Recensioni: Where The Sun Comes Down "Ten Years Like in a Magic Dream"
Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea
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Nightwish "Imaginaerum" (Nuclear Blast/Audioglobe)
Aprire un giornale o accendere la TV, oggi significa farsi investire da una marea fatta di crisi, inquietudini, paure che disturbano il nostro vivere quotidiano. Il bisogno di un rifugio, di un angolino privato si fa sentire sempre più forte. C'è chi lo trova tra le pagine di un libro, chi nella musica... “Imaginaerum” è per me questo, un mondo fatato e fantastico che mi aiuta a aprire le porte del sogno e dell'immaginazione per almeno 75 minuti. Tuomas lo aveva lo aveva già concepito nel 2007, dopo la realizzazione del precedente “Dark Passion Play”. Davanti a tanta maestosità, era lecito chiedersi come dare un seguito a tale opera; finchè non sbocciò l'idea del concept a cui presto si è anche legata la decisione di girare un film con l'aiuto di Stobe Harju, visionario regista, autore del video per “The Islander”. Si spalanchino dunque i cancelli di “Imaginaerum”, ibrido tra circo e luna park, in cui la realtà diventa sogno lontano e il sogno è invece realtà. Le dolci noto del carillon di “Taikatalvi” ci guidano per mano e ci fanno scivolare nel sonno, mentre nevica fuori dalla finestra. Le suggestioni invernali sono da sempre tra le più amate da Tuomas e qui dà loro corpo nei versi in finnico cantati da Marco Hietala (letteralmente trasfigurato) e nell'eterea melodia ricamata dalla londinese Looking Glass Orchestra, composta dal fido Pip Williams. La coda della traccia è un'apertura sinfonica per “Storytime”, primo singolo designato. L'atmosfera è giocosa, luminosa e Anette compare per la prima volta cinguettando linee vocali finalmente adatte alle sue caratteristiche. Le chitarre di Emppu sono ben presenti, bilanciate con la parte sinfonica. Nel bridge compare un coro solenne che intona un canto per l'innocenza e nel testo si susseguono Alice, Peter Pan, in un vortice fantasy che non potrà non riportarci indietro con gli anni. L'hard rock anni '80 la fa da padrone nell'intro di “Ghost River”, prima che Anette intoni la sua strofa. La voce è perfettamente limpida, pulita, senza fronzoli, ma non per questo meno espressiva; anzi attendete di ascoltarla nel duetto con Marco pochi secondi dopo. Sembra quasi di assistere ad una scena di un musical tramite il loro botta e risposta. Lo stesso Marco è più graffiante che mai. Credo che “Ghost River” sia un esempio di interpretazione magistrale da parte dei due. Il coro di voci bianche aggiunge un inquietante contrasto allo scenario, in cui la componente orchestrale è comunque minore rispetto a quella rock. Cambio di palco e ci ritroviamo in un fumoso locale anni '30. Al piano, Anette ci intrattiene con “Slow, Love, Slow”. Canzone dalle forti influenze jazz, rappresenta una totale novità per i Nightwish. La vocalist offre una prova maiuscola tra sensuali sospiri e vocalizzi blues. La mia personale preferita è la seguente “I Want My Tears Back”. Travolgente è l'aggettivo giusto per definirla. Provate voi a stare fermi sulle trame tracciate dalle cornamuse di Troy Donockley nel bridge, in un vortice folk che live farà molte vittime. L'atmosfera è 100% disneyana; si sente quell'agognare agli anni dell'infanzia che Tuomas da sempre rimpiange: “Where is the wonder, where is the awe, where are the sleepless nights I used to live for”. Dal folk al teatro del grottesco. “Scaretale” è un pezzo del tutto allucinato, aperto dalle sinistre voci di bimbi-fantasma, che prosegue con una Anette straordinaria nella sua veste malvagia. Marco, nella parte del Mangiafuoco di turno, è perfetto. Benvenuti al circo tra clown, fenomeni esotici di vario tipo, contorsionisti e acrobati. “Scaretale” però non fa paura: affascina con la sua strisciante ironia e ci lascia a bocca aperta. “Arabesque”, elegante strumentale per sola orchestra e coro ci trascina tra le sabbie del deserto, tra nomadi e cammelli, oltre a fungere da break perfetto dopo la baraonda di “Scaratale”. Prima vera ballata di “Imaginaerum” è “Turn Loose The Mermaids”. Suggestioni celtiche si mescolano alla delicata voce di Anette, in questa canzone d'amore e addio eterno. Nel bridge si coglie un sentito omaggio a Morricone e “agli spaghetti western” e nel finale si viene catapultati nella Scozia del Medioevo a danzare al ritmo di violino. “Rest Calm” è classico symphonic metal, con orchestra possente o quieta a sottolineare i diversi mood del pezzo, in cui compare anche un assolo di chitarra. Il climax finale con le due voci che si intrecciano con la musica che incalza è da brivido. Quattro minuti di quiete con “The Crow, The Owl, and The Dove”. Composta da Marco, è una semplice traccia pop a forti tinte folk, rese ancora più evidenti da Troy che intona dei versi in gaelico accompagnato dalle sue cornamuse. Un po' di riposo era necessario prima di imbarcarci su “The Last Ride of The Day”. Un giro sulle montagne russe è l'unico paragone possibile per questo parziale ritorno al power metal degli inizi della band. Altra traccia che live renderà ancora meglio che su album. Tuomas non ha mai nascosto di avere Walt Whitman tra le principali fonti d'ispirazione degli ultimi anni e la monumentale “Song of Myself” è un tributo all'omonima composizione del poeta statunitense. La prima parte è costellata da cori imponenti come mai nei Nightwish, mentre Anette e Marco cantano versi che, ancora una volta, esprimono tutta la profonda inadeguatezza che Tuomas prova nei confronti del mondo. Nella seconda, amici e parenti dei membri della band recitano (supportati dalla musica) strofe che disegnano immagini del nostro quotidiano. Metafore di vita, morte, amore, umiliazione, gioia, frustrazione, felicità. Qualche lacrima bagna le guance di chi ascolta. La title-track è una sorta di summa che raccoglie le melodie principali delle dodici tracce precedenti , come fa ogni buona colonna sonora sui titoli di coda del film. Ed è così che ci si sente: alla fine di un viaggio, di un sogno, di un libro molto amato, ma con il sorriso sulle labbra.
Momento D'Estasi: Lungo 75 minuti Colpo Di Sonno: Trovate difetti nei vostri sogni?
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