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Battle Beast "Unholy Savior" (Nuclear Blast)
Per Chi Ascolta: metal classico in chiave moderna, Sabaton, Blind Guardian Rivelatisi nel 2010 come vincitori del Wacken Metal Battle, i sei finlandesi non si sono ancora scrollati di dosso l'etichetta di nuova promessa, nonostante raggiungano, con "Unholy Savior", il traguardo del terzo album, secondo con la vocalist Noora Louhimo dietro al microfono. In ogni caso, il loro piccolo spazio nel panorama metal è ampiamente meritato, grazie ad un lavoro che partendo dal riffing dei Judas Priest e l'irruenza degli Wasp, arriva fino ai giorni nostri con una spruzzatina di elettronica e una produzione roboante, o come si suol dire, bombastica. A questo vanno aggiunti ritornelli dai cori rocciosi, che negli ultimi anni hanno fatto la fortuna di band come i Sabaton. Il disco non passerà alla storia ma vale la spesa; si alternano le power ultra veloci come "Speed And Danger" e "Madness", e brani più classici dalle linee vocali accattivanti come "I Want The World", "Lionheart" e "Far Far Away". Quando i finnici cercano di dare un po' di respiro, però, perdono facilmente la bussola. Si salva la strumentale sinfonica alla Nightwish "Hero's Quest", ma le ballad "Sea Of Dreams" e Angel Cry" sono decisamente evitabili. Non parliamo poi di "Touch In The Night", brano dichiaratamente pop anni 80; forse uno scherzo, ma non ha fatto ridere. Peccato per queste sbavature, ma nel complesso il disco è gradevole, e la voce da panterona arrabbiata della Louhimo non potrà che fare breccia tra le orecchie dei defender.
MASSIMA ALLERTA: l'hard rock possente di “Far Far Away”
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