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Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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SPECIALE MUSKELROCK 2014 Alvesta (Svezia), 29-31 Maggio 2014
Testi e foto di
Confermata
prima di tutto la formula che vuole non più di millecinquecento presenti, pur se
l'area potrebbe contenerne almeno anche il doppio e negli anni '60 era arrivata
a ospitare quasi 3700 paganti per un evento! Confermatissimo anche
l'Extra-strong ticket venduto in abbinata alla maglietta del festival e altri
gadget, e i biglietti disponibili solo in prevendita. Dopo l'entusiasmante
quinta edizione dello scorso anno, condita dell'effetto sorpresa del bill
segreto, gli organizzatori sono tornati alla formula classica, quindi sappiamo
già cosa ci aspetta per questa tre giorni, il che è buono per studiare un po' i
nomi in anticipo, meno per la suspense di arrivare qua e scoprire piano piano
chi ci è stato proposto. Anche se come vedremo soprese, positive (molte) e
negative (poche), ci saranno strada facendo, come praticamente a ogni edizione.
Di sicuro quest'anno mancheranno i combattimenti di wrestling delle istrioniche
stelle svedesi, comunque presenti, come in ogni edizione, in questo caso a fare
da presentatori. Qualche piccola modifica è stata apportata, migliorati i
servizi igienici e leggermente ampliato il menù delle cibarie a disposizione,
non moltissime ma comunque sufficienti a sopravvivere tre giorni, dopo la pizza
abbiamo visto anche cibo vegetariano quest'anno. Potenziato il servizio d'ordine
con frequenti passaggi degli onnipresenti, inquietanti quanto basta per tenere
tutti bada e massicci uomini della Vakt per un festival come sempre però molto
tranquillo pur con l'alcool libero di entrare dalle porte almeno fino alle
diciotto di ogni giornata, escluse solo, giustamente, le bottiglie di vetro. Ma
alla fine serviranno a poco se è vero che le transenne sotto il palco da queste
parti nel 99% dei casi sono sufficienti a garantire ordine e non si sono
segnalati problemi particolari se non dovuti a qualche barcollamento da sbornia
finito a terra… Piccola importante nota va sugli aggiustamenti degli orari,
volti a evitare di avere concerti alle due di notte all'esterno, visto il freddo
delle notti svedesi, molto apprezzato. Il palco principale è ancora lì, una
casetta di legno appollaiata su di una collina rocciosa, sulle stesse assi dove
probabilmente nei sixties, prima era d'oro del Tyrolen, si è esibita gente
LA PRIMA GIORNATA: GIOVEDI' 29 MAGGIO I piani, stesi come sempre con largo anticipo a inizio anno per noi erano ben chiari: La partenza spostata all'alba del Giovedì, quando spiccando il volo mattutino delle sette da Malpensa a Copenaghen saremo in loco per tempo e con anche un buon margine. Il tutto è però stato scombinato dal comunicato di qualche mese fa in cui gli organizzatori annunciavano che, essendo oggi giorno festivo e partendo un lungo ponte (in Svezia si festeggia anche il giorno dell'Ascensione e il 29 Maggio è segnato in rosso sul calendario), anziché il "solito" giovedì sera di riscaldamento… avrebbe previsto un giovedì a pieno titolo giornata di festival con partenza alle due del pomeriggio. Così comincia la corsa contro il tempo: dopo aver attraversato in treno il ponte che ci divide dalla Svezia, scopriamo che di là i treni sono più radi –come ogni Domenica- e i negozi, soprattutto quelli di alcolici, perlopiù chiusi. E man mano che ci avviciniamo, le lancette scorrono veloce verso e poi ben oltre le due del pomeriggio. Ci dotiamo della necessaria auto a noleggio a poca distanza dal festival, andiamo a caccia di cibo –trovato- e bevande –solo analcoliche o pochissimo alcoliche poiché oggi gli appositi negozi sono chiusi- e ci sistemiamo al "solito" B&B. Da queste parti siamo oramai così di casa da poter alloggiare nel solito posto, anche se i proprietari se ne sono fuggiti proprio in questo periodo per le loro vacanze in Grecia… cose che succedono solo in Svezia! Dopo un breve riposo –doveroso vista la sveglia prima dell'alba- raggiungiamo il Tyrolen nel pomeriggio inoltrato quando alcune band hanno già suonato. In realtà il tutto aveva avuto inizio già la sera prima con uno show di riscaldamento dei Dynamite in occasione del release party di "Blackout Station", ma qui era fisicamente impossibile per noi esserci.
Arriviamo quindi un po' lunghi e ci perdiamo completamente i nomi di apertura, gli estremi VORNTH e con grande dispiacere soprattutto i newcomer classic metallers AMBUSH di cui tanto bene avevamo sentito parlare ma a quell'ora eravamo ancora in viaggio. Mentre sbrogliamo le pratiche per dotarci del braccialetto del festival, al solito vagone di legno adibito a ufficio-cambio biglietti poco prima dell'entrata, stanno già suonando i norvegesi TOMBSTONES sul palco piccolo. Tempo di prenderci una birra e scendere sotto il palco e il loro set è già finito, ragion per cui non ci permettiamo di perderci in commenti sul loro doom-stoner.
Sono le cinque del pomeriggio e siamo finalmente pronti a goderci il primo nostro vero set di giornata, sul palco principale, all'aperto, è il turno dei BEAST. Di sicuro si fanno notare non solo per l'ammaliante singer Maria e per il look azzeccato dei nostri, ma anche per uno show a gas spalancato. Di sicuro l'ambiente svedese è inflazionato di band di questo tipo ma il quintetto di Stoccolma ha qualche numero per emergere: dalla grande energia sul palco della front-woman a una serie di buoni pezzi di hard rock'n'roll, adrenalinico e permeato di riffoni potenti e rumorosi, che attendiamo presto sull'annunciato debut album. Sul finale sfoderano un'ottima cover di "Swords and Tequila" dei Quite Riot con la cantante che scende fra il pubblico: ottimo inizio di giornata con il botto dopo la lunga corsa. Da tenere d'occhio… e faremo in modo di non perderceli la settimana prossima allo Sweden Rock Festival! Piccole stelle emergono. (VOTO: 75/100)
Ci aspetta ora un bel cambio di ritmo tornando al coperto per i KATLA. Band che ci propone uno psych anomalo, diremmo più heavy e variegato del previsto, mentre il look è imperniato su di un largo uso di face painting -non proprio alla Kiss però chiaramente. Gli svedesi sono guidati dalla cantante Lisa, vestita di bianco, e che arricchisce la trama musicale con l'uso di violino elettrificato e theremin: un sound che ci catapulta in pochi attimi indietro ai sixties, primi seventies, con molta attenzione per tutti i dettagli. Un set comunque interessante e che rapisce per una quarantina di minuti i presenti, grazie anche all'atmosfera vintage del Tyrolen, anche se non sarà proprio ricordato come il momento più intenso della giornata. (VOTO: 65/100)
Nuovo capovolgimento di fronte verso le sette quando all'esterno è il momento degli SCREAMER. Gli idoli di casa –abitano a mezz'ora di strada dal Tyrolen- sono accolti calorosamente da un foltissimo pubblico, anche se oggi si presentano la prima volta senza il loro leader e fondatore Christoffer Svensson, uscito per motivi personali meno di un mese orsono, sostituito oggi per la prima volta live da "Burning Fire" dei Night alla voce e basso. E per essersi trovati da pochissimo con il nuovo cantante, la band svedese pare comunque aver ben assorbito il colpo. Di sicuro i nostri si danno da fare per non far assolutamente sentire la mancanza del loro leader e i pezzi scorrono giù veloci in un crescendo di vibrazioni positive fino a "Screamer" non lasciandoci insoddisfatti. Energici e classici, potenza e metallo, alla fine nonostante la defezione dell'ultimo momento, una band solida come ci aspettavamo, all'altezza del debut album che tanto ci aveva ben impressionato alcuni anni fa. (VOTO: 85/100)
L'ora di cena è arrivata giusto in tempo e sotto il tendone si smorzano di nuovo i ritmi con i doomster norvegesi MAGISTER TEMPLI in tour, fra l'altro anche dalle nostre parti (ma quando noi saremo ancora in Svezia), con gli Slough Feg. Mentre ci godiamo un piatto di riso e spiedini e una birra fresca, di fronte possiamo anche goderci questo doom molto anomalo con lunghe cavalcate e riff più heavy a dare movimento al set comunque eseguito con buona classe, insomma un crescendo di energia contrastante e non scontato che fa breccia ben presto anche su di noi, appena finito di rifocillarci. Una piacevole sorpresa proprio quando pensavamo di rilassarci nella cena. (VOTO 80/100)
Mentre la sera molto lentamente prende il sopravvento, all'esterno è il momento, per noi molto atteso, degli HORISONT, che già avevamo visto da queste parti, ma sul palco piccolo, nel 2010 e, soprattutto, nel 2012. Ora sono arrivati al palco principale e l'etichetta di nuovi Graveyard incomincia a stare stretta. La loro fama è cresciuta a dismisura a giudicare dal folto pubblico che risponde divertito e danzante all'hard rock settantiano del quintetto di Goteborg che fra pochi giorni sarà anche al ben più grande Sweden Rock Festival. Si sono trovati una loro piccola personalità pur restando in ambiti molto circoscritti, ma l'energia che sfoderano, la personale voce di Axel Söderberg, completano il quadro che già ci aveva ben impressionato su disco con i recenti "Second Assault" e "Time Warriors". Come molte altre band svedesi non ci offrono solo un bel salto nel passato, plagiando sonorità e look lontani, ma danno sfoggio di energia, giuste melodie e cambi di ritmo e sostanza, in forte ascesa. (VOTO: 85/100)
Ancora una volta oggi la scaletta ci riserva un cambio di ritmo doloroso, quando è il momento degli statunitensi WITCH MOUNTAIN. Peccato perché il loro doom arrivando dopo tanta carica è un po' un calo di tensione e il pubblico seppur caloroso nei confronti della band di Portland, non è numerosissimo. A parte qualche impennata sciorinano un doom stoner molto classico, guidati dalla singer Uta, dalla voce eclettica che segna la caratteristica anomala della band, alternando vocalizzi puliti a più sporchi e aggressivi growl. Annunciano anche un nuovo lavoro in arrivo, "Mobile of Angels" e sicuramente hanno fatto centro con i presenti, non essendo comunque una vera novità, e pur non facendo ballare e divertire come altri, sfoggiano un bel set pure loro. (VOTO: 70/100)
La notte ha finalmente preso il sopravvento quando è il turno del primo headliner di questa edizione, e troviamo così una chicca, un set sicuramente insolito da queste parti, ma non per questo meno seguito: CLAUDIO SIMONETTI'S GOBLIN. Sì avete ben capito, dopo l'ottima performance dell'anno scorso dei Dark Quarterer, stavolta il tricolore ha sventolato addirittura da headliner. E incredibile è anche la partecipazione del pubblico svedese per questo "anomalo" show a base di tastiere e colonne sonore. Questa reincarnazione dei Goblin, dopo varie vicissitudini lunghe quarant'anni, nasce mettendo insieme al capitano tastierista creatore di tante colonne sonore, Claudio Simonetti, due ex New Goblin, Titta Tani alla batteria e Bruno Previtali alla chitarra. A loro si unisce un ex Daemonia al basso Federico Amorosi, e questi Goblin portano sul palco uno show che riesce nell'intento di tenere incollati i presenti per novanta minuti circa seguendo un percorso sì noto ai più, che spazia fra le varie cose fatte per Dario Argento ma non solo, ma comunque con uno show perlopiù strumentale. Una grande rivelazione e sicuramente, anche per noi, una piacevole sorpresa. Superati gli iniziali problemi tecnici alle spie di Previtali, lo show prende quota velocemente, passando per alcuni pezzi di grandissimo impatto come "Zombi", "Suspiria" (dove il pubblico risponde entusiasta all'invito a cantare il "la-la-la-la"), "Tenebre", "Phenomena" e, ovviamente l'immancabile "Profondo Rosso", tanto da meritarsi un'acclamazione da bis nel gelo della notte svedese, mitigato solo dal calore del pubblico. (Voto: 85/100)
La tradizione continua e anche quest'anno a chiudere una delle giornate di festival sul palco piccolo tocca agli idoli locali, gli old school thrasher ANTICHRIST. Osannati dal pubblico del festival, con magliette e toppe che superano quasi quelle dei più noti Bullet padroni di casa fra i presenti, l'anno scorso ci avevano pesantemente deluso alla voce "cantante", non proprio presente del tutto. Il pubblico si scalda riempiendo il tendone all'inverosimile e loro stavolta rispondono con un concerto questa volta all'altezza. Pogo e stage diving la fanno da padrone per tutti i tre quarti d'ora scarsi a disposizione e per la prima volta interviene la security sotto il palco ma come sempre il tutto si risolve senza grandi problemi. Insomma uno show finalmente all'altezza delle attese, potente rullo compressore e senza grandi soste, insomma quanto si merita un pubblico così giubilante. Una pronta rivincita! (VOTO: 85/100)
Ci sarebbe ora anche un po' di after-show ma, essendo noi cotti dalla lunga e intensa giornata, e non avendo molto da bere (l'aftershow party prevede di rifornirsi dal baule dell'auto essendo un po' una festa auto-gestita… all'esterno dell'area del Tyrolen) e così la cosa migliore da fare pare essere prendere in mano l'auto e tornare a goderci il meritato riposo nella quiete del nostro B&B. (1/3, CONTINUA)
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