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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Alteria, frontwoman degli italiani NoMoreSpeech, nuova realtà rock del nostro paese. Leggete assieme a noi cosa ci ha raccontato su questa sua nuova avventura!
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Ciao Alteria, ci farebbe molto piacere se ci presentassi la tua band, quando siete nati, come vi siete evoluti. Ciao! In realtà ci siamo già formati già nel 2006, non avevamo fretta di comporre l'album, anzi abbiamo preferito suonare live. All'inizio ci dedicavamo anche alla realizzazione di cover. Poi una sera ci siamo ritrovati a jammare ed è nata “Pictures of Gold” (loro primo singolo, ndr). Abbiamo partecipato al contest organizzato all'interno dell'Heineken Jammin Festival e lo abbiamo vinto, per cui questo ha rappresentato per noi un grosso stimolo all'entrata in studio e alla composizione dell'album. Siamo stati ulteriormente frenati da alcuni cambi nella line-up e alla fine il cd esce ora, ai primi di marzo, dopo la ricerca di un'etichetta e una distribuzione adeguata.
Cosa ha ispirato il nome della band? In origine il nostro nome non era NoMoreSpeech, ma bensì NoSpeech. Si tratta del titolo di una canzone dei Guano Apes, band che io amo moltissimo. Come spesso accade però, il nome aveva portato a sollevare dei paragoni e perciò ho preferito modificarlo leggermente aggiungendo “more”. Così nasce “NoMoreSpeech”, che col tempo mi sono anche trovata a preferire.
Come vi definireste? Cosa vi rende unici rispetto alle altre band? Per noi, così come per molti altri gruppi, è difficile trovare una definizione precisa. Direi crossover, perchè non facciamo solo rock o solo metal. Nella nostra musica è possibile trovare un po' di entrambi e anche altri elementi. Ci piace dare varie sfumature a quello che componiamo, è un bel mix. Tra l'altro le influenze all'interno della band sono tantissime. Il batterista e il chitarrista sono dei patiti dei Pink Floyd o di band più heavy come i Mastodon. Insomma è possibile trovare le influenze più varie. Ad esempio hanno paragonato “Void” agli Skunk Anansie, “Here And Now” ai Nickelback e “Think or Feel” ai Guano Apes. La mia stessa timbrica è spesso paragonata a quella di Sandra Nasic.
Ho visto che avete suonato davvero tanto live. Com'è la risposta del pubblico ai vostri show? E' cambiata nel tempo? Noi preferiamo di gran lunga la dimensione live, ci godiamo veramente il palco, c'è interazione sia on stage che col pubblico. Abbiamo notato che nel tempo c'è stato un progressivo aumento delle presenze e ora abbiamo anche dei fan fedelissimi che ci seguono. Inizia anche ad esserci gente che canta a memoria i nostri pezzi, ed è sempre una cosa che fa grande piacere! Peraltro il nostro approccio live ha anche influenzato la maniera di affrontare lo studio di registrazione. Abbiamo tentato di mantenere il feeling live, evitando al massimo le sovraincisioni, al massimo qualcosina di chitarra. Vogliamo poter riprodurre tutto fedelmente sul palco. Io stessa sono un animale live, non amo stare in studio, infatti quando abbiamo registrato il nostro debutto ho dovuto tenere la musica altissima in cuffia per potermi sentire a mio agio, come se fossi on stage.
In un paese come il nostro in cui si è schiavi dei talent-show, trovate sia difficile inserirsi nella scena? Lo stesso fatto di essere donna può essere un problema? Come tu dici, il nostro genere è piuttosto di nicchia, ed è complesso trovare uno spazio. L'essere donna è un'arma a doppio taglio. Da un lato è positivo, perchè le band con voce femminile non sono tante per cui ci distinguiamo dalla massa, dall'altro lato devo dimostrare di essere doppiamente brava.
Sul palco divento veramente un'altra, mi scateno tanto,
scorre tanta adrenalina ed energia, per cui mi diverto davvero molto. Cosa trattano i testi? Li scrivi te? I testi li scrivo io, ma non mi ritengo una brava paroliera. Tendo ad evitare tematiche sociali e politiche, me ne interesso, ma preferisco non includerle nella mia musica. Sono per lo più riflessioni legate alle mie esperienze sul posto di lavoro, alle mie relazioni interpersonali. Sono semplici, dirette, scritte in maniera da essere condivisibili, chi ascolta deve essere in grado di rispecchiarvicisi.
La tua lunga esperienza come conduttrice televisiva e radiofonica, ha influenzato in qualche modo la nascita della band, la maniera di gestire la vostra immagine? Io lavoro per RockTV ( e anche in radio) ed è un po' un gatto che si morde la coda. Decisamente ho una visibilità che altrimenti mi mancherebbe e tramite ciò posso anche pubblicizzare la mia band. Questo è un lato positivo, ma ce ne sono anche di negativi. Vengo riconosciuta più come personaggio televisivo e quindi è difficile rendermi credibile anche come cantante.
In realtà mi si identifica più come conduttrice che come
musicista. Però a fare TV ci sono arrivata per caso, io mi sento una cantante,
canto da quando avevo sedici anni, mi sento una vera appassionata. Cosa pensi del rapporto tra musica e web? Come lo vivete? A parte il discorso sul download, lo viviamo in maniera assolutamente positiva. Il web offre grandi vantaggi Ascolti una traccia e decidi di acquistarla e la visibilità è globale. Pensa che dopo aver sentito il nostro singolo “Pictures of Gold” sul web, ci hanno contattato delle radio d'oltreoceano: dal Canada e dalla Florida che ci hanno richiesto di poterlo mandare in onda. Si tratta di mercati più aperti di noi al rock e raggiungerli attraverso Internet è un grosso vantaggio.
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