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Fallen Fucking Angels “Italian Restaurant” (autoprodotto)
Gli speed metaller (o meglio porker) toscani Fallen Fucking Angels sono in giro oramai da quindici d’anni e si sono fatti le ossa sui palchi italiani con tutte le difficoltà del caso nel nostro paese: ma sono comunque arrivati a noi con un terzo full lenght, dopo svariate vicissitudini e una line-up ricompattatasi, ci auguriamo, finalmente in maniera un po’ stabile, intorno al batterista Filippo Belli. La copertina molto “rustica” che accompagna questo “Italian Restaurant” è un buon preludio ad un disco che non bada troppo alla forma prediligendo la sostanza, grezzo (forse pure troppo nei suoni) esempio di come la band suona e non mero sviluppo sonoro frutto di lunghe sessioni d’incisione e post produzione. Un lavoro senza troppi compromessi, che non raggiunge mai vette così alte, a tratti suona un po’ caotico, ma comunque è nel complesso un buon mix di sano metallo dei cari vecchi tempi suonato con una buona dose di energia, genuinità e passione dai toscani. Il tutto pronto ad essere portato su di un palco quanto prima, magari anche oltre ai nostri confini, perché la qualità non manca certo. Si parte così senza troppi fronzoli ad alte velocità con “Annapurna” e tutto scorre su dei binari abbastanza definiti di un buon speed alla vecchia maniera con qualche inevitabile citazione più thrash. La goliardia toscana non manca ai nostri che la sfoderano ripescando alcuni protagonisti di b-movie nostrani su “B-Movie Mania”, canzone cantata in italiano, o la già sentita “I’m The Stopper”, in cui a essere citato è nientemeno che Pasquale Bruno. Su “Roadpigs On The Highway” abbiamo un ospite d’onore, Gerre dei Tankard. Mentre la title track parla nientemeno che del cibo italiano... Il ritmo incessante scende solo quando arriviamo alla corposa “Less But Better”, che smorza solo per un attimo i ritmi velocissimi e forse un po’ monocordi nel complesso. Pur offrendo comunque alcuni buoni spunti, il lavoro non è mai troppo originale se vogliamo ma non scade mai nell'inutilità. Un disco che paga certamente una produzione molto semplice e grezza, che non valorizza l’energia della band, che però sarà apprezzata da chi amava le sonorità sporche e mai perfette dei dischi d’annata. Una band da vedere assolutamente dal vivo per chi ancora non riesce proprio a sfuggire dalle sonorità classiche del metallo!
Momento D'Estasi: il sound senza compromessi… Pelo Nell'Uovo: … ma questa produzione non rende giustizia all’energia espressa dalla band.
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