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Beauvoir/Free "American Trash" (Frontiers Records)
Per Chi Ascolta: melodic hard rock A tutti gli amanti dell' hard rock melodico i nomi di Jean Beauvoir e dell'ex Shalaman Micki Free richiamano alla mente ricordi piacevoli.Correva infatti l'anno 1994 quando i due artisti statunitensi,ideatori insieme a Michael Paige e Tony Thompson del progetto Crown Of Thorns e forti della collaborazione di Paul Stanley,rilasciarono un capolavoro autentico del genere. Il prosieguo della carriera del duo B/F ha conosciuto la pubblicazione di albums nel loro insieme piuttosto piacevoli ma che non sono mai riusciti se non a superare quantomeno a eguagliare il successo dell'esordio.L'affiatamento e la complicità tra i due artisti non sono scemati con il passare degli anni;se Beauvoir,irochese di origine haitiana,monopolizza di fatto le parti vocali e la quasi totalità delle porzioni strumentali,l'apporto di Free,chitarrista amerindio,non è affatto trascurabile, in quanto oltre a produrre riff poderosi ed assolo incendiari,quest'ultimo contribuisce in maniera altrettanto attiva all'aspetto compositivo.American Thrash parte col botto,le tracce iniziali spiccano infatti per la loro incisività;il singolo "Angel Cry"è strutturato su un rifferrama tagliente e su refrains di grande immediatezza,la title track strizza l'occhio a Lenny Kravitz ed assume una coloritura quasi da arena rock,mentre "Morning After" è un'alternanza continua di passaggi melodici con altri più sostenuti e la sorniona "Whiplash" si nasconde nell'ombra per affondare in seguito la sua artigliata vincente con un ritornello orecchiabile.Nonostante l'inquietudine generata dall'oscura "Cold Dark December"e l'energia sprigionata dalla trascinante "Shotgun To The Heart",il prosieguo del disco tende a perdere qualcosa in termini di intensità con la proposizione di numerosi mid tempo,senza dubbio gradevoli ma che finiscono per condurre American Trash sui binari di una certa linearità e quasi prevedibilità,quando invece ci si sarebbe aspettati se non una crescita progressiva quantomeno il classico colpo di coda finale.Ecco pertanto che brani come "It's Never Too Late"e "Never Give Up",per quanto formalmente ineccepibili,appaiono in un certo senso intercambiabili e "There's No Starting Over" riprende troppo da vicino soluzioni ed elementi già sperimentati all'inizio dell'album.Al di là di questi appunti doverosi American Thrash permane comunque un prodotto di ottima fattura,soprattutto nella sua parte iniziale,e non tarderà di ridestare l'interesse per il grande talento del duo Beauvoir/Free.
Massima Allerta: il trittico di canzoni iniziale è puro divertimento all'insegna di un hard rock di pregevole fattura Pelo Nell'Uovo: una certa ripetitività della formula compositiva nella parte finale dell'album
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