Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Berrgren Kerslake Band "The Sun Has Gone Hazy"

Berrgren Kerslake Band "The Sun Has Gone Hazy"

(AOR Heaven)

Per Chi Ascolta: Classic Hard Rock Blues anni settanta, Led Zeppelin, Whitesnake, The Who, Black Sabbath, Uriah Heep

Succede nel 2005 che il cantante Stefan Berggren (M3, Company Of Snakes, Razorback, etc) conosce il leggendario batterista Lee Kerslake (The Gods, Toe Fat, Uriah Heep, Ozzy, David Byron, Living Loud) a Friedrichshafen (sud della Germania) ad un concerto che vede M3 ed Uriah Heep dividere il palco. Nel corso degli anni successivi sporadiche occasioni di collaborazioni portano i due a tentare una nuova avventura insieme e così nasce la BKB, completata da Tomas Thorberg (bs - Snakes In Paradise, Michael Schenker, John Norum) e da Joakim Svalberg (Opeth, Malmsteen) ad organo e moog. La musica che esce da "The Sun Has Gone Hazy" è incredibilmente ricca di pathos e feeling, concentrata a riproporre il tipico sound del classic rock anni settanta che, come era tipico del decennio, non si pone particolari limiti stilistici se non quello di trasmettere sensazioni ed energia che durino qualcosa di più del mese successivo all'uscita del disco. "Walk Talk" è una splendida canzone vibrante di rock e blues trasudante Bad Company e dei loro migliori epigoni (Whitesnake), calda, vibrante e ammantata da intriganti parti vocali. Come suggerito dal titolo, "Super Sonic Dream" è un veloce hard rock scandito dall'indomita batteria di Kerslake (classe 1947) che cita Black Sabbath e Uriah Heep senza mai perdere di identità e ci coinvolge nel suo vorticoso ritmo e riffing con tanto di stacchetto dark sottolineato da un perfido Hammond. "My My" parte con chitarra acustica e voce, subito interrotti da una rullata di batteria che fa partire una bucolica semi-ballad che non può non richiamare alla mente i Led Zeppelin col 'guest musician' John Lord all'Hammond, e mi piacciono quei continui cambi fra accordi maggiori e minori che talora spiazzano al primo ascolto, ma diventano premianti alla lunga. La titletrack torna a scaldare l'atmosfera con un mid-tempo duro e torrido, hard rock e blues britannico fusi insieme come nella migliore tradizione anni settanta, mentre l'ariosa "Free" dà modo a Berggren di estendere il proprio timbro vocale sulle note più acute concessegli, anche se facendo questo la sua voce perde qualcosa in calore cui sopperisce l'inconfondibile suono del mellotron suonato da Lee ed un arrangiamento corale e strumentale di struggente bellezza. Ancora hard rock blues albionico nella notturna "Fools Asleep", una di quelle canzoni che servono a riempire un cd senza comunque perdere in qualità come capita con "As Time Goes By", romantica e malinconica ballad che profuma di Rod Stewart e Rolling Stones oltre degli immancabili Whitesnake ante 1980, e anche se non è la più bella od originale canzone del lotto, non vi annoierete al suo ascolto, anzi, un tocco di grazia arriverà dritto al cuore e all'anima. Da un brano intitolato "Rock N' Roll Gangsta" non ci si può aspettare che del rock cattivo e ruvido e così è, con le tastiere a dettare legge insieme ad una viziosa chitarra da club fumosi e malfrequentati. La più sbarazzina "Back On The Road Again" apre uno squarcio di solarità gioiosa grazie anche ad un groove più lieve e spensierato, ed ancora una volta i sentimenti sono chiamati in causa dalla conclusiva "Born Again", intensa semi-ballad rock dal finale alla Boston (i primi) composta, arrangiata ed eseguita con pregevole maestrìa, che ci saluta con la nostra speranza che la BKB possa tornare in un prossimo futuro a deliziarci ancora con la grande classe riconosciuta a Lee e Stefan.


 

Massuna Allerta: otto brani su dieci sono splendidi, anche se non il massimo dell'originalità

Pelo Nell'Uovo: Fools Asleep e As Time Goes By