Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Mekong Delta “Intersections”

Mekong Delta “Intersections”

(Steamhammer / Spv)


Per Chi Ascolta: Per gli affezionati del thrash tecnico.

C’è più di un qualcosa che non va nell’ultimo album dei techno-thrashers tedeschi, ci sono delle enormi zone oscure che non permettono un giudizio positivo. Non nascondo l’affetto che provo per i Delta e l’importanza della band di “The Music Of Erich Zann” e “Dances Of Death” non è in discussione, per carità, ma questo nuovo “Intersections” proprio non riesce a convincermi. Già dall’opener “ The Cure” i problemi mi risultano evidenti : una produzione piuttosto piatta, riff e strutture musicali che suonano forzate ( e a tratti inconcludenti ) ed una voce ( il pur bravo Martin LeMar non lesina impegno ) che sembra costantemente fuori posto. Ho ascoltato queste nuove dieci canzoni con intensità, ma non sono riuscito a cavar fuori da queste note un giudizio positivo, perché i pochi frammenti di valore sono annegati nella mediocrità generale di un lavoro che pare svogliato e di routine. Nei momenti iniziali della Queensyche – oriented “Shades Of Doom”, ci sono delle buone intuizioni rovinate da un cantato completamente fuori luogo e la successiva “Sphere Eclipse” viene affossata da una parte iniziale decisamente scadente. Solo la bella “The Healer” ( unica canzone degna del blasone dei nostri ) sorprende per l’energia sprigionata in quasi otto minuti. Il resto di “Intersections” scivola via, senza lasciare traccia ed emozione alcuna. Mi spiace, non ci siamo proprio. Le note positive sono poche e non bastano a far di questo disco un lavoro valido. E lo dico con estrema tristezza.


 

Momento D'Estasi: La sola “The Healer” non può curare un disco malato.

Colpo Di Sonno: Più che il sonno, gli unici colpi che darete saranno quelli sul tasto “stop”.