I
Kamelot sono tornati. E non solo dal vivo. Un disco più che discreto
(quasi buono se vogliamo dirla tutta) che finalmente riporta stabilità ed un
tour da headliner che finalmente li catapulta nuovamente al centro della scena
metal. Sono passati anni da quando vidi la band di Thomas Youngblood dal vivo,
c’era ancora Roy e molti dischi non erano stati ancora registrati, ma la
sostanza non è diversa da quella del 13 novembre 2012. Una prestazione fatta di
canzoni e professionalità, precisione e determinazione a servizio di un pugno di
canzoni vincenti ed apprezzate dai fan italiani. Ma prima dei bravi Kamelot è
necessario parlare delle 3 band che sono state protagoniste della serata
bolognese: i Blackguard, i Triosphere e gli Xandria. I
primi seppur bravi e coinvolgenti non sono stati in grado in convincermi
appieno, nonostante i ragazzi sotto il palco apprezzassero appieno la proposta
dei canadesi. Un death melodico (o giù di lì) poco più che sufficiente dal vivo
non può mutare in qualcosa di miracoloso in sede live. Discreti dal vivo, ma
niente di significativo da tramandare ai posteri. Discorso diverso per i
Triosphere, combo a me del tutto sconosciuto che ha saputo solleticare la
mia curiosità con belle canzoni ed una prova da applausi. Il loro symphonic/prog
mi ha convinto, facendomi ritornare alla mente sensazioni che credevo perse
dalla dipartita degli Angel Dust. La brava Ida (voce e basso del quartetto
norvegese) ha saputo sfruttare la mezz’ora offerta da questa serata, con canzoni
compatte, di qualità e dalla apprezzabile melodia. Una sorpresa talmente gradita
che non ho potuto far a meno di prendere i loro due dischi tra le mille offerte
del merchandise. Per il sottoscritto la migliore band di supporto della serata.
Discorso assolutamente diverso per gli Xandria. Mi spiace davvero per i molti
fan degli Xandria, ma la prova del quintetto tedesco è stata
assolutamente deludente. Slegati, poco convincenti e drammaticamente “cheesy”
nelle loro melodie. Molto mestiere e “pose” da anni ’80, ma la sostanza è di
certo mancata. Un concerto sbagliato? Forse, ma non credo ci sia molto di più
nel loro canonico heavy sinfonico/operistico. Dopo una breve attesa è stato
finalmente il momento degli headliner ed una “Rule the World” a sorpresa
scelta per aprire il live dei Kamelot. Una canzone lanciata addosso ad un
pubblico desideroso di rivedere finalmente il quintetto Americano/Europeo in
Italia. Inutile dire che tutti gli sguardi erano rivolti verso il nuovo
“cavaliere”: Tommy Karevik, e la prestazione del vigile del fuoco (!!!!) svedese
è stata convincente e professionale. Perfettamente a suo agio nell’interpretare
le canzoni scritte e cucite a misura di “norvegese”. “Center of the Universe”,
“Karma”, la terremotante “March of Mephisto” e “Forever” sono apparse
convincenti anche con una voce diversa, ma sempre educata e potente. Presenti
anche le nuove “Torn”, “Song For Jolee” e “Sacrimony” , in grado di non
sfigurare di fronte ad una serie di canzoni storiche ed amate da un pubblico
molto eterogeneo. Un gran bel concerto ed un pubblico soddisfatto appieno dalla
prova dei Kamelot e di tutte le altre band presenti. Ora non resta che
attendere per vedere se i problemi di stabilità siano definitivamente risolti,
perché con il prossimo disco e tour i Kamelot dovranno dimostrarsi nuovamente
grandi come qualche anno fa. Avanti così.