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In Flames "Battles" (Nuclear Blast) Per Chi Ascolta: Nu Metalcore Inutile puntare ancora l’indice sull’evoluzione/involuzione degli In Flames, come invece puntualmente accade ad ogni uscita post “Colony”. Piaccia o meno, i quattro di Goteborg oggi ciò rappresentano: una mutante nu metalcore band, dalla sfuggente personalità e sound altrettanto multiforme, diametralmente opposto ai loro esordi. E “Battles” non sfugge a detta classificazione: lo testimonia “Drained”, che flirta pesantemente con l’elettronica più alternative. Difficile poi non sorridere di fronte a “The Truth”, new metal fuori tempo massimo nel solco di P.O.D. e Breaking Benjamin, “abbellito” da stucchevole coro di bambini. Esemplificative del nuovo corso “In My Room” e “Before I Fall”: incontro/scontro tra tentazioni nemmeno tanto velatamente mainstream, tonalità indie (la struttura semplificata dei brani) e rimandi hard rock (le sezioni soliste). Di contro, “Through My Eyes” mostra di nuovo i muscoli, con l’ex growler Anders Fridèn che riprende ad urlare, mentre la ruffiana titletrack, “Here Until Forever” (immancabile ballad tra rudezza e strappi melodici) e “Save Me” (col suo finale elettronico di marca Linkin Park), sono scritte apposta per solleticare i teenagers americani. Parafrasando il titolo: non una battaglia persa. “Battles” è disco gradevole e degnamente suonato. Ininfluente il nuovo batterista Joe Rickard, che ha sostituito lo storico Daniel Svensson, alquanto standard la strombazzata produzione di Howard Benson. Soltanto il pubblico potrà determinare se gli In Flames, buttandosi a destra ed a manca, finiranno con lo scontentare tutti. Od incontreranno il consenso unanime. Chissà che ne pensa dei suoi ex compagni di avventura il buon Jesper Strömblad. Massima Allerta:Se apprezzate i “nuovi” In Flames…
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