Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Mystery "The World Is A Game"

Mystery "The World Is A Game"

(Unicorn Records)

Per Chi Ascolta: Monumentale Progressive Rock, Yes, Marillion, Rush

I Mystery furono fondati nel 1986 da Michel St-Pere (ch, tast) inizialmente come progetto da studio e solo sei anni più tardi fu pubblicato il loro omonimo debut-album, primo capitolo di una discografia articolata in altri sette capitoli, l'ultimo dei quali è il presente "The World Is A Game" che vede Michel esibirsi insieme a Benoit David (Yes - vc), Antoine Fafard (Spaced Out - bs, ch) e Nick D'Virgilio (Spock's Beard, Tears For Fears, Genesis - bt). Basterebbe una sola parola (un aggettivo) per descrivere quest'opera: meravigliosa! Tutto il resto sarebbe superfluo e rischierebbe di appannare la reale valenza artistica di "TWIAG" che di diritto deve entrare almeno in ogni seria discografia dei fans del neo-progressive. I settantotto secondi della leggiadra intro acustica "A Morning Rise" ci danno il benvenuto e ci trasportano verso l'epica "Pride", undici minuti di teatrali passaggi musicali che si rincorrono, mutano e si rigenerano alternando frasi sognanti ad altre più elettriche con la splendida voce di Benoit che in diversi passaggi ricorda quella di Geddy Lee (Rush) O Dennis DeYoung (Styx), un susseguirsi di suggestioni sinfoniche e rockeggianti che lasciano letteralmente mozzafiato per merito anche della stupefacente performance dei musicisti. "Superstar" si snoda lungo simili coordinate artistiche, prive però dei riferimenti ai Rush, e con una maggiore enfasi corale. Un brevissima pausa data da "The Unwinding Of Time" ed ecco partire l'emozionante titletrack che vede la band canadese cimentarsi con un elegante progressive rock che in alcuni passaggi è accostabile a Yes, Styx e Marillion, pur mantenendo una propria specifica personalità ed un maggior passo coi tempi attuali. "Dear Someone" potrebbe tranquillamente funzionare da singolo o messo in rotazione nei canali video grazie alla sua genuina propensione melodica e a quella linearità che manca, invece, a "Time Goes By", complesso ed articolato brano arricchito dai notevoli intrecci strumentali. L'ultima parola è affidata a "Another Day", diciannove minuti di grande progressive rock con improvvisi e rapidi accenni a Jethro Tull, Rush, Led Zeppelin e Deep Purple disseminati lungo il percorso, la cui struttura è parzialmente derivata dai Magellan meno elucubrativi e sinfonici, questo tanto per fornire qualche elemento in più di valutazione. Ultime annotazioni: grande produzione e suono, musicisti eccellenti, performance singole e di gruppo ai massimi livelli, composizioni di elevato valore e spessore. Serve altro?


 

Momento D'Estasi: ogni singola nota

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