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Recensione: Ted Nugent "Shut Up And Jam"

Ted Nugent "Shut Up And Jam"

(Frontiers Records)

Per Chi Ascolta: Hard rock e rock'nroll

Il nuovo album dell'instancabile Motor City Madman può definirsi un vero e proprio ritorno alle radici dell'hard rock nella sua essenza più pura e genuina.Gli amanti del rock settantiano avranno di che restare soddisfatti di questo "Shut Up And Jam",ennesima fatica del pericoloso energumeno della città di Detroit ancora in grado di dispensare riffs saturi e coinvolgenti con la sua Gibson Byrdland.Un disco oltremodo significativo in quanto il primo in studio dopo una latenza di circa otto anni e che conferma come il sessantaquatrenne chitarrista compositore statunitense non abbia perduto un'oncia della sua foga viscerale e genuina.Personaggio scomodo ai più in ragione del suo orientamento politico repubblicano e ultraconservatore,in aperta contestazione nei confronti del presidente Obama,oltre che per il suo militantismo forsennato a favore della caccia e del porto d'armi,bisogna tuttavia constatare che,a dispetto dei detrattori,pochi artisti appaiono oggigiorno,dopo decenni di carriera,così selvaggi,spontanei e pieni di un'energia,anche scenica,inesauribile."Shut Up And Jam",come la più parte della produzione artistica di Nugent,è nato infatti concerto dopo concerto a seguito di un lungo tour e gode pertanto di una freschezza esuberante,quasi live,col risultato di regalarci vere e proprie gemme di rock'n'roll.I riff accattivanti delle singole canzoni,in particolare della title track e di "I Still Believe",si insinuano lentamente e crescono durante l'ascolto mentre il basso colloso di Greg Smith si unisce alla batteria di Jonathan Kutz fino a creare un ritmo portante,terreno ideale per i prodigiosi assoli di Old Ted. Il groove boogie di "Everything Matters"e di "I Love My Bbq"è incessante,reso corposo da fluide e brillanti parti strumentali e rampa di lancio per un veloce rock'n'roll .Il suono s'infiamma nell'agguerrita strumentale "Throttledowne"e nella frenetica "Screaming Eagles",contraddistinta quest'ultima da un chitarrismo irrequieto e brulicante di note ma sempre melodico e vibrante. Il ritorno dietro al microfono,dopo un consistente periodo solista,del talentuoso chitarrista cantante Derek St.Holmes,già presente nel seminale album d'esordio e soprattutto nel fantastico "Cat Scratch Fever",dotato di un timbro vocale aggressivo come in "Fear Itself" e nella ritmata "Trample the Weak Hurdle the Dead",è la testimonianza manifesta del collegamento diretto alle releases più risalenti e del recupero di un'ispirazione primigenia sia pure filtrata attraverso il lungo e tortuoso percorso artistico che è valso a Nugent non solo la riconoscenza di un numero impressionante di fans ma anche l'attribuzione di una pletora di soprannomi grossolani quanto affettuosi.I testi presentano come sempre una patina di arroganza attenuata tuttavia dall'ironia propria del personaggio e ben si sposano con la sua musica energica e bellicosa.Da sottolineare in conclusione i vocalizzi di Nugent che,benchè meno pregnanti di quelli di St.Holmes,riescono a creare un contrasto vocale indovinato e a conferire molta varietà ad un album in grado di attirare molti estimatori.


 

Cosa Funziona: il senso di spontaneità che fuoriesce libero e incontrastato dalle composizioni e un songwriting caratterizzato da una forte personalità

Cosa Serve: ascoltare "Shut Up And Jam" a volume più che sostenuto