Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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SPECIALE MUSKELROCK 2014 Alvesta (Svezia), 29-31 Maggio 2014 Testi e foto di
LA SECONDA GIORNATA: VENERDI' 30 MAGGIO Dopo la corsa del giorno prima, oggi ce la possiamo prendere molto comoda, ed essere al Tyrolen con il giusto anticipo, dopo l'una. Ci perdiamo giusto la presentazione del libro di Janne Stark, ma tant'è sarà stata tutta in svedese e giustamente dedichiamo un po' di tempo a fare acquisti di bevande alcoliche prima di raggiungere l'area del festival.
L'inizio di giornata è scoppiettante grazie al primissimo set, verso le due del pomeriggio, sotto a un caldo –ma non troppo- sole, sul palco principale è il momento delle giovanissime spagnole LIZZIES, vent'anni scarsi. Accolte da un pubblico abbastanza numeroso per l'ora, loro incitano i presenti a bere e fare festa (cosa che regolarmente faranno per tre giorni anche loro mischiate tranquillamente al pubblico!). Guidate dalla scatenata singer Elena, le madrilene sparano sul pubblico bordate di Heavy Metal classico. Il loro set, avendo alle spalle solo un EP e un demo, è arricchito da un paio di cover, certo non scontate come "Heavy Metal Ears" (dei Picture) e "On The Run" (dei Cruxifixion), che ben sono accolte dai presenti così come il loro inno "Heavy Metal Warriors". Certo peccano ancora un po' di esperienza, ma il loro impegno e divertimento sul palco è ripagato dal calore dei presenti, che ricorda quasi quello, sempre da queste parti, per i rock'n'rollers spagnoli 77 qualche anno orsono. Chiamate sul palco di nuovo a gran voce dal pubblico –nel frattempo sempre più folto- risuonano un pezzo a richiesta, incredule. Di nuovo un inizio con il botto, e piccole stelle crescono… (VOTO: 75/100)
Ben altra accoglienza, la più scarsa dell'intero evento, sul palco piccolo quando è il momento dei SERPENT WARNING, band finnica dedita a un doom classico con voce femminile. Partono lentamente come da copione riprendendo quota strada facendo ma alla fine non succede come altre volte in cui dopo un inizio lento il pubblico fluisce a riempire la sala. E forse molti hanno preferito rimanere fuori a godersi il sole perché non propriamente attratti dalla proposta musicale dei finlandesi, di certo non degna di essere mandati deserti, ma nemmeno così notevoli da meritare il successo. Da migliorare sicuramente la presentazione sul palco, senza sembrare fuori posto. Senza infamia né lode, ce li godiamo ben seduti birra in mano. (VOTO: 60/100)
Si torna all'aria aperta per il set dei MUD WALK, che ci riservano un altro bel tuffo in sonorità seventies molto amate da queste parti. Anche se dobbiamo dire che ce li aspettavamo molto più psych, alla fine rimaniamo colpiti da un set molto tirato, con lunghi assoli di chitarra. Insomma ci ricordano molto i Blues Pills, già visti da queste parti alcuni anni orsono. Di sicuro coinvolgono molto più i presenti dei Serpent Warning, certamente una delle sorprese di questo festival, giustamente posta sul palco principale. Melodie calde ed energia, quanto serve per fare ripartire il nostro pomeriggio senza però enormi scossoni. Classica band da Muskelrock. (VOTO: 70/100)
Ancora una volta il palco minore fa scendere i ritmi quando viene il momento degli OCEAN CHIEF. Caratteristica che salta all'occhio immediatamente in questa band è il batterista cantante, Tobias Larsson, un set che attraversa le selve di un classicissimo doom, alternato a movenze più stoner, il tutto però accumunato da pezzi lunghi e lentissimi, mandando in trance i presenti. Certo alla fine non sarà uno dei concerti memorabili per energia pura, ma un puro e duro concerto doom, senza fronzoli e compromessi, insomma da intenditori del genere. (VOTO 60/100)
Nulla a che vedere con i successivi PROTECTOR che mettono a ferro e fuoco il palco esterno pochi attimi dopo. Certo a vedere l'intrattenibile cantante Martin Missy borchiato di tutto punto ma con la maglietta degli Scorpions non si direbbe, ma quando lo show parte le bordate di old school death thrash tiratissmo che sfoderano i tedeschi, si incendia l'area sotto al palco. Tedeschi ma con nuova base in Svezia e il cantante fa anche fatica a parlare inglese tanto che parla perlopiù in tedesco... perdonato per la prestazione offerta! Un set che spezza in due la giornata, con violenza ed energia. Sempre Missy si rende protagonista, scendendo fra il pubblico giù dalla collinetta a fare headbanging con il pubblico durante gli assoli. Rullo compressore! (VOTO: 80/100)
Sono le sette e come il solito, questo slot sul palco piccolo è congeniale alla nostra "pausa" cena fronte palco: tocca ai finnici SEREMONIA allietare il nostro cibarci. Certo ci aspettavamo un altro set sul doom invece ancora una volta troviamo qualcosa di difficilmente decifrabile. Ottimo comunque per il momento: un mix di suoni psichedelici, ma tale termine non renderebbe giustizia al loro stile ben più variegato e oscuro. Sicuramente altro nome inaspettatamente interessante. (VOTO: 70/100)
E il ritmo torna caldissimo verso le otto quando ritroviamo gli OVERDRIVE: avevamo già avuto il piacere di vederli all'opera nel 2010 sempre qui e oggi abbiamo la conferma del loro stato di forma. Il seguito degli idoli svedesi è notevole, tutto è tirato dalla giovane età del cantante Per Karlsson, che a tratti si scambia anche di posto con il bassista Pelle Thuresson, pur essendo lui notevolmente meglio dietro il microfono. Regalano anche una scenetta con alcuni personaggi vestiti da guerrieri vichinghi che fingono un combattimento. Nel complesso sono comunque ancora energici, loro che in gran parte vengono dalla formazione nata nel lontano 1980 e si divertono sul palco anche oggi come il ben più giovane cantante. "Mission of Destruction", "Lady Luck" e "Overdrive" chiudono in bellezza l'ora a disposizione. Se i giovani seguaci della NWOBHM sono sulla cresta dell'onda almeno da queste parti, loro che la storia l'anno fatta, sono ben all'altezza nonostante gli anni che inesorabilmente li hanno scalfiti. (VOTO: 80/100)
L'atmosfera è permeata di carica e casca così a pennello il primo set energico sul palco minore: tocca ai RANGER, ennesima band finnica di oggi, tutta un'altra storia però rispetto ai nomi arrivati finora su questo palco. Sono abbastanza old school da vendere il loro i loro demo o EP solo su cassetta oppure su vinile 7" (vedi il recente "Shock Skull"), e il loro speed metal raccoglie molti consensi fra un pubblico folto e impazzito quasi quanto per i casalinghi Antichrist! Forti di questo supporto da parte del pubblico lo ripagano con un set energico e devastante, pur per un set di soli quaranta minuti che volano in loro compagnia. (VOTO: 85/100)
Ogni anno gli organizzatori ritagliano un nome storico proveniente dall'est Europa, così dopo la clamorosa partecipazione degli Aria l'anno scorso, questa volta è il turno dei TURBO, band polacca proveniente dal lontano 1980, ma in piena rinascita dopo l'uscita del recente "The Fifth Element" anche in inglese, tanto da non sedersi sugli allori del lontano passato ma portando sul palco un buon show con il loro metal bello tirato e vivo. Perlopiù cantano nella loro lingua madre –non chiedeteci i titoli per favore…- ma il pubblico risponde incredibilmente partecipe. Un altro dei momenti per cui è opportuno venire al Muskelrock, le chicche dai paesi dell'est Europa, spesso un'ottima sorpresa! (VOTO: 80/100)
Si continua sotto il tendone, dove la temperatura dell'aria è sensibilmente più bollente, con gli statunitensi SLOUGH FEG. Uno dei nomi che attendavamo di più e che non ha certo deluso le attese: il pubblico è quello delle grandissime occasioni, caldo e partecipe, ripagato da un set di certo fuori dagli schemi più classici. Il loro metal con influenze celtiche è alla Thin Lizzy ma ben più heavy e comunque con una propria personalità. E con il frontman Michael Scalzi, quasi costantemente arrampicato, con la sua chitarra, sulle casse vicino alle transenne, ad annullare il poco spazio ricavato fra band e pubblico per i fotografi e la security in questo piccolo stage. Questo contatto e l'energia che sprigiona il quartetto sul palco giovano a favore della buona riuscita del set. Piacevole conferma! (VOTO: 80/100)
L'headliner di oggi arriva quando la notte, fredda, anche se più affrontabile del giorno precedente, ha preso il sopravvento ed è scoccata la mezzanotte: tocca a ULI JON ROTH chiudere la giornata sul palco principale. E' passato qualche anno da quando in una recente scorribanda qui in Svezia c'era capitato di vedere all'opera il chitarrista tedesco e la posizione di headliner ci pareva ben meritata. Ma.. stasera forse qualcosa non ha girato a dovere: la band non si rivela, infatti, troppo all'altezza, non parliamo di abilità strumentale, ma è troppa poca l'energia che trasuda il palco, se non fosse per la stella di Uli e qualche passaggio di Scopionsiana memoria, come le immortali "All Night Long", "In Trance" o la finale, "Dark Lady" l'esibizione sarebbe stata da bollare come ampiamente sotto le attese. Certo vedere Uli sul palco è sempre un piacere, ma, forse perché abbiamo ancora vivida nella mente una memorabile esibizione con gli Scorpions di pochi anni fa allo Sweden Rock, la delusione non manca. Bello ma non eccezionale come ci si aspetterebbe da questo pezzo di storia. (VOTO: 70/100)
Poco dopo l'una arriva quindi il set di chiusura con i finnici (I AM THE) MANSION. E come spesso accade, l'ultimo atto di giornata è anche uno dei più "difficili" da definire. Già dalla presentazione enigmatica, tanto che pare il nome venga da un culto cristiano apocalittico finlandese, tale Kartanoismo, e quindi è facile intuire i temi occulti e quando la cantante si presenta recitando la parte di un predicatore, il tutto però con look molto seventies, ma anche new wave, e un sound indecifrabilmente psichedelico, doom, rock, settantiano. L'inizio è lento e difficile, poi il set si riprende con pezzi più "orecchiabili" e prende quota, dando l'atmosfera giusta a questa chiusura di giornata. Oscuri quanto basta. (VOTO: 70/100)
Questa sera siamo ben più in forma della precedente e così ci concediamo una sosta al tendone dell'after-show, dove stanno finendo il loro set i FIVE FINGER DISCOUNT. La location del tendone da circo è stata leggermente spostata verso un boschetto che si trova dietro alla collinetta del palco principale, ma appena fuori dall'area, dove, attraversando un ponticello illuminato da candele, si raggiunge l'area dove, nel minuscolo palchetto, stanno ancora esibendosi i punk / rock'n'roll / rockabilly –ers svedesi. Certo la situazione è come sempre divertente anche se poco c'è dato a vedere, poiché i presenti oscurano la vista del palco inesistente e improvvisato in un angolo. La festa va avanti quindi con il DJ che spara i grandi classici, semplice modo per tenere occupati i presenti il cui livello di alcool è oramai altissimo.
Mentre la luce già sta per fare capolino –come sempre, a Giugno da queste parti succede molto presto la mattina- facciamo rientro al nostro B&B per il meritato riposo dopo una lunghissima giornata di concerti e prepararci per il gran finale di domani! (2/3, CONTINUA)
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