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Glacial Fear "Equilibrium Part II" (Soundfarm)
Vent'anni di storia dell'underground italiano. Così si potrebbe riassumere la carriera degli indomiti Glacial Fear. Nuovamente in pista, senza clamori, in totale assenza dell'hype che (troppo) spesso continua a circondare gruppi stranieri che non possiedono un'oncia del talento mostrato dal quartetto calabrese. Si parte a razzo con "Civil Failure", mazzata tra capo e collo destinata a mietere parecchie vittime dal vivo. L'approccio è il medesimo a cui i Nostri ci hanno abituato: groove a profusione, accelerazioni letali, stop&go à la Sepultura pre-rincoglionimento e mirabili dissonanze voivodiane. "Adrenaline By Night" riduce ad hoc la velocità di crociera, non l'impatto stile bulldozer che spiana la strada ad un break nel solco dei Coroner periodo "Grin". Ai quali è rapportabile pure lo start di "Upload Your Life", abile miscela di extreme music che sfuma in un finale a sorpresa. Preceduta dalla sincopata "Ghost City", che rimanda al Glacial Fear di "Frames", fa centro pure l'ardita rilettura della monumentale "Asteroid" dei Killing Joke, grazie ad un cantato corrosivo che Jaz Coleman sicuramente apprezzerebbe. Coerenti, dotati uno stile personale e riconoscibile, Gianluca Molè e soci si (ri)confermano a quei livelli di grazia che da due decadi li contraddistingue. Un comeback di assoluto rilievo
Momento D'Estasi: Originalità all'ennesima potenza Colpo Di Sonno: Soltanto 5 brani. Accontentiamoci
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