Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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Recensione: Crobot "Something Supernatural”

Crobot "Something Supernatural"

(Wind Up/Nuclear Blast)

Per Chi Ascolta: Classic rock sospeso fra passato e modernità

Non inventa nulla, ricicla parecchio, però lo fa maledettamente bene l'ultima, in senso cronologico, sensazione a stelle e strisce. Melodie letali, verve strumentale e testi spazianti dalla negromanzia ai nativi americani passando per temi in stile freak anni '70. Decennio quest'ultimo a cui i Crobot guardano con ammirazione e passione tangibili, vedasi "Legend Of The Spaceborne Killer", sorta di Free sotto steroidi che jammano assieme ad Alter Bridge o Wolfmother. Non a caso, dato che l'ugola di Brandon Yeagley, un incrocio fra Andrew Stockdale e Chris Cornell, funge da faro sia in "Nowhere To Hide" che in "The Necromancer", ossia i Lynyrd Skynyrd all'ennesima potenza guidati dall'incendiaria coppia ritmica dei fratelli Jake e Paul Figueroa. L'approccio Southern marchia altresì con lettere di fuoco "La Mano De Lucifer", ricalcata su marmorei riff prelevati di peso dal songbook degli Audioslave parimenti all'esaltante "Skull Of Geronimo". Detto di "Cloud Spiller", che piacerebbe a Richie Kotzen, "Fly On The Wall" è assimilabile al Ted Nugent d'annata, mentre "Night Of The Sacrifice" piega una base di stampo Rage Against The Machine con vocals à la Myles Kennedy. Infine, la radio friendly "Wizards" accende la miccia per la deflagrazione di "Queen Of The Light", magnetica ballad dagli insospettabili rimandi a certo hard blues ottantiano (Lynch Mob, Tangier). Meno autoreferenziali dei Rival Sons, più genuini di Scorpion Child e Black Stone Cherry, i Crobot rappresentano indiscutibilmente la rivelazione classic rock del 2014.


 

Massima Allerta: Brandon Yeagley è un frontman di razza

Colpo Di Sonno: Non qui