Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


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Recensione: GOAD “The Silent Moonchild”

 

GOAD "The Silent Moonchild"

(Black Widow Records)

e lode!


Per Chi Ascolta: Progressive rock

Dopo il già splendido "Masquerade" del 2011,torna il gruppo fiorentino con un lavoro monumentale nel quale confluiscono tutte le molteplici influenze che caratterizzano il loro sound,comunque e sempre saldamente ancorato agli anni '70. Sempre in precario equilibrio fra progressive tout court,dark e l'hard sinfonico dei geniali Jumbo,ai quali è gioco forza riferirsi anche solo per le abrasive vocals di Maurilio Rossi,fin dall'iniziale "Except Hate"il gruppo fiorentino mette in mostra però un songwriting assai più complesso e stratificato che partendo da King Crimson e Atomic Rooster,approda nella seguente "For You" ad un sound squisitamente personale che pur assai "romantic" è impregnato fino al midollo delle angoscianti atmosfere dei Van Der Graaf Generator .Se la bellissima e struggente "Here with me" con le keyboards di Maurilio in splendida evidenza rilegge in chiave Goad i Genesis del periodo Peter Gabriel ,la seguente "Clay Masks"con il flauto in splendida evidenza ne trasportano il flavour progressive in dimensioni oniriche che nulla hanno da invidiare pure ai Pink Floy di "Atom Heart Mother".Ma il capolavoro assoluto del lavoro è senz'altro "The Silent Moonchild" che suddivisa in tre parti è davvero la summa cum laude della musica dei Goad: se la prima parte è caratterizzata da un conturbante duetto piano and vocals,sul quale si innesta l'ispirato sax di Martin Grice (Delirium),la seconda parte è un delicato strumentale con ancora piano e sax sugli scudi,mentre la terza pur introdotta da keyboards space si sviluppa nel proseguo in un crescendo progressive rock languido e possente nello stesso tempo .Se uno splendido piano e i guitar solos di Francesco Diddi impreziosiscono l'ancor introspettiva"Fading Under a Large Hat",la seguente "Ballad in the Moonlight"viene letteralmente violentata dalle guitars di Francesco Diddi e dell'ospite Guido Wasserman(Alphataurus) che donano al tutto un substrato dark che si concretizza nell'hard and prog di "The Book of Time" Impreziosita vieppiù dalle vocals di Silvana Aliotta (Circus 2OOO).Conclude il tutto "Moonchild End" altro episodio di struggente bellezza.La produzione è ottima e la grafica assolutamente degna di un lavoro da avere assolutamente .BUY or DIE!!!!!!!!!!!!!!