Per
decenni la Sardegna è stata puntualmente esclusa da qualsiasi tour degno di tal
nome, tuttavia oggi pare divenuta una piccola Mecca concertistica (grazie alle
recenti esibizioni di Soulfly, Obituary e le imminenti di Napalm Death, Arch
Enemy). Di conseguenza, è una platea in fervida adorazione quella che accoglie
la prima, per parecchi versi storica, esibizione sull'isola dei thrashers di
Oakland. Preceduti da tre supporting acts locali, fra cui destano un'ottima
impressione i Coma,
forti di presenza scenica convincente e sound esplosivo, i Testament partono a
testa bassa con "Rise Up". L'impatto è deflagrante: quello che fu il
motore ritmico dei Death, ossia Steve Di Giorgio (da poco rientrato alla base) e
Gene Hoglan fa faville, sfoggiando abilità tecniche mostruose al servizio della
causa, capaci di dare nuovo smalto persino ad un classico del calibro di "The
Preacher". "More Than Meets The Eye" e "Native Blood", frutto della produzione
più attuale dei Nostri, reggono bene il confronto con il catalogo stranoto a
tutti (vedi una "Into The Pit" che fa letteralmente saltare in aria l'arena
cagliaritana). Chuck Billy continua ad essere il solito mattatore, giocoforza
più statico rispetto ad un tempo, ma pur sempre capace di catalizzare
l'attenzione generale. Il
maestro Alex Skolnick distilla classe a piene mani e sembra divertirsi parecchio
persino in brani scritti durante la sua assenza dalla band (una "Riding The
Snake", tratta dal
capolavoro dimenticato "The Gathering", proposta con una ferocia che mai ti
aspetteresti da cinquantenni affermati). Il poker d'assi immortali ("New Order",
"Practice What You Preach", "Over The Wall", "Disciples Of The Watch"),
rinvigorito dalla batteria di un Hoglan incontenibile, stenderebbe chiunque e
viene calato ad arte come mannaia sugli astanti, ben felici di capitolare di
fronte a cotanta abbondanza. Prova ne sia che Chuck invoca un wall of death e
viene accontentato senza esitazioni, regalando in cambio "Three Days In Darkness"
e "The Formation Of Damnation", due brani post reunion che dimostrano quanto i
Testament abbiano ancora da dire nel panorama contemporaneo. Un'ora e mezza di
storia del thrash ancora migliore in circolazione, offerto sul piatto d'argento
da parte di un promoter (la Kuntra) intraprendente ed impeccabile sotto il
profilo organizzativo.