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Materdea "A Rose For Egeria" (Midsummer's Eve)
Per Chi Ascolta: metal folk sinfonico, Elvenking, Schandmaul, Nightwish Terzo disco per la band nata dall'incontro tra Marco Strega e Simon Papa, chitarrista vecchia conoscenza della scena metal torinese il primo, cantante di tutt'altra estrazione, ma ormai completamente a suo agio tra i suoni distorti, la seconda. Dopo l'ottimo "Satyricon", che amalgamava con gusto e personalità il rock celtico degli esordi e il metal, i MaterDea virano prepotentemente verso sonorità pesanti; i brani diventano più veloci, il muro di chitarre si fa più spesso, la struttura delle canzoni più articolata, le orchestrazioni più imponenti. Un accenno di elettronica introduce l'opener "Beyond The Painting", drumming poderoso, linee vocali sempre accattivanti, e la voce soave di Simon capace di appoggiarsi con grazia anche su di una base così massiccia. La doppia cassa di Cosimo De Nola non mancherà di farsi sentire per tutta la durata dell'album, e pezzi come "Talagorn Of The Storms", "Altar Of Secrets" e la title-track, saranno gradite anche dagli estimatori del power metal più lanciato. A mio avviso però, sono due gli episodi che esaltano "A Rose For Egeria", quelli che meglio rappresentano l'unione fra le anime metal e folk della band. Sentire per credere "Merlin And The Unicorn", ballata sognante e robusta allo stesso tempo, con un bel duetto tra voce femminile e maschile nel ritornello; "Land Of Wonder", brano festaiolo e dal violino travolgente. Un bel disco, una svolta su territori in vero già ampiamente battuti, ma che i sei affrontano senza alterare lo spirito e gli elementi distintivi del proprio sound; da band che per attitudine, preparazione e immagine, può tranquillamente rivaleggiare con i più blasonati gruppi internazionali.
Momento D'Estasi: la festaiola "Land Of Wander" Colpo di Sonno: un po' macchinoso il mid tempo "An Unexpected Guest"
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