Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Departure "Hitch A Ride”

Departure "Hitch A Ride”

(Escape Music)

Per Chi Ascolta: Journey, Styx, REO Speedwagon, Kansas

Nel 1998 una delle prime bands ad essere messe sotto contratto dalla neonata Escape Music fu quella del chitarrista/tastierista americano Mike Walsh, un album che lasciava intravvedere le potenzialità che furono sempre più evidenziate nei successivi lavori "Open Your Mind" (1999) e, soprattutto, "Corporate Wheel" (2001), nonostante i musicisti intorno a Mike cambiassero quasi sempre. Ma l'anima del fondatore della band restava sempre fertile nel procurarci ottime vibrazioni melodiche e lo stesso avviene con questo "HAR", un'uscita a sorpresa che conferma la rimarchevole attitudine di Walsh a cucire sapienti trame AOR su un suono caldo, erede ben più che degno dei migliori autori del genere, pescando ancora una volta un ottimo cantante (forse il migliore fra tutti gli altri avuti in precedenza dai Departure) nella persona dello svedese Andi Kravljaca (Silent Call, Seventh Wonder), un eccellente interprete capace di infondere grinta e passione alle undici canzoni registrate insieme a Duey Ribestello (bt - Joe Lynn Turner) e a Ryan Walsh (bs). L'opener "No Where To Go" esplicita subito le intenzioni dei Departure Mark IV, AOR elegante e diretto, irrobustito da chitarre più affilate che nei precedenti dischi, un refrain molto orecchiabile (quanto non originalissimo), diretto discendente dei migliori Steelhouse Lane, con la successiva "You Don’t Need To This Anymore" che offre una strofa più rilassata che prelude ad un ritornello reminiscente di una versione indurita dei REO Speedwagon ed è quest'ultima band quella che maggiormente pare aver influenzato il songwriting di Mike Walsh per "HAR", come particolarmente evidenziato da "Waiting For Rain To Come" (ed i primissimi Boston fanno occhiolino qua e là), "LuvSick" e la semplice "This Is My Time". Più cadenzata e ricca di blues, "Soldier Of Fortune" mi ha deliziato con un duello in bravura fra Andi e Mike, mentre la power-ballad "Rose" ricorda molto di più i Journey ed i Kansas dei primi anni ottanta che per la strumentazione utilizzata, col ritornello che mi ha fatto pensare ad una versione elegante e melodica degli Steelheart. "Travel Through Time" ha un suono più asciutto e diretto, ma è un episodio di minor livello subito riscattato dal vibrante rock pompso "Fly", emozionante tempo medio sostenuto da imponenti tastiere su cui si stendono efficaci cori a coronorare la tonica prestazione di Andi, indiscusso protagonista del romantico e sofferto lento "Without You". Il virile AOR vecchio stampo di "Outside Looking In" chiude senza particolari meriti nè demeriti un album che saprà accontentare gli appetiti degli AOR-fans. Un applauso a Mike Walsh per il lavoro svolto e per il trovare sempre un nuovo cantante che dona grande rilievo alle sue composizioni.


 

Momento D'Estasi: Andi Kravljaca, "Soldier Of Fortune", "Waiting For Rain To Come"

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