Speciale Muskelrock 2019


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RECENSIONE: Casablanca “Riding A Black Swan”

Casablanca "Riding A Black Swan"

(Gain/Sony Music)


Per Chi Ascolta: rock, con venature classiche, hard rock, glam, ma anche senza tanti problemi per i tanti sconfinamenti fra classico e moderno!

I Casablanca sono una band svedese –o meglio una sorta di superband come vedremo nel dettaglio- in giro da circa tre anni ma con già due dischi all'attivo con quello di oggi che va a seguire il fortunato debut, "Apocalyptic Youth". Chi scrive aveva avuto la fortuna di vederli sul palco nella loro Stoccolma per quello che veniva definito il loro vero debutto live, e da allora la band ha man mano preso forma e coscienza come entità. La band è infatti composta da Anders Ljung, alla voce e già negli Space Age Baby, l'americano ma stoccolmese d'adozione, Ryan Roxie, noto per i suoi Roxie 77, ma anche e soprattutto per aver lavorato con Alice Cooper e Slash, alla chitarra insieme a Erik Stenemo, già nei Melody Club, Mats Rubarth, già calciatore con qualche presenza pure in nazionale, e Josephine Forsman, batterista delle Sahara Hotnights. Il mix che esce da questa apparente accozzaglia è interessante anche se molto derivativo, i Casablanca dimostrano una buona personalità, e soprattutto attitudine nello scrivere pezzi di buon impatto, mischiando suoni vintage, persi fra i seventies e gli eighties, a cose più moderne, melodie ammiccanti, cori azzeccati, amalgamate da una voce sicuramente puntuale e graffiante. Un po' patinati pur nel loro glam hard rock di matrice settant-ottantiana (vedi Kiss e Hanoi Rocks), ma comunque abbastanza genuini nel loro portare nello stesso brano note moderne, orecchiabilissime e molto radiofoniche e un'energia rock'n'roll che non pare essere solo di facciata. "The Giant Dreamless Sleep" apre le danze lentamente ma i motori si scaldano ben presto con la prima hit, "Hail The Liberation" e la ritmata e divertente "It's All Right". La potente "Barriers" e la catchy title track sono sulla scia di queste, entrambe con cori immediati e d'impatto. Si scivola via così fino al finale, senza scossoni, ma nemmeno tonfi fino alla trionfale chiusura su di giri di "Just For The Nite", che quando si spegne fa venire voglia di ripartire immediatamente dalla traccia numero uno. Si confermano con un disco divertente ma non troppo impegnato, pregno di bei pezzi esposti un con un savoir faire e un'immagine all'altezza, negli standard delle band scandinave, in questo settore oggiogiorno quasi sempre una spanna sopra gli altri. Condizione indispensabile per farsi spazio in un settore inflazionato oggi più che mai, ma qui i numeri per uscire dalla massa ci sono, eccome!


 

Momento D'Estasi: la travolgente energia di "Barriers" ha un passo in più rispetto al resto.

Pelo Nell'Uovo: Disco un pelo piatto e scontato... mancano i veri scossoni ma il livello è pur sempre alto.