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Sabato 18 Luglio: il gran finale!

Il terzo e ultimo giorno di festival si apre e finalmente il cielo si è un po' annuvolato ad attenuare un po' il clima torrido. Qualche goccia di pioggia non darà certamente fastidio, anzi, la giornata sarà nettamente più godibile delle precedenti! Ancora una volta l'inizio della giornata è alle 11:30, orario difficilmente agganciabile, soprattutto oggi che le forze cominciano a scarseggiare, così siamo alla Messegelande non prima di mezzogiorno, giusto in tempo per gli ultimi passaggi degli EXUMER. Una sottile e piacevole pioggerella ci accoglie nell'area, dove già un buon numero di metal heads sono già sotto il palco.

 

Poca attesa ed ecco, intorno alla mezza, mentre pioviggina, il momento degli HIRAX e già un discreto pubblico affolla il piazzale, oggi clamorosamente fresco. I californiani sono guidati dalla forza di un frontman come Katon W. De La Pena, che si trova ad interagire con quasi tutti i presenti, buttandosi da un lato all'altro del palco in continuazione. Incurante del fatto che non è nemmeno l'una del pomeriggio e non certo di notte, incita i presenti e sfodera una prestazione da trascinatore. Uno di quei frontman che tutte le band metal dovrebbero/vorrebbero avere, no?! Lo speed metal della band americana è un toccasana per svegliarci per bene questa mattina, birra in mano, horns up... ben meglio di un caffè per colazione! Così scivolano via questi tre quarti d'ora con highlight sulle immortatli note di "Bombs Of Death ". Se il buon giorno si vede dal mattino…

 

E' ora il turno degli EXCITER e il trio canadese è sicuramente molto atteso visto il numero dei presenti. E John Ricci, Dan Beehler e Alan Johnson, di nuovo insieme da solo un anno, rispondono con uno show solido e potente, penalizzato in parte dalla copiosa pioggia che, poco dopo i canonici tre pezzi in pit per le foto, innaffiano abbondantemente l'area. Molti metaheads incuranti, o coperti da provvidenziali teli antipioggia, resistono di fronte al palco, che seppur sembri un po' vuoto –vista l'assenza di un cantante vero e proprio, ruolo che ricopre il batterista Dan Beehler - è coperto da un discreto muro di metallo, culminata in una buona discesa fra i classici della band, "Heavy Metal Maniac", "Violence & Force" e "Pounding Metal" su tutto e tutti! Caldissimo inizio di giornata!

 

Il sole torna a farsi vedere quando sono da poco passate le due e mezzo ed è il momento dei MORGANA LEFAY. Ancora un nome svedese in scaletta, quello guidato da un buon Charles Rytkönen, non certo più alle prime armi, qui a sciorinare un metallo permeato di melodie sofisticate e cambi di ritmo, giù fino all'immortale "Symphony Of The Damned". Un buon viatico per continuare alla grande il nostro ultimo pomeriggio qui al BYH, però senza infamia e senza lode, manca forse qualcosa, una verve, un calore maggiore per farci ricordare qualcosa di più del loro show.

 

La giornata continua ora con l'ennesimo nome di "culto" nord-americano di giornata, gli OMEN. Sicuramente non passano inosservati sul palco e il loro set è una goduria per i tanti metalheads sotto il palco. Come non rimanere rapiti quando sul palco sfoggiano delle grandiose "Death Rider", "Do Not Fear the Night", "Battle Cry" o "Die by the Blade"?? Se poi i nostri eroi sono in gran forma e trascinano il pubblico per tutta l'ora scarsa a disposizione, nonostante il sole caldo sia già tornato a fare capolino, una calata di energia all'insegna dell'US power metal, giù fino alle finali "Battle Cry" e "Teeth of the Hydra" che completano un set memorabile. Immortali!

 

Sono le cinque e... è il momento degli Y&T. I Californiani sono accolti da un pubblico importante e non è difficile capirne il perché, pur con un deciso cambio di genere, ci troviamo di fronte ancora gente di una grandissima classe e pedigree. E gli Y&T rispondono con una grandissima energia sul palco, onorando i presenti con le grandissime "Mean Streak", "Summertime Girls" e "I Believe In You", highlight loro e forse anche di giornata (almeno per il momento!), guidati da un'irresistibile Dave Meniketti, ancora oggi in grandissimo spolvero! Il tempo passa ma loro rimangono sempre attualissimi.

 

Mentre nel frattempo sotto la Halle s'inizia la giornata di concerti con un non meglio specificato RHANDY ROADS TRIBUTE (in gran parte perso causa concomitanze), fuori un bel sole caldo ma meno battente rispetto ai giorni precedenti ci prepara per la discesa in campo dei PRETTY MAIDS, poco dopo le sei. Il biondissimo Ronnie Atkins guida con maestria (e un savoir fare che solo i grandi frontman hanno) i nostri all'attacco di un buon pubblico, con l'asso nella manica di un recente e ben accolto "Pandemonium", protagonista di oggi così come alcuni inevitabili pezzi di una lunga carriera, non sempre su altissimi livelli, ma oggi più che mai sulla cresta dell'onda. Quando "Back To Back" e "Future World" chiudono lo show, dopo un'ora scarsa, tutti non lesinano gli applausi a questi cinque danesi in grandissimo spolvero!

 

Ancora una volta la Halle ci propone qualcosa d'interessante ma che possiamo solo sbirciare in parte visti i tempi tiratissimi: è il momento dei WARRANT, e parliamo della storica band speed-thrash metal tedesca ovviamente. Sul palco troviamo un trio compatto e la loro presenza è arricchita da un boia (viene subito alla mente il loro album "The Enforcer") con tanto di ascia, che però non è la sola cosa notevole dello show dei tedeschi, che picchiano duro, seguiti da un discreto pubblico.

 

Sono le sette e mezza, e ora ci prepariamo per un'oretta abbondante di DREAM THEATER: saranno in grado di accendere un festival con così poco tempo a disposizione per i loro standard?? Ma, alla fine, al di là di una scaletta comprensibilmente striminzita, loro sanno puntare sui tasti giusti per coinvolgere i tanti presenti sotto il palco a quest'ora. Pur orfani oramai da tempo di Portnoy hanno oramai trovato una quadra intorno a un Mike Mangini, meno ingombrante del predecessore sul palco, ma comunque ben incastonato fra i suoi virtuosi compagni di band. Passata la diffidenza iniziale, ecco che alcuni momenti di grande spessore e energia fanno la differenza, a partire dalla chicca di "Afterlife": estratto dal loro primissimo "When Dream and Day Unite", ci porta subito con la memoria al lontano 1989, e James non ha certo sfigurato su di un pezzo che era stato scritto ed eseguito da Charlie Dominici! Così da andare in archivio subito come come highlight assoluto del loro set (e forse anche di giornata!) seguito a ruota da "The Spirit Carries On", "Panic Attack" e la conclusiva "Behind The Veil". Per nulla fuori luogo pur in un festival in mezzo a band di ben altro tipo e con poco tempo a disposizione.

 

Per chi non ama i virtuosi fuori, c'è poco da attendere, poco dopo le otto è il momento dei SUICIDAL ANGELS, giovane band greca che però si è già ritagliata un certo spazio. Certo il loro thrash è abbastanza brutale e l'atmosfera qui sotto è ben calda, almeno per il discreto numero di persone che muovono vorticosamente la testa e i capelli, però vista l'ora e le concomitanze non possiamo spingerci per più di una sostanziosa occhiata al loro set.

 

Ma il momento clou dell'ultima giornata arriva quando sul palco salgono i Re del Metallo teutonico: signori e signore, gli ACCEPT. Possiamo a ragione dire che loro sono l'unico headliner vero di questo festival e il pubblico ben più numeroso rispetto ai precedenti giorni conferma l'impressione iniziale. Inutile perdersi in confronti con Udo, questo Mark Tornillo ha oramai trovato la sua dimensione di frontman e il recente "Blind Rage" che apre la scaletta con "Stampede" e "Stalingrad", è oramai un pezzo immancabile della collezione di qualsiasi fan degli Accept anche della prima ora. Meno fronzoli e scena rispetto agli headliner degli scorsi giorni ma tanta tanta energia sul palco, con i "soliti" Peter Baltes e Wolf Hoffmann a incrociare più volte le asce per la gioia del pubblico. Il resto lo fanno i grandi classici, immancabili, da "Restless and Wild" a "Princess of the Dawn", da  "Fast As A Shark" a "Metal Heart" giù fino alla conclusiva, immancabile, "Balls to the Wall" (e che altro potrebbero usare come chiusura?!). Più di un'ora e mezza di pura goduria metallica, e i presenti rispondono con grandissimo entusiasmo, per quello che alla fine risulterà sicuramente il miglior show del festival per molti. Si chiude così il sipario sul palco principale per quest'anno intorno alle undici, con ancora tanta adrenalina in corpo e le ultimissime energie quasi completamente andate.

 

Dopo aver perso completamente lo show degli ASPHYX (come spostarsi da sotto un palco quando imperversano gli Accept?!), ecco il momento dell'ultimissimo atto di giornata, il classico dei classici del BYH: i DESTRUCTION nella Halle. Le energie cominciano a scarseggiare e per fortuna oggi non si va avanti fino alle due... il trio è accolto da un foltissimo pubblico e in pochissimo tempo si scatena l'inferno fra headbanging e mosh-pit, degna conclusione di questa tre giorni, sulle note violentissime snocciolate con disinvoltura dai veterani del thrash tedesco, "Thrash Till Death", "Mad Butcher", "Tormentor", "Bestial Invasion" giù fino alla conclusiva "The Butcher Strikes Back" per citare alcuni passaggi memorabili. Un ciclone come sempre.

 

Ci accorgiamo che la festa è finita ed è il momento di lasciare la Halle anche per noi... giusto il tempo di fermarci al Subway appena fuori dall'area per un panino e gli ultimi saluti, prima del giusto riposo giacché le batterie sono ormai scarichissime, domani sarà già ora di tornare verso l'Italia in un lungo viaggio di ritorno. Anche quest'anno si è consumata un'edizione ottima, buona musica, bel pubblico, tanto metallo in tante sfaccettature, un'atmosfera unica e ricordate: BALINGEN IS COMPULSORY!!!!! Le date per il prossimo anno sono già note, dal 13 al 16 Luglio, quindi... Bei 2016 Balingen!

 

 
 

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