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Live Report: Testament

TESTAMENT + Dew-Scented + Bleed From Within

Temporock, Gualtieri (RE)  

16 Marzo 2013

testi e foto di

Lo scorso Novembre i Testament avevano dovuto annullare, con sommo dispiacere dei metalheads italici, la data prevista sulla nostra penisola, insieme a gran parte del loro tour europeo. Ma si era fin da subito parlato di rinvio e così finalmente lunga attesa è stata colmata da questa nuova data, sempre al Temporock, che sicuramente non ha deluso né i presenti né gli organizzatori, con un successo di pubblico forse inaspettato per questa unica data italiana della band di Chuck Billy e soci, sicuramente ben lontani dal viale del tramonto!

Quando giungiamo al locale emiliano, poco dopo le otto, troviamo un parcheggio che già pullula di gente, roba da serata finale di stagione dei tempi d'oro della discoteca, ma verso l'una! File interminabili già si notano fra chi si sta ancora cibando alla bancarella di fronte al club, e, una volta trovato un buco per l'auto, riuscito ad entrare, trovo il locale già ben pieno mentre la band di apertura, gli scozzesi BLEED FROM WITHIN, prova a scaldare il già foltissimo e accaldato pubblico, già ben assiepato sotto il palco che stasera sembra ancor più piccolo di quanto in realtà sia preso d'assalto com'è. Cerco di prendere qualcosa da bere, i gestori del locale devono aver sottovalutato le presenze e la quantità di birra pro-capite visto che il banco della birra alla spina ha una coda interminabile, e il bancone del bar della sala principale è servito da sole due bariste, in evidente difficoltà ad accontentare i troppi già presenti. Così seguo da abbastanza lontano i britannici, che d'altro canto, pur non lasciando indifferente chi già si è accalcato dietro le transenne, suonano un po' troppo moderni e "alla moda" per fare presa sul sottoscritto, proponendo comunque un buon riscaldamento per la sala, forse un po' monotono ma abbastanza energico per tenere accesa l'attenzione.

Di be altro tenore il set arrivato poco dopo un cambio di palco non troppo lungo, ovvero quello dei tedeschi DEW-SCENTED, giunti qui in sostituzione dei defezionari Shadows Fall, e dobbiamo dire che ci è andata decisamente bene, con il solido thrash death dei teutonici, che, pur sempre un po' nell'ombra di band che hanno ottenuto ben più successo (pensiamo ai tanti nomi della scena svedese) sono in giro da più di vent'anni e sono sicuramente più consoni ai toni della serata sia dei predecessori che della band americana che sono venuti a sostituire, pure se i più giovani forse obietteranno. Ma sul campo loro si guadagnano per bene lo spazio a disposizione, se ammetto di conoscerli poco, è immediato il feeling con i presenti, che si trasforma velocemente in headbanging sfrenato e un discreto movimento sotto al palco, coinvolgendo i presenti forse ben oltre le attese. Presenti, che aumentano ora a vista d'occhio, seguendo divertiti e i tedeschi alla fine sono forse un po' sopresi ma sicuramente compiaciuti di tale ottima accoglienza. Qualcosa in più del classico compitino/riempitivo di riscaldamento.

 

Dopo una lunga attesa, in leggero ritardo sui programmi, è quindi il momento degli attesissimi TESTAMENT, e qui la vivibilità del locale ha subito un deciso peggioramento, complicato raggiungere la pit, pur parecchio prima dell'inizio del set, complicato uscirne e trovare un punto di osservazione valido: purtroppo il palco non è altissimo e se non si è nelle prime file, oppure sugli "spalti" della discoteca è dura seguire bene il concerto, mentre l'audio (un po' alto ma ci sta), buono in pista, fuori non è sempre il massimo. I thrasher americani sono in buona forma, partono subito in quinta con un estratto del loro ultimo lavoro, "Rise Up", che accende gli animi dei presenti in pochissimi attimi scatenando l'headbanging e un moshpit abbastanza esteso si forma in poco tempo. Chuck Billy da buon comandante, ancor oggi in buona forma, guida i suoi all'assalto dei presenti, una certezza di buona riuscita, non mancando di ricambiare costantemente l'affetto dei presenti. Dietro di lui troviamo due solidi e precisi chitarristi, Alex Skolnick su tutti, e uno che non necessita di grandi presentazioni come l'immenso (e non parliamo solo di dimensioni fisiche) Gene Hoglan, tornato nella band da pochi mesi, una certezza pure loro. A parte la storica "Burnt Offerings", la prima parte del set scorre via velocemente sulle note dell'ultimo lavoro degli americani, "Dark Roots Of Earth", con il picco durante la tellurica "True American Hate", ma è chiaramente quando andiamo a ripescare i grandi classici che il pubblico raggiunge l'estasi totale. "Into The Pit" e "Pratice What You Preach" aprono una seconda parte del set più legato ai vecchi successi dei californiani, culminato in un trittico di assi, "Over The Wall", "The Haunting" e "The New Order" tutte in fila, che ci fa tornare con la macchina del tempo nel pieno del tumulto Thrash Bay Area dei tempi dorati! Parrebbe già il momento dei saluti, e invece ecco un nuovo assalto, l'ultimo che parte con un'energica "D.N.R.", che apre la strada a una doverosa presentazione e ovazione per la band, poco prima di chiudere la serata sulle note della recente "The Formation of Damnation", al termine di cui i Testament escono osannati dai presenti, dopo poco più di un'ora di concerto di grandissima intensità. Alla fine tanti defluiscono velocemente in cerca di aria fresca, altri s'intrattengono, spostandosi al più presto in un'affollatissima saletta metal, sicuramente memori di una gran serata, penalizzata forse solo dal grandissimo entusiasmo che ha portato qui oggi fin troppo pubblico, rendendo le cose difficili soprattutto a chi ha dovuto seguire un po' troppo a distanza. Sicuramente ci ha confermato che i Testament sono vivi più che mai, speriamo ora di rivederli presto di nuovo sui nostri palchi, visto il successo della data!