Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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Dirty Three “Toward The Low Sun” (Bella Union)
Per Chi Ascolta: Per chi odia barriere ed ottusi estremisti Mancava da troppo tempo il terzetto australiano, dato per disperso tra dischi solisti e band più “importanti” ( I sopravvalutati Grinderman di un Nick Cave col fiato corto e penna asciutta ). Attendevo con ansia il ritorno di questi tre artisti, creatori di un universo muto ma ricco di spessore e suggestione, in un caleidoscopio di immagini e suggestioni che si susseguono senza sosta. 7 anni del vecchio “Cinder”, sette anni per capire quale direzione prendere, per cercare ispirazione e sentimento da versare all’interno di una manciata di canzoni avvolgenti. L’ipnotica “Moon On The Land” ed il suo violino singhiozzante, la pioggia che si addentra nell’anima dell’ascoltatore di “Rain Song” e la struggente cattiveria di “That Was Was” sono solo degli esempi, delle semplici parole non sufficienti per raccontare le emozioni di questa band. Suggestioni folk, assalti jazz e sfuriate rock sono solo la punta dell’iceberg, una goccia in un mare di rumore che mi sento di consigliare. I sogni, le intuizioni, la poesia ed il dramma di “Ocean Songs” ( capolavoro indiscusso della musica di fine millennio ) sono lontani, ne siamo e ne sono consapevoli anche i nostri 3 australiani. Ma Ellis, White e Turner ci hanno regalato ancora una volta una scintilla di poesia, sta a noi ( e voi ) conservarla e diffonderla.
Momento D'Estasi: La melodia di “Ashen Snow” vale da sola l’acquisto del disco. Colpo Di Sonno: Nessuno. Il cervello rimane sempre acceso e partecipe.
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