Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


Intervista con i White Skull

Recensioni: White Skull

"Will of the Strong"


Intervista con i Thomas Hand Chaste

Recensioni: Where The Sun Comes Down

"Welcome"

Recensioni: Pandora

"Ten Years Like in a Magic Dream"

Recensioni: Black Star Riders

"Heavy Fire"

Recensioni: Kreator

"Gods Of Violence"

Recensioni: Danko Jones

“Wild Cat”


Intervista con i Saxon

Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea

"Faces With No Traces"

Recensioni: Ted Poley

"Beyond The Fade"

 

 

 

 

 

Recensione: Manowar "Kings Of Metal XXIV"

Manowar "Kings Of Metal XXIV"

(Magic Circle Music/Audioglobe)

Per Chi Ascolta: i re del metal

Non sempre le scelte del De Maio manager sono risultate vincenti, ma non è il caso di discutere qui su quanto sia utile, superflua, imprescindibile o meschina la pubblicazione di questa nuova versione di "Kings Of Metal". Lasciamo le chiacchiere ai "poser" ed immergiamoci nell'ascolto di questa rivisitazione di uno dei grandi capolavori della storia dell'heavy metal. Ovviamente c'è ben poco da migliorare, ed infatti le modifiche artisticamente non apportano nulla, giusto qualche variazione che susciterà più che altro curiosità tra i fan incalliti. Cambia anche la disposizione dei brani, con "The Crown And The Ring" e "Wheels Of Fire" in chiusura, mentre ad aprire l'abum troviamo una "Hail And Kill" con un nuovo finale, in pratica quello suonato abitualmente dal vivo. Le canzoni che subiscono le maggiori rivisitazioni sono "Heart Of Steel" e "Blood Of The Kings" Nella prima scompare il pianoforte in apertura, sostituito dalla chitarra acustica; personalmente penso venga meno un certo pathos, ma c'è chi potrebbe gradire. Simpatica invece la scelta di aggiungere una strofa nella seconda, per omaggiare quelle nazioni non citate nel 1988. Decisamente fedele all'originale la prestazione dei musicisti, anche se qualche sfumatura è percepibile, perchè ovviamente Logan e Hamzik non erano presenti all'epoca della release originale. Adams va all'assalto come sempre e nelle parti melodiche ora ha una voce più profonda e controllata, anche se meno fresca e squillante, ma come potrebbe essere dopo 25 anni? Joey De Maio naturalmente si ritaglia il suo spazio con una versione di "Sting Of The Bumblebee" a 300 di metronomo, con tanto di ticchettio di lancetta in sottofondo. Nuovo artwork con omaggio a Scott Columbus e ai fan, e a corredo troviamo un bonus cd con le versioni strumentali di tutti i brani; da qui la possiblità di apprezzare certi arrangiamenti e sopprattutto di potersi lanciare in gare di karaoke all'ultimo sangue in ogni metal party che si rispetti!