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Recensione: Danko Jones “Rock’N’Roll Is Black And Blue”

Danko Jones “Rock’N’Roll Is Black And Blue”

(Rude Records)


Per Chi Ascolta: Rock’N’Roll, of course

Rispetto alla passata produzione di Mr. Jones salta subito all’orecchio una più marcata enfasi sulla propulsione ritmica. Non a caso dietro le pelli siede Atom Willard, già inesauribile motore dei Rocket From The Crypt, vero jolly in una manciata di canzoni non rivoluzionarie, eppur abrasive. In pieno Danko-style, quindi. Il prepotente crescendo di “Terrified” rompe gli indugi con quel caratteristico modo di cantare le vocali allungandole come un Phil Lynott prestato ai Black Flag, mentre “Get Up” ha l’andamento di Hendrix in salsa heavy. Seduce pure la riesumazione dello spirito Aerosmith pre-imborghesimento di “Legs”, idem dicasi per la frenesia radiofonica di “A Beautiful Day”. L’arrembante “I Don’t Care” farebbe gola agli ultimi Offspring, meno a noi, diversamente da “You Wear Me Down”, brusca virata su rotte zeppeliniane. Di contro, è da archiviare al volo “Always Away”, imperniata su un curioso copia-e-incolla dei riff di “The Flash Of The Blade” dei Maiden e “Thunderstruck” degli AC/DC. Ed il giochino delle citazioni prosegue con “The Masochist”, quasi un’outtake degli Almighty. L’happy end elargito dallo spettacolare gospel-punk “I Believed In God” riconduce l’album su binari maggiormente personali. Confermando che Danko Jones potrebbe far breccia puntando su numeri personali, piuttosto che accontentarsi del restyling, pur riuscito, di idee altrui.


 

Massima Allerta: “I Believed In God”

Colpo Di Sonno: “Always Away”