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RECENSIONE: Midnite Sun “Anyone Like Us”

Midnite Sun “Anyone Like Us”

(Logic(il)logic Records/Andromeda Dischi)


Per Chi Ascolta: Hard'n'heavy al passo con i tempi

I Midnite Sun non sono certo una novità per i più attenti frequentatori della scena underground italiana, da oramai più di dieci anni in circolazione, hanno attraversato alterne vicissitudini dopo la pubblicazione del loro debut album "Groovin' Sexplosion", vecchio di oramai più di sette anni. Anni pieni di live in giro per la penisola, il secondo capitolo è arrivato solo con la firma, l'anno scorso con Logic(il)logic Records. E si sa non è facile sopravvivere sulla scena nostrana, seppur magari qualche qualità si abbia in corpo: e la band della bassa lombarda non è certo fra quelle da archiviare in fretta. I Midnite Sun arrivano a noi con un nuovo album che ci dice che loro sono ancora sulla breccia: è un capitolo che segna inevitabilmente una sorta nuovo inizio, nella, ci auguriamo, loro ancora lunga carriera. Se le radici affondano nei classici suoni hard rock degli anni d'oro, il loro sound è abbastanza moderno e al passo con i tempi, strizzando l'occhio alle sonorità dei giorni nostri, con un risultato che potremmo dire abbastanza "americano". Suond pesante ma pieno di melodie il loro, tanti bei riffoni e tanto groove fresco e di buon impatto sull'ascoltatore, senza mai scivolare troppo fuori dal seminato ma senza annoiare, aggressivo ma non all’eccesso, prodotto molto bene in modo da esaltare l'energia, pur risultando abbastanza "pulito". Un disco di sostanza quindi, che parte dall’ottima "Lost In A Killing Field", buon sunto di ciò che ci aspetta per quasi tutta la durata dell’album: potenza e melodia, buoni cori, in fondo bei pezzi, equilibrati e arricchiti da una buona e adeguata presenza vocale del singer Enrico Sarzi, che si distingue positivamente lungo tutto il percorso. Oltre alla opener sono certamente "Right Wrong Way" e "Inferno" i pezzi più ispirati dell'intero lavoro. C'è anche spazio per maggiore melodia, come sulla melanconica "Fault" o sulla conclusione acustica di "Postcards From My Life". Nel bel mezzo ci eravamo anche imbattuti nell’insolita -almeno per chi non li ha mai visti dal vivo- ma riuscita cover dei Roxette, "The Look", che ben s’innesta nella loro proposta musicale. Un disco maturo di una band che mostra una certa esperienza, che ci aspettiamo in futuro calcare non i soli palchi italiani, pronta per farsi notare anche di fronte a nomi ben più quotati!


 

Cosa Funziona: Disco ben composto, suoni e pezzi ben fatti, un disco al passo con i tempi, non manca molto!

Cosa Serve: continuare su questi binari!