Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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The 69 Eyes “X” (Nuclear Blast)
Dopo tre anni ecco di nuovo in pista i finlandesi 69 Eyes, giunti ormai a proporci il seguito del fortunato “Back In Blood”, ennesimo capitolo di una carriera sempre in bilico fra l’anima goth/dark e quella sleaze/rock’n’roll che contraddistingue i Vampiri di Hel(l)sinki. Ed ecco che il decimo disco, “X” e come sennò, è ancora pronto in parte a sorprenderci, pur essendo in tutto e per tutto un disco dei 69 Eyes. Un lavoro che scivola via sciorinando il classico mix di goth e rock’n’roll, questa volta però con un tocco più spiccatamente darkeggiante, cori particolarmente azzeccati e “radiofonici” dall’inizio alla fine, tanto da scostarsi il giusto dall’ultimo episodio che al contrario era più caldo e rock. Anche per questo forse i finlandesi si sono spostati dal caldo sole di Hollywood alla fredda Stoccolma per lavorare a questo disco, affidandosi ad un team di produttori –On The Verge- che li potesse aiutare a raggiungere lo scopo. Un disco che scorre tenendo il filo dell’originalità della proposta 69 Eyes, ponendo come non mai sugli scudi la voce magnetica di Jyrki 69, attorno a cui ruota tutto il meccanismo dei vampiri finlandesi. Si parte così senza tanti fronzoli dall’energica opener “Love Runs Away”, che pare quasi essere uscita dalle registrazioni del precedente album, pur non avendo alla lunga un tiro così importante da farne un pezzo memorabile, anche se il coro catchy aiuta. Ma è il refrain della successiva “Tonight” il primo a stamparsi in testa fin dal primo ascolto. Operazione riuscita e amplificata nelle melodie travolgenti della successiva “Black”, sicuramente l’inno più azzeccato dell’intero lavoro, energico e dark quanto basta per farne l’episodio migliore di tutto il disco. Ed è qui ora che i ritmi si stemperano e si sciolgono sfiorando i momenti commerciali e pop di “Red”-non a caso primo singolo estratto e più radiofonico di tutti- o malinconici di “If You Love Me The Morning After”. Altri frammenti degni di nota, l’aria anni '50 di “Borderline” oppure “I Love The Darkness In You” che riporta alla mente alcune cose dark degli 80s. Così come il pezzo finale, “When A Love Comes To An End”, che con il suo lento incedere ed il ripetitivo coro ci accompagna fino al termine del tempo a disposizione. Un disco che quindi nel complesso è abbastanza vario da non annoiare l’ascoltatore, una sorta di sunto di quello che sono e sono stati i 69 Eyes lungo più di vent’anni di carriera, con la giusta dose di rock, dark, goth, Elvis, Cash, Ramones, Morrison e compagnia bella. Una lunga sequenza di potenziali hit, il tutto chiaramente registrato alla perfezione e prodotto alla grande ad amplificarne i toni e senza grandi sbavature o pezzi veramente messi lì a riempimento. Certo alla fine rimane sempre il dubbio, buona parte di noi li avrebbe preferiti un po’ più “sporchi” e “cattivi”, ma in fondo i 69 Eyes sono questi, sempre in bilico fra i due (e più) elementi fondamentali della propria anima, prendeteli così oppure giratene al largo!
Momento D'Estasi: “Black”, indubbiamente il pezzo che meglio rappresenta questo "X". Pelo Nell'Uovo: Forse non siamo sui livelli d’ispirazione di una decina d’anni fa seppur il risultato sia molto buono e non ci sia un vero ritornello "sbagliato"!
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