Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


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Recensione: Illuminate “Destine”

Illuminate “Destine”

(Rude Records)

Per Chi Ascolta: Pop Punk Rock

Melodia è la parola impressa a chiare lettere nella seconda uscita degli Olandesi Volanti. Gente con i piedi piantati nella terra dei tulipani ed il cuore nelle college radio statunitensi. Dove, c’è da scommetterlo, non faticheranno a ritagliarsi spazio. Come quelle canzoni che durante una festa escono dagli speakers e ti restano addosso sino al weekend successivo, “Four Leaf Clover” inizia col botto e farebbe ancheggiare persino un elefante. Il tiro è quello anfetaminico dei Jimmy Eat The World, prontamente bissato dalla gemma commerciale “Stay”, non a caso scelta come primo singolo. Il vantaggio di poter contare su un vocalist esuberante quale Robin Van Loenen consente altresì a songs non propriamente memorabili (“Unbreakable”) di tenere banco, spesso sostenute da un’impalcatura di tastiere/pianoforte dagli echi Beach Boys, che smussa un sound graffiante e mai ruvido. Alla stessa maniera dei Simple Plan, tanto per intenderci. Non sorprende, quindi, che il lento d’ordinanza (la titletrack) si riveli un asso nella manica e non la classica buccia di banana su cui era assai facile scivolare. Maturati rispetto all’esordio, gli Illuminate rilasciano un album privo di spunti personali, eppure godibilissimo, come quegli amori che durano un’estate. Tra i bagliori di una Amsterdam notturna sognando le spiagge californiane.


 

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