ma penso non ci sia ancora stata la premiazione (per la cronaca, il premio è stato vinto da Corey Taylor, mi sa che al Metal Hammer tedesco hanno bevuto qualche birra di troppo)

 

PERO' COME CI SI SENTE AD ESSERE UNA LEGGENDA? DI SOLITO SI DIVENTA LEGGENDA QUANDO...

Quando sei morto ahah! Comunque vada, sono contenta di far parte di questo mondo e della famiglia dell'heavy metal, sono una fan anche io e non mi sento diversa dagli altri metallari. Cerco di far felici le persone, o almeno di distrarle per un po' dai problemi della vita quotidiana...quando qualcuno mi dice che ama una mia canzone ho la giusta motivazione per andare avanti. Sono felice di quello che faccio, parlo tutti i giorni di metal e direi che non c'è niente di meglio!

a!

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Intervista: Doro

Durante un piovoso pomeriggio milanese eccoci di fronte a Doro Pesch, alle prese con la promozione della sua ultima fatica “Raise Your Fist”. Fatica per modo di dire, perché a giudicare dal suo entusiasmo il lavoro deve essere stato un gran divertimento. La Metal Queen è incontenibile, racconta, divaga, e se il tempo non fosse stato tiranno, sicuramente avrebbe continuato fino a notte inoltrata.

 

di 

 

QUANDO HAI INIZIATO A SCRIVERE I BRANI PER IL NUOVO ALBUM?

Due anni e mezzo fa, anzi, un anno e mezzo fa dopo l'uscita del dvd “25 Years In Rock”. La prima canzone che ho scritto è stata “Hero”, che ho scritto subito dopo che ci ha lasciati Ronnie James Dio. E' una canzone composta per ringraziarlo e per rendergli onore, è nata di getto, un paio di settimane dopo la sua scomparsa avevo in mente la melodia. Per terminare il pezzo ho chiesto aiuto a Joey Balin, che aveva già lavorato con me all'epoca di “Triumph And Agony” e di “Force Majeure”, e aveva poi partecipato al mio primo tour con Dio nel 1987. Tra l'altro la persona che ha mixato il brano aveva mixato il mio primo demo nel 1982. Un paio di canzoni invece sono state mixate in Danimarca, ho visitato parecchi studi in Germania e fuori e penso che il risultato sia soddisfacente. Un'altra delle prime canzoni è “It Still Hurts”, che parla di una conversazione con un mio ex fidanzato. Le cose non funzionarono a causa delle mie continue assenze per concerti, ora lui è sposato, ha un bambino, ed un giorno mi chiese se volevo fargli da madrina; io risposi che forse per me era una responsabilità troppo grande, dato che sono sempre in giro...comunque fu una chiacchierata molto serena, anche se poi mi fece star male per il ricordo della nostra relazione.

Le canzoni migliori sono proprio queste, quando le parole si abbinano subito alla melodia che hai in mente. Sono andata poi ad Amburgo dal mio amico Andreas Bruhn, ex chitarrista dei Sister Of Mercy, mi piace sempre mostrargli le mie prime idee, così stavamo lavorando a questa canzone, lui ha cantato una parte della strofa e ho pensato: “Uauh, ci sta bene una voce maschile”, e Andreas che è un grande fan dei Motorhead mi disse: “Io ci vedrei Lemmy in quella parte”...ed ecco che anche Lemmy si è unito a noi.

 

NOI VEDIAMO LEMMY COME UN VERO ROCKER, UN DURO, NON HAI PAURA DI ROVINARGLI L'IMMAGINE FACENDOLO CANTARE SU DI UN PEZZO LENTO? MAGARI PER LUI ERANO PIU' ADATTE CANZONI COME “ROCK TIL DEATH” O “REVENGE”

Avevamo già fatto due canzoni insieme su “Calling The Wild, “Alone Again” e “Love Me Forever”, che era uscita in origine sul disco dei Motorhead “1916”. Sì è vero, lui è conosciuto per le sue canzoni hard rock, ma è così dolce e coinvolgente...Quando scrisse la ballad “Alone Again” me la suonò sulla chitarra acustica, io rimasi senza fiato, quasi in lacrime. Lemmy è un grande è può fare anche questo.

 

NELLA CANZONE “NO COLDHEARTED LOVER” DICI CHE SEI ALLA RICERCA DI UN “TRUE METAL LOVER”, E' VERO?

Sì…poi per me “true metal” non è riferito solo alla musica, ma ad un cuore puro ed onesto. Diciamo che comunque ho già trovato il vero amore...

AAAH!

Il mio vero amore sono i fan, è quello l'amore che sento più vicino. Come ti ho detto cerco un cuore puro, ma nel nostro mestiere è difficile portare avanti una relazione, quando si è sempre in giro non puoi stare via un anno e poi dire: “Sono tornata, eccomi qua”. Preferisco dedicarmi totalmente alla musica”.

 

HAI LETTO L'AUTOBIOGRAFIA DI DAVE MUSTAINE?

No me ne hanno parlato ma purtroppo non l'ho ancora letta

 

AD UN CERTO PUNTO SI PARLA DI TE, GLI SCRIVESTI UNA LETTERA D'AMORE...

Oh sì, era il mio primo tour americano, Megadeth, Sanctuary e Warlock, ero giovane e si è sempre innamorati del gruppo headliner! Il mio primissimo tour fu di supporto ai Judas Priest, ho sempre amato i Judas Priest ed ogni sera ero lì sotto il palco a guardarli, poi il secondo tour fu di supporto a Ronnie James Dio nel 1987, e anche lì puoi immaginare...Quindi quello fu il mio primo tour americano, suonavamo in piccoli club, e io tutte le sere vedevo questi ragazzi. Tra l'altro una delle mie canzoni preferite di tutti i tempi è “In My Darkest Hour”, non dimenticherò mai quei giorni passati con loro, è stato grande. Ricordo che il primo giorno qualcuno mi diede un grosso mazzo di rose, io pensai fosse da parte della band, invece in seguito scoprii che era stato mandato dal chitarrista (Jeff Young)...ero dispiaciuta perchè non volevo creare problemi. Quando siamo “on the road” ci vogliamo tutti bene, ma più come fratelli e sorelle, c'è molto amore, ma non come fidanzati. Nella mia band siamo una famiglia ma non ci sono rapporti sentimentali, siamo molto professionali su questo, è una cosa che ho imparato velocemente quando formai la mia prima band!

 

TU SEI RICONOSCIUTA COME METAL QUEEN; COME VEDI LE ALTRE DONNE NEL METAL? C'E' QUALCHE CANTANTE CHE APPREZZI PARTICOLARMENTE?

Ora è molto diverso rispetto agli anni '80, quando noi donne eravamo veramente pochissime. Mi piacevano Lee Aron e Judy Turner delle Rock Goddess, e poi le Girlschool, Lita Ford...

Ora ci sono molte più donne, penso che sia una situazione migliore. Stimo molto Angela Gossow, ha una voce molto potente! Poi Tarja, siamo buone amiche, venne appositamente dell'Argentina per partecipare al concerto del mio 25° anniversario...Poi c'è Cristina dei Lacuna Coil, penso sia una delle cantanti più belle della terra! Floor Jansen che era la cantante degli After Forever, andammo anche in tour insieme in Nord America, ero molto dispiaciuta quando si sono sciolti perchè erano un gruppo proprio valido, anche se ora abbiamo Bas, il chitarrista, nella mia band. Anche Liv del Leaves's Eye è una grande, come Liv dei Sister Sin, Kim dei Kripteria, Simone degli Epica...

Ci sono tante donne, è una cosa che mi fa piacere anche perchè vengono apprezzate per la loro bravura e per la loro personalità, non è più come negli anni '80 dove la donna veniva rappresentata come la ragazza sexy ma anche un po' stupida.

 

ALLA COMPOSIZIONE DEI BRANI COLLABORANO ANCHE I RAGAZZI DELLA TUA BAND?

Sì, ogni tanto qualcuno prepara dei demo, oppure io ho in mente i testi e la melodia e loro compongono dei riff, Bas ha scritto “Revenge”, Nick ha scritto una canzone per la “limited edition”...ma ogni canzone nasce in modo differente

 

COME TI TROVI CON UN ITALIANO NELLA BAND?

Ooooh, Luca, è così bravo! Lo conobbi qualche anno fa quando partecipai ad un Flash Party organizzato da Fulvio Trinca, furono delle bellissime serate con Jorn Lande e i Clairvoyants. Quella fu la prima volta che lo incontrai. Qualche tempo dopo, Oliver Palotai, che suona la tastiera nei Kamelot, entrò nella mia band per qualche concerto, poi non essendo più disponibile si unì Luca ...e quindi eccolo qua, è proprio un grande!

 

TRA L'ALTRO NESSUNO DELLA TUA BAND E' TEDESCO, COME MAI?

Perchè cerco di unire le migliori persone che si relazionino bene tra loro. A volte ho avuto solo americani, perchè le audizioni erano in America. Non c'è una ragione specifica, a volte le scelte sono frutto del caso, per esempio una volta cercavo un tastierista, perchè il ragazzo americano che suonava con me faceva anche altre cose come scrivere libri e film, e quindi dopo alcune audizioni scoprii Oliver. Oliver e anche il mio bassista, Nick Douglas, hanno suonato nella band di Blaze Bailey qualche anno fa, con loro c'era Luca e quindi mi consigliarono lui. Per quanto riguarda Bas, avevo bisogno di un chitarrista veramente selvaggio. Dovevamo partecipare ad uno show televisivo con la mia amica Regina Halmisch, una campionessa di boxe femminile...Regina doveva combattere con un uomo e aveva chiesto che durante la trasmissione suonassimo “All We Are”, era una cosa a metà strada tra concerto e spettacolo goliardico, però ci tenevo a proporre un'esibizione veramente forte. Così si unirono Schmier dei Destruction e Bas, e lo show fu veramente rock con fiammate e esplosioni. Da lì siamo sempre rimasti in contatto e quando gli After Forever si sono sciolti gli ho chiesto di unirsi alla band. Il nostro precedente chitarrista era un gran musicista ma mi sembrava sempre depresso e poco entusiasta. Bas invece è pieno di vita, ama i tour e i party, ha i capelli lunghi, è un vero metallaro...E' una formazione internazionale e ne vale la pena, quando si ha la stessa passione nel cuore e come se parlassimo tutti la stessa lingua. Questo per Nick è il ventiduesimo anno nella band, e per Johnny il diciannovesimo, direi che ormai sono la mia famiglia.

 

NELLE TUE CANZONI CI INVITI SPESSO A COMBATTERE E A NON ARRENDERCI; PERO' C'E' QUALCHE MOMENTO IN CUI TU STESSA SENTI DI NON AVER LA FORZA PER COMBATTERE? E COME REAGISCI?

Guarda, a quindici anni, prima di formare la mia prima band, ero gravemente malata e per un anno sono stata in bilico tra vita e morte. E' stata veramente dura, però guardando le cose da un altro punto di vista proprio da questa esperienza ho imparato a sopravvivere, a guardare sempre avanti e a sentirmi forte. Quando mi sento giù cerco di darmi una mossa e di reagire. So che ci sono musicisti, ci sono stati in passato anche nella mia band, che quando le cose non vanno bene si sentono frustrati. Io invece combatto fino alla fine e spero di trasmettere anche alle altre persone questa energia.

 

PER FINIRE, QUEST'ANNO HAI RICEVUTO LA NOMINATION COME “BEST METAL LEGEND” AI METAL HAMMER AWARDS; HAI VINTO?

Ops, non lo so, ma penso non ci sia ancora stata la premiazione (per la cronaca, il premio è stato vinto da Corey Taylor, mi sa che al Metal Hammer tedesco hanno bevuto qualche birra di troppo)

 

PERO' COME CI SI SENTE AD ESSERE UNA LEGGENDA? DI SOLITO SI DIVENTA LEGGENDA QUANDO...

Quando sei morto ahah! Comunque vada, sono contenta di far parte di questo mondo e della famiglia dell'heavy metal, sono una fan anche io e non mi sento diversa dagli altri metallari. Cerco di far felici le persone, o almeno di distrarle per un po' dai problemi della vita quotidiana...quando qualcuno mi dice che ama una mia canzone ho la giusta motivazione per andare avanti. Sono felice di quello che faccio, parlo tutti i giorni di metal e direi che non c'è niente di meglio!

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