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WINO & Conny Ochs 8 Marzo 2012, Sidro Club, Savignano sul Rubicone (FC) 10 Marzo 2012, Lab 16, Bologna
Il lascito di Wino nel panorama heavy metal internazionale è senza dubbio indiscutibile. Ma oggi, dopo The Obsessed, Saint Vitus e Premonition 13, questa icona americana, riluttante a farsi inglobare dalla scena mainstream, si presenta a sorpresa sotto nuove spoglie e..che meraviglia! Giunto finalmente in Italia affiancato da Conny Ochs, giovane menestrello di origine tedesca, i due presentano il loro album Heavy Kingdom. Una collaborazione quella tra i due songwriter nata recentemente in Germania, dove Wino si trovava a promuovere “Adrift”, prima virata acustica del nostro affezionato, e Conny a supportare. Due chitarre e due voci, in totale armonia, con semplicità, per una esibizione solennemente acustica. Cosi diversi, eppure cosi rispettosi l'uno dell'altro, i due danno vita un live “acustic-doom” (l'eredità doom di Wino è palese in brani come “Somewhere Nowhere”,o “Heavy Kingdom”) La voce graffiante e cruda di Wino si amalgama perfettamente con quella di Conny dal timbro più folk, generando un duetto intimo, dalle venature spirituali. Una sola cover, ‘Highway Kind’ di Townes Van Zandt, mentre il resto della scaletta proviene tutta dal progetto “Heavy Kingdom” , e dalle rispettive carriere di Wino e Conny. Impossibili non farsi catturare dalle sinuose atmosfere melodiche di “Labour of Love” e “Vultures by the Vines”. Magistrali le interpretazioni di testi ipnotici ed accattivanti, grazie alla giustapposizione delle due voci. Malgrado l'incredibile gap generazionale, e malgrado provengano da ambienti decisamente opposti, che coppia questi due, e che sintonia, quasi fossero cresciuti insieme. E proprio in questo risiede il valore aggiunto della loro esibizione,la dualità del suono, che rende questa collaborazione così particolare, grazie proprio all'eterogeneità dei due compositori. Emozionante performance al Sidro Club di Forli-Cesena, che ancora una volta si presenta un'eccezionale cornice per live. Peccato per il Lab 16 invece che ancora una volta dimostra di non avere né orecchie né cuore per assorbire cotanta arte.
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