Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
|
Gotthard "Firebirth" (Nuclear Blast)
Per Chi Ascolta: Gotthard Quante bands hanno dovuto affrontare la tragica scomparsa di un membro-chiave nella storia del rock? Qualcuno ha deciso di interrompere il viaggio (Led Zeppelin), altri (AC/DC) hanno continuato senza dimenticare lo sventurato compagno. Sono aspetti troppo delicati e personali per cui preferisco ringraziare Steve Lee per la grande eredità che ci ha lasciato e guardiamo in avanti! Gli svizzeri Gotthard tornano orfani del talento di Steve a tre anni di distanza da "Need To Believe" e, sebbene il nuovo cantante Nic Maeder non sia un clone del suo predecessore, i risultati sono molto molto buoni, lontani da certe vette artistiche toccate nel recente passato da Leo Leoni e soci, ma i fans dei Gotthard resteranno comunque soddisfatti dalle nuove tredici canzoni. La performance di Maeder è solida, forte, per nulla intimorita dal testimone chiamato a raccogliere e nella power ballad "Remember It's Me" denuncia con ottimi risultati il suo amore per la virile espressività alla Coverdale. La direzione generale del disco è quella di portare avanti la tradizione dell'hard rock melodico di classe come manifestato sin da subito con l'opener "Starlight" (cercatene il video su Youtube!), forse non il miglior chorus dell'anno, ma in complesso buon hard rock blues ed un buon modo per far rompere il ghiaccio al nuovo arrivato. "Give Me Real" indurisce il suono con maschio vigore e decisione e resta fra i momenti migliori di "Firebirth". Dopo la citata e ottima "Remember It's Me" (gustatevi il suo video e converrete con me che si tratta di un grande brano con qualche debole affinità coi Red Hot Chili Pepper... non scherzo), si torna a rockare duro con "Fight" che, purtroppo, si rivela poco più di un decente filler, ma il divertimento è assicurato dall'orecchiabile "Yippie Aye Yay" e scommetto che dal vivo si darà l'occasione di interazioni fra band e fans. "Tell Me" è un romantico lento strappalacrime di grande impatto, altro colpo vincente messo a segno dai Gotthard che con solo pianoforte, chitarra acustica e voce costruiscono un brano ideale per ogni momento romantico della vita. Ci si rimette lentamente in cammino con la semi-ballad "Shine" costruita apposta per ripetuti passaggi su MTV sulla scia di Aerosmith e Mr Big, e quindi si torna a rockare con "The Story's Over", cui però sembra mancare qualcosa per decollare definitivamente, con "Right On", che mixa T-Rex, Bon Jovi e Powerstation in chiave squisitamente hard rock americano, e con "S.O.S.", ma anche in questo caso manca quel quid decisivo. Altro stop con la semi-ballad "Take It All Back" per accelerare subito dopo con "I Can", ma entrambe si perdono nel mare magnum della mediocrità e potevano essere lasciate fuori dal disco. La delicata "Where Are You" è l'ultimo pensiero lanciato dalla band a Steve Lee, commovente e toccante nel suo sviluppo e in quanto tale inapplicabile di qualunque giudizio artistico. In definitiva non siamo dinanzi ad un capolavoro e qualche passo indietro rispetto alle ultime produzioni è stato fatto, ma mi sento di dare fiducia ad un ensemble che troverà la forza di pubblicare dischi migliori onorando così sè stessi, il nuovo arrivato Maeder e colui che tanta energia ed entusiasmo ha dedicato ai Gotthard.
Momento D'Estasi: "Remember It's Me", "Give Me Real" su tutte Pelo Nell'Uovo: una sforbiciata alla tracklist e saremmo qua a dare un gidizio nettamente migliore
|
|||
|
||||
|