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Recensione: Delain “We Are The Others”

Delain “We Are The Others”

(Kscope Records)


Per Chi Ascolta: metal sinfonico extra melodico, Within Temptation, Nightwish.

Dopo molte peripezie legate al passaggio di Roadrunner nelle mani della major Warner, i Delain sono finalmente riusciti a rilasciare la loro terza fatica, il melodicissimo “We Are The Others”. La contestazioni principali che venivano fatte all'album dalla label erano legate all'eccessiva pesantezza del sound, cosa che francamente non mi sento di avallare una volta ascoltato l'album. Siamo quasi ai limiti del pop-rock in alcuni casi, e solo un orecchio abituato al mainstream radiofonico può trovare heavy questa release degli olandesi. Vero che i riff di chitarra sono irrobustiti rispetto al precendente “April Rain”, ma si tratta di attimi prima che vengano sempre affogati dalle tastiere e il synth del mastermind Martjin Westerholt o lascino spazio alle vocals della bella e brava Charlotte Wessels. Un esempio di quanto detto sul sound delle chitarre è l'opener “Mother Machine”. Dopo un intro potente, la melodia prende il sopravvento, specie nel ritornello. Charlotte è più scura del solito nel cantato e la sua interpretazione è efficace. Tutto sommato è una delle tracce migliori del lotto. La seguente “Electricity” offre più o meno lo stesso copione con una dose maggiore di tastiere e elettronica. Il chorus è efficace e mantiene costante la qualità della canzone, cosa che non sempre avverrà. La title track è il manifesto del classico Delain sound: pioggia di tastiere, struttura pop, ritornelli orecchiabili e Charlotte sotto la luce dei riflettori. Interessante il bridge con il coro di voci quasi infantili. “Milk And Honey” ha delle strofe molto riuscite tra metal e background di elettronica. Peccato per il chorus che forse perde fin troppo mordente rispetto al resto del pezzo. Dritta al punto “Hit Me With Your Best Shot”, almeno nell'intro, perchè dopo trovo si perda in una melodia magari non banale, ma molto poco originale. Molto bella invece la power ballad “I Want You”: Charlotte esibisce una voce suadente su un tappeto di pianoforte a cui ben presto si sostituiscono le chitarre e l'elettronica. In “Where Is The Blood”, compare il frontman dei Fear Factory Burton C. Bell, anche se non risolleva le sorti della canzone, nella media dell'album. Spiace dirlo, ma la successiva “Generation Me” suona come un filler, mentre “Babylon” può contare su un ritornello iper catchy che live ha sicuramente dato il meglio di sé. “Are You Done With Me” è un pezzo rock dal sound moderno e fresco, con interessanti linee vocali di Charlotte. Forse seguire questa strada avrebbe giovato di più all'album. Il primo singolo estratto è “Get The Devil Out of Me”, che a tratti mi ha ricordato la vecchia hit “The Gathering”. In chiusura “Not Enough” che in realtà non avrebbe nulla di diverso da quanto l'ha preceduta se non per il colpo di coda finale in cui Charlotte esegue dei vocalizzi lirici e mi lascia a riflettere su come avrebbe potuto sfruttare meglio le sue abilità.


 

Momento D'Estasi: gli arrangiamenti della ballad “I Want You”.

Colpo Di Sonno: delle volte si scade troppo nel banale.