Speciale Muskelrock 2019


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Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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RECENSIONE: Bullet “Highway Pirates”

Bullet “Highway Pirates”

(Napalm/Audioglobe)


Per Chi Ascolta: AC/DC, Accept… i classici di hard rock e heavy metal.

I Bullet non sono certo più una vera novità per i metallers che hanno avuto occasione di vederli all’opera a festivals o motoraduni su e giù per il Vecchio Continente. Ora, giunti al terzo lavoro in studio, sono attesi ad una prova di maturità dopo i successi -soprattutto nella natia Svezia- del precedente "Bite The Bullet". Per entrare nel loro mondo è necessario scrollarsi di dosso una certa dose di diffidenza che li accumuna ai più noti Airbourne, pur se il loro sound ha virate ben più spiccatamente heavy metal per un mix esplosivo. Inutile quindi notare un fin troppo banale paragone con gli AC/DC, il gigante singer Hell Hofer, a mio parere è più paragonabile ad un Udo Dirkscheneider. La formula è abbastanza immutata, ma porta comunque ad un risultato finale che, pur non lasciando molto spazio all'innovazione, suona genuino e frizzante, riportandoceli alla loro massima potenza. Il disco è ben prodotto, grazie anche alle mani esperte di Tobias Lindell (Europe, Mustasch, Hardcore Superstar...) dietro le quinte. Non ci sono tempi morti, si punta sempre dritto all'obiettivo. Dieci pezzi dotati di refrain facili e trascinanti, ritmi sostenuti, old school, di facile impatto sui fans del vecchio caro hard rock ed heavy metal. Dei classici già pronti da portare sul palco, un album che se non è destinato a destare grandi sorprese è comunque pieno di sostanza, energia, compatto quanto basta per tenere facilmente incollato l'ascoltatore al lettore per tutta la durata. Piccola chicca -e motivo di vanto per gli svedesi- la “partecipazione” -sulla title track- di Byff Byford dei Saxon, sicuramente citabili fra le influenze della band. E si parte proprio con i ritmi sostenuti dall'heavy metal di questa traccia, si passa dalla rock'n'roll e trascinante "Stay Wild", scivolando fino al primo e coinvolgente singolo "Down And Out", la classica "Knuckleduster", le melodie taglienti di "City Lights", giù fino alla finale e più spiccatamente heavy "Into The Night". Se cercate qualcosa di veramente nuovo, state lontani da questo disco. Se volete poco più di mezz'ora di spensierato divertimento, senza curarvi troppo dei paragoni più banali, headbanging, birra in mano, mentre lucidate le cromature della vostra moto, questo è un disco che fa per voi!


 

Momento D'Estasi: "City Lights” è il pezzo che colpisce maggiormente.

Pelo Nell'Uovo: Niente di così nuovo, ma tant’è, a noi piace così!