Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Fil Di Ferro "Hurricanes/Fil di Ferro"

Fil Di Ferro "Hurricanes/Fil di Ferro"

(Jolly Roger Records)

Per Chi Ascolta: Classic Heavy

La Jolly Roger prosegue incessantemente l'operazione di recupero di quelle piccole/grandi band che negli anni '80 prepararono il terreno, in maniera che definire pioneristica non è esagerato, all'esplosione, su scala internazionale, dell'heavy metal italiano, avvenuta un ventennio dopo. E' il turno dei Fil Di Ferro, autori in "Hurricanes" (1986) di un heavy possente e selvaggio da autentici byker (quali, in effetti, erano i membri del gruppo). Brani come l'incendiaria, nel vero senso della parola, "Burning Metal", la N.W.O.B.H.M. oriented "King Of The Night" o l'inno della titletrack superano senza problemi lo scorrere del tempo, nonostante la pessima registrazione, all'epoca usuale tallone d'Achille per chiunque cercasse di proporre sonorità dure nel Belpaese. Comunque sia, il remastering assai curato fornisce nuovo smalto ad un disco promettente, che trova nel seguito "Fil Di Ferro" (1988) il suo degno sbocco. La produzione, stavolta adeguata grazie all'esperto Guy Bidmead (Motörhead, Vanadium), rappresenta il valore aggiunto di un pugno di canzoni più mature ("Street Boy"), che avrebbero meritato maggior fortuna persino all'estero (le eccellenti "Wanted", "I'm Free" o l'evocativa "Dropping Down"). Le meticolose note biografiche dell'impeccabile booklet completano il quadro di una ristampa che per gli aficionados dell'heavy tricolore rappresenterà un tuffo al cuore ed in cui potrebbero trovare motivi di interesse altresì i novizi.

STAMPA ORIGINALE - Discotto Metal (1986), Dischi Noi (1988)
COSA CAMBIA - Nulla, a parte il remastering