Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


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L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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Intervista: Sophya Baccini's Aradia

Interivista ai Sophya Baccini's Aradia

di

 1.Dunque, innanzitutto ti devo ringraziare per il magnifico concerto di sabato 19 e proprio

    Per questo mi sembra d'obbligo iniziare con il parlare un poco della nuova formazione:

   Avevo già visto all'opera la graziosissima oltre che brava Stella Manfredi, ma gli altri?

   Dove hai beccato quel pazzo scatenato di Chicco ad esempio…davvero non tollero che

   Un musicista così mi sia stato finora sconosciuto..e poi una formazione di graziose

   Femminucce che suona prog…non è esattamente una cosa normale…

Grazie a te per essere stato presente! Chicco faceva gia' parte della formazione quando avevo il trio, con me alla voce e al piano,  e stella al violino. Insieme abbiamo fatto parecchi concerti per pubblicizzare "aradìa", tra cui uno al museo dei fori imperiali di roma che si e' meritato uno speciale sul tg1. Chicco suona davvero di tutto, il suo genere di elezione e' il blues..un grande professionista, sensibile e dalla tecnica sopraffina, che ho avuto la fortuna di incrociare sulla mia strada tramite un amico che ci chiamo' entrambi per un progetto su fabrizio de andre'. In quell'occasione ci siamo conosciuti, e viste le affinita' abbiamo cominciato a collaborare stabilmente.

Quando le sessions di "big red dragon" sono finite, dato che si tratta di un lavoro molto piu' "spinto" nelle sonorita' rispetto ad aradìa, ho pensato di affiancargli una formazione tutta al femminile, cosa che e' sempre stata un mio pallino.. E cosi' sono nati i sophya baccini's aradia. Non piu' un progetto solista dunque, ma un vero e proprio gruppo. La batterista, francesca colaps, me l'ha presentata lino vairetti che e' da sempre il mio mentore nel prog. Anzi a tale proposito voglio annunciarti l'uscita a breve di un dvd celebrativo dei 40 anni di attivita' degli osanna, realizzato dal vivo con l'orchestra, la banda, ed una miriade di ospiti tra i quali la sottoscritta..

Marilena striano, la tastierista, e' arrivata col passa parola, tramite una mia allieva. Quando poi ci siamo sentite mi sono resa conto che la conoscevo gia', perche' l'avevo vista in un concerto con i romans. Anche lei e' fantastica.. Suona benissimo sia il pianoforte che le tastiere – e' diplomata in piano – ed ha un suono inconfondibile. Sabato 19 era il nostro debutto, ma gia' dopo poche prove mi ero resa conto che eravamo subito affiatate/i.. Sono molto felice e caricata per questa nuova avventura.

 

2.obbligatorio parlare dell'aspetto "lirico" del lavoro... Trovo piuttosto inusuale

   basare il concept su dei quadri….seppur di william blake che tra le altre cose,scusami

   l'ignoranza, io conoscevo solo come poeta...

La genesi di questo disco e' stata veramente particolare, una tematica nata per caso e quasi per gioco. Ero in vacanza con massimo (gasperini della bw), mio marito e sua moglie. Si discuteva del mio prossimo lavoro, ed io scherzando ho detto "perche' non lasciar fare al caso?" Ho preso un libro che mi ero portata, l'ho aperto ad una pagina qualsiasi ed e' spuntato l'inizio di un capitolo, con una citazione di william blake. Da quel momento in poi e' stato tutto un fermento di idee, progetti, proposte.. William blake come sai ha ispirato intere generazioni di musicisti, nel rock in particolare (i doors hanno preso il loro nome da una sua frase) e la cosa ci prendeva, ci appassionava e suscitava anche un certo timore reverenziale. Alla fine, dato che un'opera sulla sua vita poteva risultare troppo pesante, e considerando la mia attitudine visionaria quando scrivo musica, abbiamo deciso di concentrarci sui suoi quadri e disegni. Ne ho scelti 12, e per ognuno ho scritto un brano, mentre il pezzo che apre il disco, strumentale, s'intitola semplicemente "william" ed e' ispirato ad un suo ritratto.

Mi sembrava il modo migliore e piu' originale per celebrare questo grandissimo genio -  e' stato anche l'inventore della litografia –, e la musica e' scaturita in maniera fluida, quasi prepotente. 

 

3.tu hai composto la musica di tutti i brani:quanto hanno influito sulla stessa  francesca, 

   chicco,marilena e stella e in base a quali criteri hai scelto gli ospiti…

Quando ho messo su la formazione il disco era gia' pronto, bisognava solo registrarlo. Loro si sono letteralmente appassionati al progetto, ed hanno suonato le proprie parti in assoluta liberta'. Gli ospiti li abbiamo scelti in base alla loro sensibilita'.. Christian decamps e sonja kristina li ho proposti io, anche se ti confesso che non credevo di riuscire ad averli.. Per me e' stata piu' che altro una sfida divertente nei confronti di massimo ed anche di mio marito, membro da anni del fans club degli ange. Abbiamo mandato a tutti una copia di aradìa, ed una richiesta di collaborazione. Questo anche nel caso di steve sylvester e roberto tiranti. Quando sono arrivati i primi si', passato il naturale momento di stordimento ho capito che bisognava fare sul serio, e non sprecare questa grande occasione. Mi sono chiusa nel mio studio per due anni interi, sfornando brani ad un ritmo forsennato. Un'esperienza unica.

 

 4.riguardo poi a "au premier matin du jour",unico brano che non mi convince a livello di

   vocals:ritengo christian decamps un grande artista che certo non mi permetto di discutere,

  oltretutto a quanto mi dite tu e massimo è pure una grande persona per cui…..ciò non toglie

   però che non mi piace  la sua impostazione ..fin troppo "teatrale".. Soprattutto rispetto

   alla musicalità del brano stesso…

Christian e' il teatro in persona.. Io non posso sentire il finale del suo pezzo senza commuovermi ogni volta. Oltretutto lui ha scritto anche il testo, quindi nel suo caso si e' trattato di una collaborazione ancora piu' stretta ed intensa. La tematica e' bellissima: chi parla e' dio, che osservando l'umanita' da lui appena creata si pente di averle dato vita, perche' si accorge che l'uomo ha sciupato il suo un dono, che era un dono d'amore. E se guardi il quadro, non si poteva realizzare un'immagine migliore..

Sono stata a casa di christian l'estate scorsa, ed ho incontrato una persona deliziosa, gentile, alla mano, un ospite squisito. Soltanto 5 dischi d'oro sulla parete del suo studio (ottenuti quando un disco d'oro significava 1 milione di copie) mi facevano ricordare chi avevo di fronte.. Sono davvero felice ed onorata di avere la sua voce in questo disco.

 

5.oltretutto,musicalmente parlando questo brano è  a mio giudizio il trait d'union  con il tuo

   lavoro d'esordio,in quanto contiene quel magico flavour da cabaret francese che tanto

   avevo apprezzato…

Si, concordo in pieno.. La musica francese, ed il prog francese in particolare, mi piacciono tanto. Anche in aradìa c'erano dei brani in lingua francese, che secondo me si adatta mirabilmente a questo genere.

 

 6.sempre a proposito degli ospiti: pur conoscendone le doti artistiche,troppo spesso

   sottovalutate ,mi ha stupito non poco la presenza di steve; insomma e per farla breve, il

   "diavolo e l'acqua santa"…

A chi lo dici! Steve ovviamente lo conoscevo di fama, e la bw ha collaborato con lui varie volte. Massimo ci ha messi in contatto. C'e' stato uno scambio di mail (a volte anche molto divertente) per conoscerci meglio, finche' ho scritto per lui "the number", e gliel'ho mandato.

Quando mi e' arrivato il file con la sua voce credimi e' stata un'emozione difficilmente descrivibile. Solo un rocker come lui poteva interpretarlo in quel modo, e se aggiungi a questo l'hammond e il minimoog di enrico iglio,  io direi.. "i" diavoli e l'acqua santa! In certi momenti sembra quasi di ascoltare gli acdc..

 

 7.a mio giudizio  "love of hecate", "beatrice" e "just"  sono la trasposizione in musica del

  tuo essere dolcissima persona…e artista sensibilissima…oltre che essere ,sempre a mio

  personalissimo parere  le "vette espressive" maxime dell'intero lavoro…

Tre brani diversissimi tra loro, tre aspetti diversi del mio concepire la musica. Ma su tutto svetta, sempre, l'immaginario visivo di william blake. Scrivevo la stesura dei brani al pianoforte, tenendo di fronte a me il monitor del computer con l'immagine relativa. Guardavo la terra e cercavo di descrivere la terra, guardavo ecate e cercavo di cantare ecate. Attraverso quei disegni, ed ascoltando cosa ne usciva fuori, scoprivo un po' anche me stessa. Dato che poi nella maggior parte dei casi c'erano anche gli altri musicisti, elisa montaldo, marilena striano e roberto tiranti nei casi che tu hai citato, tenevo conto anche del loro stile e cercavo di valorizzare le loro peculiarita'.. Potrebbe sembrare una cosa difficile e complicata, invece per me erano come delle indicazioni lungo la strada. Ho scelto i disegni, ho scelto gli ospiti e poi come in un puzzle ho unito tutti gli elementi intorno alla musica. Sono profondamente legata ad ogni singola nota di questo disco. Questi tre sono i brani piu' lirici, e' vero, perche' le immagini, e gli ospiti,  mi ispiravano cosi'.

 

 8.Parimenti però "Satan", "The Number" e "Cerberus" sono il tuo lato oscuro che comunque

   Già s'adombrava nel grandioso "Black Opera" dei Presence...ho ragione..oppure….

Questi tre pezzi sono stati una sorpresa anche per me. Nel senso che non credevo di possedere una vena cosi' dark, e cosi' rock/metal, anche al di fuori dei miei lavori con i presence. Questo soprattutto nel caso di "satan" e "the number", dove ancora una volta devo ringraziare william blake per aver rappresentato cosi' bene il lato oscuro dell'immaginario umano. Quale formidabile punto di vista, rappresentare satana di spalle, con un fisico quasi michelangiolesco.. E che dire invece del lucifero di "the number", di profilo, con ai suoi piedi una trinita' che condivide una sola spina dorsale? Non poteva uscirmi altro che un rock potente, dark fino al midollo. Quanto a cerberus, il cane infernale a tre teste.. Ognuna delle tre teste ha un'espressione diversa, disperata, che a tratti ricorda un pierrot d'altri tempi e a tratti si rifa' al grande dragone cinese, che stringe tra le sue grinfie le anime dei dannati. Ne e' venuto fuori una specie di blues con un intermezzo krimsoniano, con la voce effettata che duetta con i cori di chiara matrice floydiana (un altro dei miei amori..), e un asssolo finale di chicco che secondo me e' uno dei momenti piu' riusciti dell'album.

 

 9.Già che ci siamo…a questo proposito…come vanno le cose???

Anche sul fronte presence ci sono novita'.. Sto mettendo le voci sul nuovo disco, a breve sentirete parlare anche di questo.

 

10.Menzione particolare merita pure "La Porta Dell'Inferno"…che rilegge in chiave prog

    Il melodramma italiano….o sbaglio?

Questo e' un brano che mette d'accordo un po' tutti, nel senso che in tutti i pre-ascolti che ho fatto per sondare un po' gli umori delle persone riguardo a questo disco, sempre mi hanno nominato "la porta dell'inferno" tra i piu' belli. E sto parlando di persone che esulano dal rock e dal prog, di eta' e professioni molto diverse. Innanzi tutto vorrei sottolineare l'interpretazione meravigliosa di lino vairetti.. Il brano l'ho scritto davvero per la sua capacita' espressiva incredibile e unica. .comincia con un riff di pianoforte su cui si innestano pian piano tutti gli strumenti, poi c'e' una frase di violino che e' il filo conduttore del pezzo, ed infine irrompe la voce di lino, parlata, bassa, intensa, che domina letteralmente la scena. Lui e' virgilio che incita dante ad attraversare la soglia che lo condurra' a visitare l'inferno. Dopo due strofe sue, c'e' il cantato di irvin vairetti, da me fortemente voluto, che interpreta dante e i suoi timori, le sue emozioni dinanzi a questa prova e dinanzi al suo ispiratore. Il contrasto tra la voce profonda di lino e quella alta e vellutata di irvin e' meraviglioso.

Nel finale ho inserito un terzetto con le nostre tre voci che si incrociano, per concludere con un accordo sospeso che vuole rappresentare l'entrata in un mondo sconosciuto.

Non avevo pensato al melodramma italiano mentre scrivevo, il mio faro erano come sempre il disegno di william blake e le voci di lino ed irvin, ma adesso tu mi ci fai pensare.. E' una cosa che ho nel dna, quand'ero piccola mio padre mi portava sempre all'opera, ed io ho sempre detto che secondo me il prog e' la nuova musica lirica italiana. No che non sbagli!

 

11.Sei consapevole che con "While's He's Sleeping",tu e Sonya avete creato il magico sequel

    Della bellissima "Marie Antoinette"..?

Assolutamente no! J scherzo.. Hai citato il brano che preferisco dei curved air! Comunque vorrei dire due parole a proposito di sonja.. Come per christian, ho avuto la fortuna di incontrarla l'anno scorso a roma, dove abbiamo duettato in un concerto degli oak la sera di halloween. Sono entrata nel suo camerino, e l'ho vista seduta accanto al chitarrista che provava le sue parti con una semplicita' ed una professionalita' semplicemente disarmanti. Ci siamo abbracciate e scambiate le foto con i telefoni come "two school girls" (parole sue J). Mi ha detto che il pezzo che avevo scritto per lei le piaceva tantissimo, che lo avrebbe caricato sulla sua pagina di reverbnation, e mi ha incoraggiato a continuare cosi'.. Durante la nostra corrispondenza, una volta le ho scritto una mail chiedendole per favore di correggere eventuali errori nella mia prosa inglese, e lei mi ha risposto inviandomi il testo corretto in meno di mezz'ora. La dimostrazione che piu' sono grandi, piu' sono disponibili e modesti! Sonja e' sempre stata uno dei miei punti di riferimento, ogni volta che mi chiedevano quali erano le mie voci preferite lei c'era sempre. Puoi immaginare come mi sentivo mentre scrivevo un pezzo per lei.. Quasi un sogno.. Sicuramente una visione onirica!  

 

12.A quando un duetto con la mia nonnina preferita Annie Haslam?In "Love Of Hecate"

    Sarebbe stata perfetta ...a mio parere ovviamente…

Annie haslam sarebbe perfetta in tutto!

 

13.Assolutamente delizioso l'apporto on keyboards di Elisa Montaldo….

Poetico e gotico, come lei.

 

14.Parlami un poco dello squisito "Oh Silly Pride"…

Un brano che ho scritto per il purgatorio di dante, un progeeto della musea di qualche anno fa. Anche li', mi sono lasciata trascinare dalla poetica di dante.. Dovevo rappresentare il x canto, girone dei superbi. L'allegoria bellissima immaginata dal poeta e' che queste persone, tronfie e presuntuose in vita, dovevano camminare adesso schiacciate dal peso di un masso che le costringe a stare perennemente inchinate. Ci ho messo un suono di sinth potente ed inesorabile, molto basso, per rendere l'umiliazione, e dei cori molto aerei e leggere per rappresentare il riscatto e la speranza. I versi di dante hanno ispirato la melodia.. In questo caso ho fatto tutto da sola, compreso il missaggio e la registrazione. Quasi un presagio ..

 

15.Mi è lecito affermare che "Big Red Dragon",sia lo specchio attuale dell'anima di

     Sophya Baccini??

Si, assolutamente si. Come ti ho detto prima, e' stato come un viaggio visionario, soprattutto all'interno di me stessa. La musica e' stata sempre la cosa piu' bella della mia vita, e mi ha portato le cose piu' belle della mia vita, incluso mio marito, i miei amici, i musicisti con cui ho collaborato, inclusa quest'intervista!

Ho scoperto un rapporto nuovo con le persone che mi seguono, piu' intimo.. Mentre aradìa era risultato bello ma difficile all'ascolto, con big red dragon invece mi dicono che e' assolutamente piu' immediato, piu' comprensibile, e compiuto.

Ho scoperto il piacere di mettere un po' da parte il proprio ego per calarsi in quello degli altri, e cercare di comprenderlo, e descriverlo. Ho avuto una preziosa lezione di vita da parte di grandi artisti e professionisti, ed ho intravisto una nuova strada che ha un sacco di curve, diramazioni e traverse da esplorare.

Infine, e non per ultimo, ho ritrovato il piacere di suonare dal vivo con un gruppo,  ed il rapporto con il pubblico dei concerti.

Insomma, energia.

 

16.Sulle note di "Love Of Hecate" ho esaurito le idee quindi..per favore…arrangiati a

    Concludere l'intervista come meglio credi...sono vecchio e stanco eheheh…

Vorrei salutare te, e tutti quelli che leggeranno queste righe,

Con la frase secondo me piu' bella e rappresentativa di william blake: "l'immaginazione non e' uno stato: e' la vita stessa".

E per realizzare questo lavoro, mi e' bastato usare l'immaginazione..