Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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DEATH ANGEL + guests Temporock, Gualtieri (RE) 30 Novembre 2013
testi e foto di Sembrano lontani anni luce i tempi in cui una band di cugini di origini filippine irrompeva nel bel mezzo della Bay Area, e il loro demo veniva prodotto da un certo Kirk Hammet. Di strada ne hanno fatta tanta questi Death Angel e così oggi a distanza di più di vent'anni da un debut clamoroso com'era stato "The Ultra-Violence" sono ancora qui, in giro, pur con qualche rimaneggiamento di formazione, a mettere a soqquadro le platee di mezzo mondo, pur senza aver mai raggiunto tutto il successo meritato, forse anche per colpa dello scioglimento, temporaneo, nel lontano 1991. Ma oggi sono di nuovo in pista, da più di un decennio continuativamente, e sono fra i nomi più "sicuri" su cui puntare per una serata di sano e tecnico thrash metal. Ecco quindi che queste due date in Italia a fine Novembre sono perfette per rivederli in azione, certo forse due date a poco più di un'ora di macchina di distanza l'una dall'altra non saranno il massimo e forse il pubblico non ha partecipato come dovuto alla data da noi scelta, per ovvia vicinanza -poche centinaia di metri- da casa. Arriviamo così al Temporock verso le otto e mezzo, il parcheggio non è nemmeno lontanamente gremito come pochi mesi orsono per i ben più noti Testament, ma qualcuno c'è già, ci sistemiamo ed entriamo quanto prima, trovando una pista desolatamente deserta o quasi mentre sul palco ci sono già gli ADIMIRON. Sul palco loro si danno da fare aggredendo i presenti a dovere, ma poche decine di persone sono in sala e molti se la prendono anche comoda, bevendo una birra sul divanetto. Il loro impegno è così un po' sprecato, l'energia è buona, i suoni forse non eccessivamente perfetti, non rendendo completamente giustizia al loro moderno thrash death. Da rivedere. Un po' a sorpresa, troviamo ora i DEW SCENTED: già visti su questo palco in apertura ai Testament lo scorso Marzo, i tedeschi fanno salire tempo un paio di riff l'attenzione in sala. Pur non precisamente "old style", il loro thrash tagliente è ben più ortodosso di quello della band d'apertura e come già visto in primavera, il loro solido impatto sonoro è devastante e perfetto per riscaldare l'atmosfera in sala, al momento ancora solo pochissimi gradi superiore al gelo che regna all'esterno. Guidati per mano dal buon frontman Leif Jensen, ottimo e preciso vocalmente così come nel coinvolgere i presenti, attirati ora a dovere e in numero più che degno ai loro piedi. Una mezz'ora abbondante che scivola via in un lampo, fra riff a raffica con un immediato il feeling con i presenti, che si trasforma velocemente in headbanging sfrenato, certo forse avrebbero meritato un posto più in alto in scaletta, ma essendo in Italia hanno lasciato maggiore spazio a un nome importante e italiano, va bene così!
Poco prima dell'evento principale ecco quindi gli EXTREMA: di certo non li pensavamo così in alto nella scaletta ma i presenti pian piano alimentano un parterre sempre più affollato e i nostri si meritano così sul campo la posizione. Certo sono più "modaioli" dei Dew Scented, per cui le sonorità proposte questa sera sono un po' meno nelle nostre corde, ma anche nel loro caso è immediato il feeling con i presenti, l'headbanging compulsivo e un moshpit a tratti corposo. Loro sono in buona forma e ci propongono un buon set, di circa quarantacinque minuti, a spaziare fra nuovi e vecchi classici, su tutte sicuramente le fresche "Again And Again" e "Pyre Of Fire" e la più classica "Money Talks", confermandosi una delle migliori realtà italiane in ambito thrash death, di sicuro quando anche loro abbandonano il palco, il pubblico è caldo a puntino per proseguire la serata.
Sono oramai le undici passate quando sul palco arriva finalmente il momento dei DEATH ANGEL. Da poco hanno pubblicato un nuovo album, "The Dream Calls For Blood", così è facile attendersi una scaletta incentrata sulle cose più recenti, ovvio focalizzarsi sulla resa live. Dobbiamo anche dire che quando parliamo degli americani non abbiamo grandi dubbi su quando ci aspetteremo sul palco, in quanto, loro come pochi altri, sono quasi una sicurezza. Il piccolo-grande frontman Mark Osegueda è ancora lì a capitanare la brigata e ad afferrare per mano i presenti, ora in numero più che sufficiente. Pur visibilmente invecchiato (forse anche colpa della nuova capigliatura senza dreadlocks?!), non denota grandi cali vocali nell'affrontare questa serata, lavorando sempre alla grande soprattutto con Rob Cavestany, chitarrista sicuramente sopra le righe in quasi ogni momento del set. Suonano tecnicamente quasi ineccepibili, potenti e violenti il giusto, ma senza tirarsela e anzi Mark ne approfitta per interagire con i presenti ed esprimere il proprio legame con l'Italia ogni qual volta c'è una pausa. Gli elementi più nuovi sul palco, ovvero la sezione ritmica di Damien Sisson (forse il più "poser" del gruppo con pose poco thrash ma ben piazzato sul suo basso) e Will Carroll, arrivata da quattro anni, si è oramai integrata a dovere e la resa sul palco ne beneficia, mentre il lavoro di Ted Aguilar è più nell'ombra ma comunque sempre preciso e presente. Il nuovo e freschissimo materiale, parte preponderante nella scaletta, è accolto con calore dai presenti e ben s'inserisce in una serata che ha ancora, inevitabilmente, il fulcro incentrato sulle varie "The Ultra-Violence", "Evil Priest" o "Mistress Of Pain", così come un po' a sorpresa (ma non troppo, vista la presenza come bonus sull'ultimo lavoro) troviamo anche la cover di "Heaven And Hell", incastonata nella storica "Bored". La risposta deipresenti è sempre energica e un moshpit si forma fin dalle prime note, arrivando ora fino alle -poche- transenne poste di fronte al palco. Un palco che stasera ci appare più alto e godibile rispetto al passato, nota positiva per il locale (ricordiamo ancora i Testament e la fatica per chi non era in primissima fila a vederci qualcosa!). Un'ora e mezza circa volano in loro compagnia e siamo già ai titoli di coda, ma tutte le energie dei presenti pensiamo siano ora al lumicino. Grande set, ottimi suoni (non scontati in una discoteca come questa) e conferma se ancora ce ne fosse bisogno della validità dei Death Angel, che fra le altre cose pare abbiano riservato per questa serata un set diverso da quello di Brescia, facendo felice chi si è concesso entrambe le date.
Sembra tutto finito ora, alcuni già sfollano, e invece, dopo una breve attesa, su di un palco improvvisato nell'angusta saletta metal, ecco i reggiani INJURY a completare la serata con una quarantina di minuti di old style thrash che sembra provenire direttamente dalla Bay Area. Certo i presenti riempiono facilmente la sala e seguire il set è difficoltoso, i suoni non sono buoni come in sala centrale, ma se qualcuno aveva ancora un po' di energia ecco un altro momento interessante prima di lasciare definitivamente il campo ai ragazzini che come ogni sabato invadono il locale emiliano. |
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