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Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
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SPECIALE MUSKELROCK 2017 Tyrolen, Alvesta (Svezia), 1-3 Giugno 2017
Testi e foto di
Mentre quasi tutti fanno la gara a “chi ce l’ha più grosso” (parlo di festival) c’è ancora qualche organizzatore che ragiona pensando per prima cosa a fare le cose per bene e a far divertire il pubblico: non sempre grande vuol dire bello, alle volte un festival piccolo, ma con l’atmosfera giusta, l'aria di party che dura per quatto giorni -senza grandi soste quasi nemmeno per dormire con feste notturne che arrivano al mattino- e il mix di band giuste. Non quelle più in voga, ma oramai c'è uno zoccolo duro di appassionati che verrebbe anche a scatola chiusa: questo è il Muskelrock.
Anche noi facciamo oramai parte di questo
zoccolo, dato che, quasi ogni anno, oramai dal 2010, non perdiamo l’occasione di
tornare nel posto dove il tempo sembra essersi fermato e il metallo classico è
più vivo che mai: il Muskelrock! Così anche quest’anno ci siamo concessi qualche
giorno fra le foreste e i laghi svedesi per la nona edizione di questo piccolo
festival di culto da cui si sa sempre cosa aspettarsi, all’insegna di Peace, Fun
& Heavy Metal! Tempo fa venivamo a questo festival a mo’ di antipasto per il ben
più grande Sweden Rock, che si tiene il weekend successivo, ma nelle ultime due occasioni abbiamo preferito
concentrarci sul piccolo ma vivace weekend dalle parti di Alvesta, nella cornice
del parco anni ’60 del Tyrolen. E, come qualche amico svedese ha anche ammesso,
forse è meglio così, perché in realtà tanti di coloro che conoscono le due
realtà ritengono molto migliore l’atmosfera e il clima di festa da queste parti,
senza l’organizzazione onnipresente dell'enorme parente maggiore, ma con una
freschezza maggiore e tante chicche meno conosciute dal pubblico mainstream ma
sempre ben apprezzate da queste parti. E in fondo alla domanda di rito “Per che
band siete venuti qui??” segue sempre un lungo tentennamento che culmina
immancabilmente in un “veniamo per il festival, le band valide ci sono sempre,
ma il bill non è l’elemento più importante!”. Ed effettivamente, dove, altrove,
“headliners” come Raven, Girlschool o Coven attirerebbero circa millecinquecento
metallers paganti, se non qui al Tyrolen?! Il festival si è oramai consolidato
attorno ad alcuni punti fermi funzionanti e si cerca giustamente di cambiare il
meno possibile. Quello che spicca al di là di tutto è, oltre all’atmosfera
unica, la location: recuperata alcuni anni fa dagli organizzatori, dopo che era
stata abbandonata dopo i fasti degli anni ‘60/’70, emana ancora il fascino di un
posto antico semplicemente ri-funzionalizzato all’uso moderno. Il palco “grande”
con grandi dipinti a tema Venezia (non a caso chiamato “Venedig”) è in una
casetta appollaiata su di una collina. Mentre il palco “piccolo” è sotto un
capannone circolare di legno (da qui il nome “Rotundan”) ampiamente decorato con
colori vivaci e figure originali dei tempi. Qui sotto dove c’è anche un grande
bar e il ristorante principale, ampio spazio persedere e… quest’anno anche un
pianoforte a uso dei presenti, oltre ad altre amenità come l'immancabile tavolo
da ping pong. La scelta del cibo è sparsa nell’area ma non vastissima, va da
piatti a base di luganiga locale, piatti vegan, hamburger anche vegani, hot dog
e le classiche
Il viaggio Quest’anno ci siamo avviati il mercoledì mattina all’alba, per prendere un volo mattutino verso Göteborg, in modo da goderci con calma anche una sorta di un-official warm-up che ci eravamo sempre persi. Presa l’auto a noleggio in poco più di un paio d’ore siamo al nostro B&B in mezzo al bosco, a “walking distance” dal Tyrolen. Ovviamente non dopo aver fatto il pieno di birre sulla strada, nei negozi di stato Systembolaget, sosta obbligatoria per questo genere di vivande. Dopo esserci cibati nel ridente quanto ancora dormiente centro di Alvesta, siamo nel parcheggio del Muskelrock sotto sera: pesanti nuvoloni e un vento gelido ci fanno capire che sarà una quattro giorni molto strong. Molti stanno ancora arrivando e il campeggio è ancora a metà servizio, ma pian piano la serata si ravviva, dopo qualche birra di “aperitivo” siamo pronti anche ad addentrarci sotto il tendone da circo esterno dove –come ogni anno- si terranno gli interminabili after-show party ed anche alcuni concerti ospitati da un carro da trattore allestito appositamente. Il tutto è gestito dalla Live Evil, organizzazione “gemellata” che organizza festival a Berlino e Londra. Pian piano il primo party prende vita e così è un attimo –e svariate birre- trovarsi all’alba –che qui arriva alle tre e mezza/quattro-ancora in piedi a far festa, quando è il momento di fare ritorno al B&B… dopo ventitré ore in piedi forse è meglio riposarsi un po’ in vista del vero e proprio inizio di festival!
Giovedì 1 Giugno La prima giornata di festival è il Giovedì e il tempo è abbastanza buono, soleggiato e caldo. Ci incamminiamo poco dopo mezzogiorno e in breve siamo al festival. All’interno stanno proiettando un film, chiaramente in svedese, “Too Big For The World”, documentario su di una bodybuilder cinquantenne, Irene, e sulla discriminazione delle donne troppo muscolose. Prendiamo possesso di braccialetto e photo pass al banco all’ingresso, dove ci viene data anche la busta dell’extra strong ticket -biglietto speciale di cui ci eravamo dotati per tempo- contenente maglietta del festival e un vinile dei Dead Kosmonaut. Quindi siamo pronti ad addentrarci nell’arena del Tyrolen, ancora abbastanza deserta, per berci una prima birra fresca.
Verso le due è il momento dei TUNGSTEN AXE, giovane band svedese già da qualche anno in circolazione, che inaugura la giornata con del classicissimo heavy metal suonato abbastanza a regola d'arte. L'immagine è improbabile e ottantiana, con il cantante dalla bionda frangetta degno frontman seppure vocalmente non impeccabile. Il pubblico è ancora un po' scarso ma risponde abbastanza caldo al richiamo della band del Dalarna. Buon antipasto!
Alle cinque è quindi il turno di un nome italiano –o meglio sardo- ad allietare queste edizione, tocca ai BLACK CAPRICORN accendere il pomeriggio del palco piccolo. Il loro doom abbastanza classico e ortodosso ma caldo, pian piano entra nella sala e il pubblico -inizialmente un po' freddino- si avvicina a loro con sempre maggiore curiosità. Uno dei pochi act del genere in un festival che ne ha sempre riservato ampio spazio. Fiducia comunque ben ripagata dal solido show dei nostri, sicuramente da annotare sul taccuino delle sorprese positive.
Tuffo nella storia svedese ora con i DESTINY, qui a ben più di trent’anni dai tempi degli esordi. Sono lontani i tempi di “Beyond All Sense” e di questo ne siamo ben coscienti, ma seguiamo il loro set con interesse: in fondo sono un pezzo della storia del metallo locale. Ma, purtroppo, non siamo rimasti così colpiti dal loro show. Oddio tutto ortodossamente riportato a noi, ma senza farci gridare al miracolo, fanno il loro compitino, ci portano indietro nel tempo ma... senza lasciare il segno.
Quando decidiamo di cenare, al Rotundan è il momento dei danesi DEMON HEAD, freschissima band che pur oscilla fra classic doom e occulto in salsa settiantiana -epoca sempre molto apprezzata da queste parti- riff taglienti e atmosfere rarefatte. Il tutto portato con la giusta dose di energia, incanalata dal debordante singer M.F.L. che tiene la scena, acclamato dai presenti, con discreto savoir faire. Era uno dei nomi che mi ero segnato sul taccuino prima di partire e loro non deludono le attese, riempendo a dovere la sala.
Tocca agli idoli locali SCREAMER iniziare la serata. E dobbiamo dire che hanno vita abbastanza facile ad incendiare i presenti sotto il palco principale. La loro energia è dirompente e il loro non prendersi mai troppo sul serio -guardate i loro videoclip con tutto l'humor svedese del caso- fa sì che ci sia empatia immediata fra fans e loro. Che in fondo sono un po' come tutti noi: amanti del metallo classico che suonano senza grandi inutili voli pindarici, pur con qualche aggiornamento da nuovo millennio. Una vera macchina infernale!
Un buon pubblico accoglie ora i canadesi BLOOD CEREMONY, sotto coperta. La band di Toronto è fra le più attese di giornata: su tutto spicca l'ammaliante voce di Alia O'Brien, che ci accompagna in un tuffo nel passato con un massiccio, occulto, psichedelico, doom, folk, retro rock, condito da un mai banale tocco di flauto e organo. Uno show caldissimo e accolto da un pubblico degno e partecipe, per uno dei classici nomi da Muskelrock. Non hanno certo deluso le attese, suonando autentici e trascinanti dall'inizio alla fine.
E’ ora giunto il turno della vera chicca di giornata, LEATHER LEONE: colei che cantò negli 80's nei Chastain per poi rilasciare un solo album nel lontano 1989. Tornata da poco sulle scene in solitaria, stasera la cantante americana è pronta a deliziare il discreto pubblico sotto il palco principale con un energico show di metallo classico con tanti passaggi del suo periodo Chastain (“Ruler of the Wasteland” apre le danze giù fino alla conclusive “For Those Who Dare” e “Voice of the Cult”) con qualche inevitabile passaggio sui suoi pezzi di battaglia, come “Shock Waves” o “All Your Neon”. Non certo lo show di cui raccontare ai nipotini, ma solido ed efficace, sorretto dalla ancora affilata ugola con una band di buoni mestieranti alle spalle e i presenti apprezzano!
Se c’è un classico a questo festival, è il set notturno degli ANTICHRIST, idoli locali che hanno presenziato a tutte le nove edizioni fin qui disputate! E che dire è sempre il “solito” show: gente che poga, passaggi velocissimi e tanto divertimento per gli amanti della musica più estrema, con qualche grattacapo per i -per il resto quasi disoccupati- addetti alla sicurezza. Solidi, soliti: se volete “distruggervi” al primo giorno di festival, loro ci sono sempre!
Si continua con toni estremi nel gelo della notte svedese con i TRIBULATION, altro momento abbastanza estremo e non parliamo delle temperature. La giornata è stata lunga e preferiamo concederci una pausa prima del finale di giornata, sì quello nel tendone esterno!
Venerdì 2 Giugno Il secondo giorno di festival parte con grandi nuvoloni all’orizzonte, temperature comunque discrete, sui 18-20 gradi e, fortunatamente, quasi assente la grande temuta pioggia. Ci incamminiamo verso l’una e siamo in loco quando è già finito il Musikquiz, un classicone delle mattinate al Muskelrock.
Alle due è già il momento di scaldare i motori seriamente con i californiani NIGHT DEMON: amati dal pubblico del festival -già li avevamo visti qui qualche anno fa, stranamente sempre in apertura- ci scaldano a dovere con un solido set di NWOBHM all'inglese, come andrebbe suonato, con l'energia trabordante del leader Jarvis Leatherby che coinvolge i presenti dalla prima fino all'ultima nota, giù fino alla trascinante “Night Demon”. Rullo compressore!
Torna a salire vertiginosamente il voltaggio quando sul palco esterno si esibiscono i messicani VOLTAX: ecco loro hanno l'energia che ci era mancata per la precedente ora, tornando a fare salire l'adrenalina ai livelli di inizio giornata. Immediatamente scatta la scintilla fra loro e il pubblico e l'energia che portano sul palco con il loro massiccio metallo è interrotta solo da dannati problemi all'impianto che da ora in poi a fasi alterne e improvvise prederanno di mira il palco esterno. Loro comunque non si fanno intimorire troppo e continuano a darci dentro e i presenti apprezzano. Devastanti.
Sono le cinque e torniamo al coperto per i finnici MAUSOLEUM GATE, che con maggiore classe e classicismo, ci sparano il loro metallo a tratti molto hardrockeggiante e settantiano che fa presto breccia fra i presenti in numero crescente. Nel complesso fanno il loro sporco lavoro, pur, non facendoci gridare al miracolo e risultando non troppo coinvolgenti, rimandati alla prossima occasione!
Prima grande chicca di giornata, i BANG! La loro storia affonda le radici nell'America di fine anni '60 e Woodstock e sinceramente sembravano spariti dalla circolazione da tanto tempo. Un tuffo della storia ma anche nei seventies, in compagnia ancora degli storici Frank Ferrara e Frank Gilcken. Seppur i ritmi lenti e sabbathiani non ci abbiano coinvolto più di tanto, andavano visti, per questo diamo la sufficienza, ma non molto di più.
Al Rotundan si torna su toni ben più estremi quanto tocca ai TYRANEX, e quale deciso cambio di ritmo e energia!! La bionda Linnea Landstedt sembra indemoniata e lancia taglientissimi vocalizzi seguita a ruota dal ritmo incalzante dei compagni di band per un set di thrash metal vecchia maniera che risveglia la nostra giornata. Hanno da poco rilasciato il loro nuovo “Death Roll” sicuramente da prendere in considerazione se siete amanti del genere. Noi consumiamo la cena nel più breve tempo possibile per seguire meglio il loro set. Energia pura!
Ore venti appuntamento imperdibile con il grande EDDY MALM e la sua BAND. Il frontman degli indimenticati Heavy Load, tornato da queste parti -dopo l'apparizione spot dell'anno scorso sul palco con la cover band Heatens From The North- e giunto oggi al primo concerto di questa nuova avventura “solitaria” che ha da poco rilasciato un album, “Northern Lights”. Disco che fa chiaramente la parte del leone oltre a qualche chicca degli Heavy Load -già “coverizzata” nell'LP- come “Dark Nights” o “Saturday Night”. Voce immortale, pur se guardandolo penseresti a un vecchio che va a bersi un bianchino al bar, il buon Eddy poi sul palco si riscopre ancora in buona forma. Anche quest'anno il set si chiude con il pensiero fisso: a quando la reunion degli Heavy Load, magari su questo palco??
Altro nome svedese dedito a un metallo abbastanza classico, ore ventuno ci sono i NIGHT VIPER da Göteborg. La banda capitanata dalla apparentemente esile ma esplosiva Sofie-Lee Johansson è quello che ci vuole a quest'ora: tanta energia e buon metallo tirato e diretto al punto. Fra poco lanceranno il loro secondo album, “Exterminator”, un nome una garanzia, non vediamo l'ora di ascoltarlo!
Uno dei pochi nomi veramente conosciuti di questo festival, è il momento delle GIRLSCHOOL! Le eterne “ragazze” inglesi non sono certo una sorpresa, ma è pur sempre piacevole rivederle sul palco. E loro fanno il loro sporco lavoro portando il loro classicissimo show anche qui al Tyrolen: tanta classe e alcuni ottimi pezzi che fanno facilmente presa sui presenti: Da “C'mon Let's Go” a “Race With The Devil”, arrivando a “Emergency”, le nostre spazzano via ogni dubbio sugli anni che inesorabilmente anche per loro passano, e ci regalano un altro concerto pieno di energia. Alle volte è meglio non stupirsi ma andare sul sicuro, e con loro il divertimento è assicurato!
Sono ormai le undici e si prosegue con i tedeschi KADAVAR, vistosi beard rockers tedeschi, trio allineato sul palco con anche il batterista in prima fila e non defilato come quasi in tutte le band. L'energia del loro semplice ma efficace heavy psych settantiano è debordante e alterna momenti sognanti e psichedelici a chitarre taglienti, il tutto estremamente fresco e accolto con buon calore dal pubblico. Attendiamo con ansia un seguito al buon “Berlin”, in arrivo quest'autunno!
Si torna all’esterno nella gelida notte svedese per i MERCILESS, nome storico della scena thrash-death metal svedese che raccoglie buoni consensi nonostante il clima pungente. Sono in giro con alterne fortune oramai dal lontano 1986, e si vede, esperienza e classe oltre ai segni del tempo. Tuttavia le forze sono al lumicino e seguiamo a distanza il loro set prendendoci un po' di riposo.
Sabato è l’ultima giornata di festival e il tempo sembra un po’ più soleggiato anche se le temperature non sono molto elevate. Ci dirigiamo al Tyrolen verso l’una, mentre sta finendo la classica asta di oggettistica legata al Muskelrock.
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