Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


Intervista con i White Skull

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"Beyond The Fade"

 

 

 

 

 

Recensione: Brujeria "Pocho Aztlan"

Brujeria "Pocho Aztlan"

(Nuclear Blast)

Per Chi Ascolta: Grind Death

Sedici anni: tanto hanno impiegato i Brujeria per (ri)discendere in campo. La ricetta è rimasta assolutamente invariata: testi dissacranti, tra il Grand Guignol e la comicità di grana grossa alternati a sferzate socio-politiche, ovviamente filo messicane (ci mancherebbe altro), con destinatario preferito Donald Trump. Il supporto viene fornito dalle usuali bordate grind-death, consolidate da una produzione che definire distruttiva sarebbe quasi un eufemismo. Della partita stavolta anche "El Hongo" ed "El Cynico", al secolo Shane Embury (Napalm Death) e Jeff Walker (Carcass), ben contenti di dare il proprio (da vedere quanto) tangibile contributo a Juan Brujo & co. Stilisticamente: niente di nuovo sotto il sole, riff tritasassi, ritmi al cardiopalma, sparuti rallentamenti catacombali, talune svisate 100% thrash, grugniti bestiali à gogo. Largo quindi al death metal tout court stile Autopsy ("Profecia Del Anticristo"), ai consueti riferimenti tematici al nume tutelare Pablo Escobar ("Plata O Plomo") con vaghe inflessioni industrial, alla sarabanda grindcore "Culpan De Mujar" ed all'hardcore trascinante di "Mexico Campeon". In tale bolgia infernale, la rivisitazione calligrafica del mega-classico firmato Dead Kennedys ("California Über Aztlan") si rivela divertente esercizio di stile e nulla più, per un disco che non avrà di certo la forza sorprendente degli esordi dei Brujeria, che tuttavia regala buon umore e pari soddisfazioni all'ascoltatore.


 

Massima Allerta: "Mexico Campeon" è il nuovo classico

Colpo Di Sonno: Più di uno