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Impellitteri "Venom" (Frontiers Records)
Per Chi Ascolta: Heavy Metal Neoclassico,Shredder Ricordo ancora con nostalgia profonda il primo approccio che ebbi con la musica di Chris Impellitteri.Correva l'anno 1988 ed ero praticamente onnivoro di metal neoclassico.Dopo l'ascolto del caposcuola Yngwie J.Malmsteen e degli altri numerosi epigoni appartenenti alla scuderia del talent scout Mike Varney mi avvicinai infatti al secondo lavoro (Stand In Line) del finora a me sconosciuto chitarrista originario di Los Angeles,attratto visivamente dalla sua chitarra Fender rossa fiammante e ancor più dalla formazione straordinaria con la quale si accompagnava e che annoverava tra le proprie fila artisti del lignaggio di Graham Bonnet alla voce (Rainbow e Alcatrazz), Pat Torpey alla batteria (conosciuto in seguito per la militanza nei Mr.Big) e Chuck Wright al basso (Quiet Riot).Rimasi letteralmente folgorato dalla pulizia esecutiva di Impellitteri,dalla sua velocità di plettrata,dal suo gusto solistico sopraffino e parente energico di quello di Blackmore (soprattutto nella sensazionale rivisitazione strumentale di "Somewhere Over The Rainbow");in una parola da uno stile chitarristico che si differenziava da Malmsteen per aggressività e robustezza del rifferrama.Durante un lungo periodo di offuscamento del genere,Chris Impellitteri non si è mai riciclato o peggio rassegnato a sfornare dischi strumentali stucchevoli e autocompiacenti,bensì è andato anche alla ricerca di sonorità più moderne (sia ascolti al riguardo Pedal To The metal del 2008), costruendo una solida carriera artistica che ha fatto diventare i suoi albums veri oggetti di culto per i collezionisti (il sottoscritto compreso) disposti a sborsare fior di quattrini per accapparrarsi le preziose (e costose) edizioni giapponesi di importazione.Venom,secondo album licenziato da Frontiers Records dopo il transitorio Wicked Maiden,riporta in modo prepotente il songwriting di Impellitteri sulle coordinate di un roccioso hard'n'heavy, con interventi solistici raffianti alternati a cadenze quadrate e dalla possenza quasi sabbathiana (era Ronnie James Dio).Dietro al microfono troviamo un'autentica garanzia rappresentata da Rob Rock,cantante dotato di un ugola versatile e particolarmente espressiva che ben si sposa allo stile compositivo di Impellitteri.Tutti i brani del disco appaiono solidi e ben strutturati (posso a tal proposito segnalare per efficacia ed incisività "We Own The Night","Face The Enemy"e"Rise"),l'energia sprigionata dirompente, la formazione compatta,il suono fluido e cristallino.Ennesimo centro per Frontiers Records.
Cosa Funziona: tecnica sopraffina al servizio della melodia Cosa Serve: salutare il ritorno ispirato di questo talentuoso guitar hero.
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