Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


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Recensione: Charming Grace "Charming Grace"

Charming Grace "Charming Grace"

(Avenue Of Allies)

Per Chi Ascolta: AOR con spruzzate di Hard Rock

L'idea del progetto Charming Grace è stata sviluppata dal batterista Pierpaolo 'Zorro 11' Monti (Shining Line, Lionville) in collaborazione con Davide 'Dave Rox' Barbieri (vc, tast – Wheels Of Fire) e Amos Monti (bs - Shining Line, Lionville) dopo un loro incontro con Gregor Klee, proprietario della Avenue Of Allies, e nel corso del 2011 il trio ha cominciato a pianificare gli interventi più adatti per ciascuna canzone (farina principalmente del sacco di Zorro e Dave) ed il tutto si è concretizzato nella pubblicazione del debut album di dodici brani inediti più un paio di covers. I CG si muovono nell'ambito del più tradizionale AOR americano fatto di belle armonie vocali, ammalianti melodie e tanta cura negli arrangiamenti, e solo i suoni mi hanno lievemente deluso in quanto mi aspettavo qualcosa di più dopo aver ascoltato altre releases della AOA e considerato il genere affrontato. Non siamo comunque dinanzi a qualcosa di grave o irreparabile, anzi, vi sono labels (anche nostrane) che si sono costruite un nome pur immettendo sul mercato produzioni irrispettose della qualità dei brani, quindi la mia è un'osservazione e non un impedimento all'acquisto. "Everytime You Touch My Heart" è il primo approccio col cd e supera abbondantemente la prova in virtù di un approccio genuino e professionale all'AOR americano, con tante tastiere a corredo della convincente prova di Barbieri che si esibisce senza alcun timore in duetto con Moon Calhoun (Michael Thompson Band) nella seguente "The Way You Feel Inside" che vede ai cori Jeff Paris per un brano vivace e dinamico. Non fatevi ingannare dall'iniziale atmosfera sognante di "Shining Light", ove il guest vocalist è David Forbes degli indimenticati canuck aorsters Boulevard (due ottimi albums sul finire degli anni ottanta), la canzone acquista in spessore e si tramuta in un eccellente tempo medio che richiama Boulevard, Michael Thompson Band e la migliore tradizione radiofonica FM anni ottanta, con un lungo ed entusiasmante finale (beh, dura quasi tre minuti) ricamato con perizia e gusto dalla chitarra di Mario Percudani (Hungryheart, Shining Line, Lionville), un regalo inatteso che mia ha deliziato non poco. Un brano che meriterebbe diffusi passaggi radiofonici e televisivi. "Just Take My Hand", con Gui Oliver (Auras) a duettare con Dave e la chitarra di Roberto Priori (Danger Zone), è un carino ed inoffensivo rock che funziona da buon sottofondo per diversi momenti della giornata. "Close Your Eyes" è molto più intensa e profonda, cogli ospiti Michele Luppi (vc - Los Angeles, Secret Spheres, etc) e Carmine Martone (ch) ad infondere una gran dose di energia hard rock su un impianto più drammatico rispetto a quanto sinora proposto dai CG. Si torna al sognante AOR con "Still Dreamin'" (appunto), semi-ballad aperta e calda col pianoforte in buona evidenza e l'ospite Thomas Lassar (Crystal Blue) a lasciare la propria impronta vocale, mentre nella più vivace "The Sound Of Your Heart" appare Alessandro Del Vecchio. Bon Jovi è omaggiato con la cover di "Everybody's Broken" (da "Lost Highway") dotata di una maggiore carica rock e, pertanto, ancor più accattivante alle mie orecchie, mentre Bente Smaavik (Perfect Crime, Blonde On Blonde) arricchisce con la sua voce la semi-ballad "The Answer Was You", brano romantico ma non privo di nerbo, così come l'apparente semplicità e leggerzza di "Run Away" viene irrobustita anche dai contributi di Jessie Galante (vc), Stefano Zeni (ch - Wheels Of Fire) e Boris Matakovic (sax - Human Zoo), risultando col dare l'impressione di trovarsi dinanzi ad una canzone di Tina Turner spogliata delle fragranze pop e rivestita di un buon tessuto rock, per merito anche della grintosa performance di Jessie. Stefano Lionetti (Lionville) figura nella line-up di "Through The Stars", AOR ritmato ed orecchiabilissimo cui Mario Manzani (Florence 99, Umberto Tozzi) aggiunge il proprio sigillo nell'esplosivo assolo di chitarra. "Endless Flame" con Henrik Launbjerg (vc - Toys Of Joy) e Sven Larsson (ch - Street Talk, Lionville) offre quasi cinque minuti di piacevole rock alla Bon Jovi (circa "Lost Highway" per non sbagliarci) e "Bring My Life Back", con Kimmo Blom (vc - Urban Tale) e Peter Friestedt (ch - Williams/Friestedt), chiude la scaletta ufficiale col suo dolce incedere fra cascate di tastiere e voci. Infatti le ultime note spettano a "Leave A Light On" (dall'abum "Runaway Horses" di Belinda Carlisle), per la quale è stata invitata la novella scoperta Aurë (vc), la cui versione non si discosta troppo da quella originale, salvo un ovvio ritocchino più rock. La lunga cavalcata è giunta al suo termine. Non ho da segnalare qualcosa di strabiliantemente originale, ma tutto è fatto dannatamente bene, un album solido e ben realizzato, con qualche piccola pecca nei suoni che non incide sul giudizio finale che resta alto. Un bravi ed un grazie a tutti anche per lo sforzo organizzativo di contattare e collaborare con tanti artisti così diversi e lontani (più geograficamente che altro) fra loro.


 

Momento D'Estasi: ho difficoltà a citare le mie canzoni preferite, ma non a trovare il (continua sotto)

Pelo Nell'Uovo: la cover Leave A Light On (superflua a parte la voce di Aurë) e una produzione lievemente sotto le attese