Speciale Muskelrock 2019


Rok and Roll On The Sea - Festa del Redentore


Ciao Alex!


L'Antro di Ulisse Vol. XXII


Intervista con i White Skull

Recensioni: White Skull

"Will of the Strong"


Intervista con i Thomas Hand Chaste

Recensioni: Where The Sun Comes Down

"Welcome"

Recensioni: Pandora

"Ten Years Like in a Magic Dream"

Recensioni: Black Star Riders

"Heavy Fire"

Recensioni: Kreator

"Gods Of Violence"

Recensioni: Danko Jones

“Wild Cat”


Intervista con i Saxon

Recensioni: Paolo Siani ft Nuova Idea

"Faces With No Traces"

Recensioni: Ted Poley

"Beyond The Fade"

 

 

 

 

 

Recensione: Phil Vincent "Face It"

Phil Vincent "Face It"

(Phil Vincent Music)

Per Chi Ascolta: Hard Rock Melodico americano

Phil Vincent non sa davvero stare fermo e fra albums solisti, coi Legion, Circular Logik, Tragik e i D'Ercole ha dato alle stampe ben 26 albums negli ultimi 16 anni e senza che gli si possa imputare di registrare e pubblicare materiale assemblato di scarsa qualità. Accolgo così volentieri l'invito di Phil a recensire il nuovo disco che in realtà è un doppio album che raccoglie sia "Face It" che "Solar Flare", quest'ultimo sinora disponibile solo in versione digitale e adesso dato senza sovrapprezzo a chi acquisterà il cd fisico. Composto, arrangiato, suonato e cantato tutto da solo, come da sua consuetidine negli album solisti, Phil concede un paio di assoli a Vince O'Regan (Bob Catley band), suo compagno nei Legion, ma come sempre il risultato è ben più che rimarchevole, con quell'hard rock carico di energia e melodia, riffs graffianti, ritornelli orecchiabili, un'abilità compositiva che gli permette di non essere ripetitivo e questo fattore, considerata la sua prolificità, non è un dato irrilevante. "The Lost Self" è un breve intro corale che lascia presto spazio al classico hard rock americano di "Long Hard Road", tempo medio di grande intensità musicale che esplode in un massiccio refrain ed anche l'assolo è fiammeggiante creando delle trascinanti sonorità. Su simili coordinate si muovono la più drammatica "Make Up Your Mind" e la dinamica "Sooner Or Later", con "We All Die Young" che ci concede una pausa più epica con quell'inizio per sola voce e pianoforte, sviluppandosi poi in un crescendo già sentito altre volte e comunque anche in questo caso Phil riesce ad emozionare e ad avvincere l'ascolto. "Is This All There Is?" è un scheggia di puro e colante hard rock con tanta melodia negli arrangiamenti e nelle voci, qualificandosi come uno dei più trascinanti brani del cd. La bella e cangiante "Can't Go Back" omaggia i Winger sia nella struttura che nelle vocals, mentre "Burning Bridges" raccoglie tante influenze al suo interno che la rende particolare e di non facilissima assimilazione, transitando in essa anche tracce dei Traveling Wilsburys risolte in chiave prettamente hard rock, ma alla fine anche questa canzone mi ha convinto della sua bontà. Dei restanti brani, solo "Divided" mi continua a risultare ostica, forse a causa di una durata che la costringe a ripetere schemi che avrebbero meritato una maggiore sintesi, ma non si tratta di un peccato mortale, così come la semi-ballad dalle tinte pop "Full Circle" che chiude la tracklist di "Face It" non dispiace a dispetto di un songwriting non all'altezza di altre cose fatte da Vincent. Ascoltando l'album "Solar Flare" si capisce come le composizioni contenute rappresentino il passo appena precedente a quanto poi è stato realizzato per "Face It", mostrando una costante progressione qualitativa sia nel songwriting che nella produzione e nell'esecuzione dell'artista americano che nei suoi progetti solisti riesce ad esprimersi con una costanza che non sempre gli riesce quando si trova ad operare con bands. Ascoltatevi "On The Run" e "Northern Lights" per avere un'idea della ricchezza espressiva di Vincent che in "All Over You" richiama addirittura i seminali Starz. Forse gli servirebbe una guida del calibro di Bruce Fairbrain per veicolare le sue idee al meglio e richiamare su di sè l'attenzione dei media più importanti, ma capisco che la soddisfazione di vedere materializzate le proprie aspirazioni facendo tutto da solo sia un premio che Phil evidentemente non vuole negarsi. Grazie ancora Phil per la tua grande generosità nel darci con tale abbondanza il tuo talento artistico e voi non fatevi pregare, tributate il giusto premio ad un artista ancora così poco noto al grande pubblico.


 

Massima Allerta: vi è poco da dribblare qua

Pelo Nell'Uovo: a parte qualche sbavatura, il fatto che non abbia i meritati riconoscimenti