Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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Awaken "Awaken" (Mausoleum RecordsI)
Per Chi Ascolta: Power-Prog Metal, i soliti Dream Theater, un po' di Nightingale, la voce di Tobias Sammett… Non conosco questa band, leggo che sono nati dalle ceneri dei Lazarus, ma anche così mi dice poco. Non mi resta che ascoltare. L'inizio affidato alla strumentale "March Of Aachen" è funereo e cupo, solo le chitarre sono graziate da un suono abbastanza cristallino, ma talvolta affondano nella melma della tristezza del brano; la melodia è scontata ma gradevole, ci riporta indietro agli anni '90, ma dura poco e lascia spazio a "As The Dark So The Light", dove la voce un po' Power e un po' retrò di Glenn DaGrossa mi sorprende mentre sparge acuti pseudo-lirici nel tentativo di non affogare annegato dalle chitarre rabbiose; il resto degli strumenti pare annegare con lui. La melodia? Non saprei; faccio fatica a identificarne una… E l'assolo? Mah… va bene il virtuosismo ma qui si sconfina nel confusionario. Qualcuno faccia smettere DaGrossa di strillare, per piacere! Andiamo avanti. Ecco, finalmente "Bones To Dust" mi fa venire in mente un paio di nomi di cantanti a cui il qui presente singer vorrebbe (consapevolmente o non) somigliare , uno su tutti Tobias Sammett, ma nel frattempo mi perdo i tentativi di ritornello che scivolano via nel dimenticatoio e mi disturbano le chitarre sempre uguali.; ma finalmente sento il basso ruggire, e questo mi piace. Vado avanti nell'ascolto ma mi pare che le caratteristiche non cambino: il cantante urla, le chitarre diventano arroganti, gusto e originalità sembrano mancare, il virtuosismo a tutti i costi scade in una disordinata cozzaglia di note buttate lì a tutta velocità. Salverei forse le chitarre finali di "Mourning Heroes" e le atmosfere delicate e vagamente somiglianti alla migliore produzione dei Nightingale di Dan Swano di "My Silent Breath"; non sarebbe male neppure la malinconica title-track se la produzione fosse un po' più all'altezza e avesse valorizzato i cori azzeccati, per una volta, e i vocalizzi non troppo fuori posto. E per il resto dei brani non ho null'altro da aggiungere a quanto detto prima, purtroppo. Gli Awaken sembrano non trovare una loro identità, confondendosi nell'oceano di riff e melodie anonime e prive di reale ispirazione. Pare che la ricerca sia il virtuosismo fine a se stesso e che per questo sia stata sacrificata la sostanza della maggior parte dei brani. Come a scuola, gli studenti hanno discrete capacità ma devono approfondire. Un bel po'…
Cosa Funziona: la banalità funziona? Cosa Servirebbe: meno tecnicismi e più fantasia.
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