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H.e.a.t "Tearing Down The Walls" (earMusic)
Ricordo ancora molto bene quando questi ragazzoni svedesi, seguiti dalla nomea di nuovi Europe (non foss'altro per la provenienza dallo stesso sobborgo), avevano irrotto sul nostro orizzonte durante le solite scorribande scandinave di sei anni orsono: erano quasi agli esordi ma già si prospettava un luminosissimo futuro. Ora gli H.E.A.T tornano con il secondo capitolo -quarto full lenght- della loro rinnovata carriera musicale. Se con un bel po' di diffidenza, dopo il cambio al timone, seguito all'uscita del talentuoso cantante originario della band e dal mondo della musica, avevamo accolto un poi rivelatosi all'altezza "Address The Nation", ora con non meno senso meno critico affrontiamo questo "Tearing Down The Walls" che è seguito all'uscita dalla band anche di un altro membro fondatore, il chitarrista Dave Dalone. Il nuovo disco si era comunque ben presentato anticipato dal buon tiro del singolone "A Shot At Redemption", accurata scelta per lanciare un lavoro che è comunque quasi sempre su ottimi livelli d'intensità e songwriting, pur essendo chiaramente abbastanza derivativo -seppur con un certo marchio di fabbrica H.E.A.T- ma in fondo ben scritto e rifinito dagli svedesi. La stesura dei pezzi si è oramai sempre più adagiata sulle vocalità di Erik Grönwall, ma comunque non perdendo quella dose di grinta che mai è mancata nelle loro composizioni. A partire dalla radiofonica title track, è un crescendo di emozioni passando per la intensa "We Will Never Die", per arrivare al solo piano ad accompagnare la voce sulla ancora più toccante "All The Nights" a completare il quadro dei lentoni di questo LP. Ma la forza travolgente che lentamente avvolge e casse della opener "Point Of No Return" è seguita a ruota dalle caldissime "Inferno", "Emergency", condita da un refrain incontenibile, o "Enemy In Me". C'è anche un momento più poppeggiante su "Mannequin Show" a ricordarci le origini del talentuoso cantante, ma alla fine è solo uno dei tanti momenti di questo disco, che infatti risulta un buon mix di melodie, energia e una discreta personalità fanno di questo nuovo album il nuovo punto di riferimento della loro discografia, altissimo il livello generale, seppur con qualche piccolo momento meno ispirato, più scontato ma non uno scivolone vero e proprio giù spediti fino alla conclusiva e catchy "Laughing At Tomorrow". Di sicuro sono all'altezza delle altissime aspettative che ricadono oramai su questo nome, che difficilmente possiamo ancora annoverare solo nelle fila delle giovani speranze: sono cresciuti e ben solidamente fra i nomi di spicco della scena melodic rock europea!
Momento D'Estasi: L'energia e il refrain di "Inferno" ma quasi tutto il disco ha le vibrazioni giuste Pelo Nell'Uovo: Pochi ma qualche momento meno ispirato come verso la fine "Enemy In Me" si trova
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