Speciale Muskelrock 2019


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Recensione: Outloud "Let's Get Serious"

Outloud "Let's Get Serious"

(AOR Heaven)

Per Chi Ascolta: Heavy rock melodico, arena rock

Terzo album per la band greca che annovera due nuovi ingressi fra le proprie fila, ovvero Bob Katsionis (ch, tast - Firewind) ed il cantante americano Chandler Mogel, mostrando continui miglioramenti sia compositivi che di sound, toccando con "Get Serious" il loro momentaneo top artistico. "Death Rock" è un inizio anfetaminico, condotto dall'indomita sezione ritmica formata da Sverd (bs) e George Kollias (bt - Nile), su cui svetta la potente ugola di Mogel e le affilate chitarre di Katsionis e Jim Scordilis, un heavy rock dal refrain molto melodico, anche se personalmente avrei convogliato diversamente tutta la 'furia' che caratterizza la strofa, e le mie aspettative trovano riscontro nelle successive "I Was So Blind" (ascoltate le melodie iniziali ed il refrain e ditemi se non vi ricordano - in chiave hard rock ovviamente - alcune melodie di Gigi D'Alessio!!!) e "One More Time", con sonorità che mixano spunti heavy rock con altri più tipici dell'AOR. "Bury The Knife" e "Like A Dream" si focalizzano su un hard rock melodico più meditato e raffinato e qui si possono meglio godere le peculiarità degli ateniesi che si avvicinano in questi casi ai primi Bad Habit. Dopo tanta elettricità è il momento della canonica ballad che prende forma in "It Really Doesn't Matter", carino lento che purtroppo Mogel non interpreta con la dovuta duttilità. La sua voce, infatti, risulta più adatta ad arena rocker come le dinamiche "A While To Go" o "All In Vain", o il melodic rock pomposo di "Another Kind Of Angel". Dopo la strumentale titletrack, sfogo per i virtuosismi soprattutto dei chitarristi, arriviamo alla sferzante ed aggressiva "Toy Soldiers", sulla quale suona l'ospite Mike Orlando (ch - Adrenaline Mob), mentre le ultime note spettano alla rivisitazione dell'hit pop anni ottanta "Enola Gay", tutto sommato piuttosto divertente. Considerando l'album nel suo insieme, non mi ha convinto la scaletta che vede tre simil-power-metal songs all'inizio, per poi concentrarsi maggiormente su altre forme musicali a mio giudizio più congeniali alla band. Qualche buono spunto, segnali di vita e di miglioramento rispetto ai precedenti due albums, ma c'è ancora da lavorare per trovare una buona quadra della strada da percorrere.


 

Cosa Funziona: alcuni spunti melodici, un generale miglioramento della proposta musicale

Cosa Manca: qualcuno che suggerisca una migliore gestione della tracklist e maggiore attenzione alla direzione da seguire