Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
|
SATYRICON + guest Orion, Roma 6 Dicembre 2013
testi di foto di
Non una serata migliore come quella di un freddo dicembre poteva dare il benvenuto ai norvegesi Satyricon a ben cinque anni dalla loro ultima visita a Roma, in occasione del tour promozionale di The Age of Nero. Stavolta li vediamo calcare le assi dei palchi d'Europa per presentare la nuova omonima fatica, "Satyricon", avendo già riscosso un discreto successo nelle classifiche scandinave, con attenzione alla Norvegia e alla Finlandia.
L'Orion di Ciampino - alle porte della capitale- è la location a cui viene affidato l'evento targato Live Nation . Il gruppo spalla, i Chthonic, direttamente da Taiwan, propongono uno pseudo black molto forte e d'impatto, con il peculiare inserimento di strumenti atti a richiamare le musicalità dell'oriente del folklore e delle tradizioni; peccato però che a distrarci dalle loro buone intenzioni artistiche facciano capolino chitarre neon e presenza scenica tipiche di quel japan rock che fa molto -troppo- cartoon, ma ovviamente nel nostro caso, segnato da un accento lievemente più tenebroso e pervaso dall'odore della Cina.
L'attesa non è propriamente entusiasta e c'è parecchia aria da riscaldare ; l'affluenza all'evento è tiepida ma nonostante tutto la curiosità - e una pinta stretta in mano - non manca a nessuno dei partecipanti. Tra sinistre nebbie artificiali si intravedono apparire le sagome del saldo duo Satyr-Frost con al seguito la necessaria schiera di musicisti. Sistemato Frost alla batteria, e impugnata l'asta tridente di Satyr, la band sembra pronta per il viaggio. Forse un po' tentennante l'inizio, e come spesso accade nella maggior parte dei gruppi, anche difficile, specialmente se affidato a un brano non familiare, tratto dal nuovo album appunto. Nessuna colpa ai norvegesi e, tuttavia, niente di troppo preoccupante, soprattutto in vista della successiva Hvite Krists Død, pronta a rassicurare gli animi più tesi. A ogni brano che viene suonato, lo standing critico e incerto del pubblico diventa via via un calzante ondeggiare, fino a trasformarsi in una decisa presenza che afferma la forza dei Satyricon nella scena musicale, nonostante gli alti e bassi della setlist che hanno rimarcato i periodi "bui" della loro discografia ma anche quelli più "true"; è qui che fa da complice Mother North, in grado di scuotere letteralmente le coscienze e portare un vorticoso moshpit al centro della sala dove anche i meno nostalgici potevano farsi risucchiare passivamente senza troppo fastidio. Ancora un pezzo, e a KING l'onore di lasciarci un buon ricordo prima di tornare a casa.
Voice of shadows Hvite krists død Now diabolical Black crow on a tombstone Our world it rumbles tonight Ageless northern spirit Repined bastard nation Infinity of time and space To the mountains Pentagram burns Mother north Fuel for hatred KING
|
|||
|
||||
|