Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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Hemina "Synthetic" (Nightmare Records)
Per Chi Ascolta: Prog Metal di classe, Dream Theater, Echolyn, Ayreon Gli Hemina arrivano da Sydney, Australia, e si compongono di Douglas Skene (vc, ch, tast), Mitch Coull (ch, vc), Andrew Craig (bt), Jessica Martin (bs, vc) e Phill Eltakchi (tast, vc), quintetto intento a professare un intrigante miscela di prog metal che, inevitabilmente, vede Dream Theater e Ayreon fra i maggiori riferimenti artistici, ma le composizioni non mancano di svelare inaspettati riferimenti ad Echolyn e persino Pink Floyd nei loro momenti più sinfonici, il tutto condito da un'inclinazione cinematografica che conferisce all'insieme una buona profondità espressiva. A dispetto del titolo, "Synthetic" si dipana lungo undici episodi per oltre settantanove minuti di musica cangiante e bastano le prime due canzoni per capire la varietà e la complessità degli Hemina: "This Hour Of Ours" è una breve ed eterea intro tastieristico con delicate parti vocali che preludono agli unidici minuti di "To Conceive A Plan", la cui prima metà si rivela essere un'epica cavalcata strumentale costruita con grande potenza espressiva e sonora, ricca di chitarre heavy e sezione ritmica a pieno regime con un'attenzione rivolta più alla costruzione di un'opera d'arte che alla sterile delle singole abilità strumentali. La seconda metà di "TCAP" alterna frasi più meditate ad esplosioni sonore secondo la lezione del prog anni settanta filtrata dall'esperienza dei Dream Theater meno intransigenti. Senza soluzione di continuità entra in scena "The Boy Is Dead", emozionante esempio attenzione alla struttura compositiva degna dei migliori artigiani del settore, con rapidi mutamenti di scenari e strumenti che hanno il grande pregio di catturare i sensi e l'immaginazione. "For All Wrong Reasons" è una rilassata ballad che parte acustica con un delicato duetto fra Skene e Jessica, per consegnarci un crescendo strumentale di grande effetto il cui scopo è traghettarci alle esplosioni di "And Now To Find A Friend", undici minuti di metal prog raffinato quanto d'impatto che si stempera in un break strumentale dominato dal pianoforte e dalle voci, prima che Eltakchi renda detti i tempi per un duello chitarra/tastiera, e la struttura viene ripetuta un'altra ed ultima volta. "With What I See" è molto cruda e veloce ed il finale è tipicamente pinkfloydiano, "Hunting Is For Women" è più sperimentale nei suoi e nella struttura, "Even In Heaven" riprende le redini del discorso ed offre un nuovo duetto fra Skene e Jessica Martin. La breve strumetale "Conduit To The Sky" fa da ponte al dark prog metal di "Haunting Me!", ultimo baluardo prima dei tredici minuti della conclusiva "Divine", monumentale e ben riuscito esempio di prog metal realizzato col cuore e con la testa, sempre pronto a stupire con improvvisi cambi di atmosfera o di tempo. Era da tempo che non mi imbattevo in un lavoro in ambito prog-metal che mi coinvolgesse come questo concept album. A voi, adesso, l'onere e l'onore di tributare il giusto apprezzamento alle fatiche di Skene e soci. http://www.heminamusic.com/
Momento D'Estasi: Tutto il disco Pelo Nell'Uovo: un pizzico di autoindulgenza, ma come si fa non perdonarlo?
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