Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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Recensione: Edguy "Space Police – Defenders Of The Crown"

Edguy "Space Police – Defenders Of The Crown"

(Nuclear Blast/Kizmaiaz)

Per Chi Ascolta: metal un po' happy, Helloween, Freedom Call

Sfido chiunque, almeno in Italia, a non ritenere gli Edguy come la nuova promessa del metal, anche se zitti zitti, i cinque ragazzotti di Fulda sono ormai alle soglie dei 20 anni di carriera; un po' come quei calciatori tipo Cassano-Balotelli, che dopo anni di professionismo alle spalle vengono ancora etichettati come giovani di belle speranze. Al contrario dei nostri eroi nazional-popolari, però, Sammet & C. si sono ritagliati il loro spazio alle spalle dei mostri sacri del metal, e il buon Tobias, tra Edguy ed Avantasia, può essere tranquillamente considerato il più prolifico songrwriter degli ultimi 15 anni. Date le premesse, un nuovo disco degli Edguy si inserisce nel calendario delle uscite un po' come un appuntamento dovuto, fondamentale per valutare la salute della scena metal mondiale. L'ingresso ai primi posti delle charts, un po' ovunque, premia un lavoro che si mantiene su buoni livelli, grazie all'ormai riconosciuta bravura del talentuoso e chiacchierone leader. Se il doppio titolo rappresenta una novità, il contenuto invece va a pescare tra quanto proposto dai tedeschi negli ultimi album, con un mix di power metal e hard rock che non può che risultare gradevole. L'opener "Sabre & Torch" è una song dal riff moderno, cupo e cattivo, bilanciato da classiche melodie vocali accativanti. Tocca poi alle due title-track, scanzonata la prima, più vicina agli esordi la seconda, con un rallentamento e relativo "Oh oh oh" da concerto che ricorda molto i Gamma Ray. Segue "Love Tyger", classica glam song anni '80, più divertente per lo spassoso video che per la canzone in sé, ma ben inserita nell'economia dell'album. Sempre vicina allo spirito degli eighties, ed a mio parere la migliore del lotto, "Do Me Like A Caveman", bel mix di hard rock e velocità, con quelle tastiere appena accennate che ricordano i primi Europe. Sempre gli anni '80 protagonisti con l'inutile cover di Falco "Rock Me Amadeus", come altrettanto inutile è la ballad " Alone in Myself". Prevedibile ma di sostanza il power metal di "The Realms Of Baba Yaga" e "Shadow Eaters", mentre in chiusura troviamo la bella "The Eternal Wayfarer", quasi dieci minuti che partono con arpeggi e pomposa epicità anni '70, per svilupparsi tra hammond e chitarre che ben duellano tra loro, supportati da intrecci vocali vagamente alla Savatage. Dopo venti anni probabilmente il meglio lo hanno dato anche loro, ma intanto godiamoci questi eterni ragazzi.


 

Massima Allerta: l'hard rock di "Do Me Like A Caveman"

Colpo Di Sonno: senza dubbio la ballad "Alone in Myself"