Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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Hardcore Superstar "The Party Ain't Over 'Til We Say So (Best Of)" (Nuclear Blast)
Arrivare ad un best of è sempre un bel traguardo, simbolo del raggiungimento di vette musicali molto elevate. E gli Hardcore Superstar hanno ben pensato di sfruttare il loro momento dorato e battere il ferro finché è caldo: ad un anno dall’ultima, fortunata, fatica in studio, eccoli qui pronti a celebrare una carriera di alti (molti) e bassi (molto pochi e circoscritti), ma comunque sempre sopra le righe. E’ difficile recensire una raccolta, e il voto non poteva essere espresso: non possiamo fare media fra un voto alla carriera (molto alto) e uno al disco in se (non c’è quasi nulla di così nuovo, che voto dare a materiale già sentito e risentito?). Si prova così ad andare a leggere un fra le righe di ciò che ci viene proposto: si comincia da un inedito, “We Don't Need A Cure”, che è un pezzo leggero e spensierato, tanto che non avrebbe così sfigurato sull’ultimo “Split Your Lip”, che ce li aveva riportati su binari più chiassosi e divertenti dopo episodi più metallici e forse anche un po’ seriosi. Non è nulla di così memorabile, ma serviva qualcosa di inedito che giustificasse l’acquisto anche ai fans di vecchia data, ed eccoli accontentati. Il set delle venti tracce scelte non è certo quella che ci si può aspettare da un classico best of, non scorre linearmente la carriera della band di Göteborg, dando inizialmente ampio spazio ai lavori dell’ultimo lustro, per rituffarsi poi nelle arie più punkeggianti degli esordi, quasi rinnegati anche nei live show a beneficio del loro attuale momento splendore, bisogna infatti inoltrarsi ben dentro al disco. Le grandi hits ci sono comunque tutte, a partire dalla seconda posizione in griglia con il gioiello di famiglia “We Don’t Celebrate Sundays” che nella patria Svezia cantano a squarciagola anche alci e renne, e che aveva segnato la loro rinascita nel 2005 dopo un paio di dischi non proprio riusciti ed un periodo non certo esaltante. Periodo che comunque è presente con qualche pezzo qua e là (immancabile “Shame” o “Still I'm Glad”), così come i scintillanti pezzi dei primissimi HCSS, “Someone Special” e “Liberation” su tutti. C’è anche la grezza e potente “Bastards” uscita come singolo e mai pubblicata su alcun album. La chiusura è uguale a quella dell’ultimo disco, sulla lenta e atipica “Run To Your Mama” che funziona a mò di outro. Se ancora non li conoscete, quale miglior occasione di farsi un’idea su quello che gli Hardcore Superstar hanno prodotto in questi ultimi quindici anni? Se invece già li conoscete bene… tanto vale mettersi in casa questo best of solo per completare la collezione!
Momento D'Estasi: Riascoltare alcuni vecchi brani oramai spariti dalla scaletta live della band di Göteborg, chissà che nel prossimo tour facciano capolino per la gioia di chi, come scrive, un po’ ricorda con nostalgia i primissimi Hardcore Superstar. Colpo Di Sonno: Tutto o quasi è già sentito e risentito… magari qualche live track avrebbe ravvivato la raccolta!
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