Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


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Recensione: L.A. Guns "Hollywood Forever"

L.A. Guns "Hollywood Forever"

(Deadline / Cleopatra)

Per Chi Ascolta: Sleaze Hard Rock

Questi L.A. Guns sono quelli di Phil Lewis (vc) e Steve Riley (bt, ex W.A.S.P.) (l'altra è capitanata dal chitarrista Tracii Guns) escono con un nuovo album prodotto da Andy Johns (Led Zeppelin, Van Halen, Cinderella, etc) e con l'originale bassista Kelly Nickels quale gradito ospite (Scotty Griffin resta quello ufficiale, a quanto ho capito), e lo fanno a due anni dall'album di cover "Covered In Guns" e a sette dal gustoso "Tales From The Strip". Con la chitarra affidata stabilmente a Stacey Blades (Roxx Gang), Lewis (ex Girl) mostra un'ugola ancora capace di graffiare e urlare con l'abilità di un consumato intrattenitore quale è, ma al sottoscritto sono le canzoni a non aver particolarmente convinto. Messa da parte la vena più blues che contraddistingue lo stile di Tracii Guns, gli odierni LA Guns si buttano su un crudo hard/sleaze rock subito reso esplicito sin dalla veloce opener title-track che odora un pochino anche degli WASP più sguaiati, mentre "You Better Not Love Me" (avviso di Phil alla sua ragazza!!!) possiede linee meno immediate e più drammatiche, ma ascoltatela qualche volta ancora e non ve la toglierete più dalle orecchie. Non mi piace molto l'approccio 'modern' di "Eel Pie" e sarà forse per questo che la successiva "Sweet Mystery" giunge come una tonificante semi-ballad dalle melodie più ruffiane ed easy, mentre la perfida e subdola "Burn" avvolge fra le sue ipnotiche spire con l'attitudine del vecchio Alice Cooper. E' da questo punto che il disco decolla veramente, mettendo in sequenza la citata "Burn" con le stradaiole e maleducate "Vine Street Shimmy", "Dirty Black Night" e "Queenie" che tornano a far pulsare il sangue nelle vene con le speranze dei vent'anni. C'è spazio ancora per il mid-tempo tinto di blues "Crazy Tango", il rock'n'roll grezzo e divertente della breve "Venus Bomb", una spruzzata boogie alla Status Quo in versione sleaze  con "I Won't Play" e la sofferta semi-ballad "Requiem (Hollywood Forever" che bissa in chiave più acustica le passioni sfogate in "Underneath The Sun" (qualche traccia prima). L'inutile (ed evitabile) cover "Araña Negra (Black Spider)" chiude un disco che al sottoscritto è piaciuto soprattutto nella sua seconda parte, forse perchè più frizzante e viziosa, o forse perchè con degli autori/esecutori più ispirati. Non aspettatevi un nuovo "Tales From The Strip" o "Cocked And Loaded", ma vi suggerisco di acquistare (se potete) le cinque/sei canzoni che reputate più interessanti invece dell'intero cd. Avrete un ottimo EP da godere a ripetizione!


 

Momento D'Estasi: "Burn", "Vine Street Shimmy", "Dirty Black Night" e "Queenie"

Pelo Nell'Uovo: cover inutile, troppa depressione nelle prime canzoni (mica sono i Nirvana!!!)