Speciale Muskelrock 2019


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Ciao Alex!


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RECENSIONE: Fuel From Hell “Easier Said Than Done”

Fuel From Hell “Easier Said Than Done”

(Street Symphonies / Andromeda))


Per Chi Ascolta: chi ancora si crede sul Sunset Strip nel pieno degli 80s, Motley Crue, Poison, Guns'n'Roses, Quireboys, Skid Row...

I Fuel From Hell tornano con un nuovo full lenght, seguito del buon debut "Fill You Up With Five Star Gasoline" uscito oramai cinque anni orsono, poco dopo l'accasamento con l'etichetta Street Symphonies. E i nostri arrivano al traguardo della seconda uscita, con nuovi elementi: il cantante, Phil Lasher, e il batterista, Alex Count, ed il chiaro difficile compito di ripetersi su certi livelli di qualità intravisti nel primo lavoro, quando spesso più che altro è una lotta per la sopravvivenza a caratterizzare le bands delle nostra penisola. Un disco che parte con il piede giusto con la vibrante "Electrified" che con la giusta energia e forza ci accoglie nel migliore dei modi. Certo troviamo in questo disco chiarissimi riferimenti ai grandi del glam-sleaze hard rock degli 80s (Motley Crue, Skid Row, Poison e Guns'N'Roses tanto per citare i principali), ma quello che colpisce da subito è una certa ispirazione che porta a pezzi ben scritti e che reggono le aspettative dall'inizio alla fine. La voce di Phil fa il verso spesso quella di un certo Axl, ma quello che rimane in mente è l'energia che impone a -quasi- tutto il lavoro, così come è ben chiaro fin dalla ruvida e sporca "Poison Whiskey" (dove salta fuori anche un piano che ricorda tanto i Quireboys dei bei tempi andati). I cori scivolano così via con piacere per i quasi tre quarti d'ora d’ascolto, in particolare nella prima sezione di traccie, che offre un inizio incalzante e abbastanza variegato, comprendente, oltre alle già citate openers, la veloce "Some Girls" o la ritmata "Anything Goes", così come il bel lento (ma non troppo) "Send Me Your Love" dove il piano la fa di nuovo da padrone ma in veste meno stradaiola. Ma ecco che passata la boa di metà giro, l'intensità compositiva sembra un po' scendere, seppur non eccessivamente, presentandoci una serie di brani un po’ meno ispirati dei precedenti, forse troppo monocordi. Quello che non manca è comunque l'energia, l’attitudine giusta e la qualità generale così qualche ulteriore passaggio tiene comunque sveglia la nostra attenzione, su tutte la calda “December ’89”, arricchendo la già ottima impressione del complessivo di questo disco. Una buona conferma, con buona personalità e grinta, un nome su cui contare nella nostra scena spesso bistrattata, ma che qualche nome buono lo ha!


 

Cosa Funziona: Pezzi ben fatti, buona qualità e personalità generale...

Cosa Serve: Continuare sulla buona strada!